Crollo di un ponte a Crotone a causa del maltempo Crollo di un ponte a Crotone a causa del maltempo 

Alluvione in Calabria. Il vescovo di Crotone: vogliamo soluzioni durature

E' stato di calamità naturale a Crotone per la bomba d'acqua caduta nella notte tra sabato e domenica. La Caritas ha promosso una raccolta fondi per le famiglie in difficoltà, le aziende e soprattutto per il sostegno ai piccoli commercianti. Monsignor Panzetta invoca aiuto dalle istituzioni per quella che definisce una 'policrisi'

Antonella Palermo – Città del Vaticano
Dal sopralluogo effettuato stamani nel crotonese, per poter procedere in tempi rapidissimi alla definizione degli aiuti, il capo della Protezione Civile nazionale ha dichiarato che la situazione è in miglioramento. Con lui sul campo c'era il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie che ha ringraziato tutti i soccorritori "per gli interventi eccezionali fatti nelle scorse ore in tempo reale". Decine di volontari sono stati inviati da Campania, Puglia, Basilicata. Ma intanto si contano i danni, spalando fango. La gente ha approfittato di una pausa della pioggia per iniziare a pulire abitazioni e locali che si trovano ai piani bassi dei palazzi. Colpite soprattutto le strade principali. Il settore agroalimentare è in ginocchio. L'alluvione ha colpito un territorio penalizzato da una crisi stratificata negli anni, come sottolinea l'arcivescovo di Crotone, Santa Severina, monsignor Angelo Raffaele Panzetta.

Ascolta l'intervista a monsignor Panzetta

R. - Noi viviamo una "policrisi": economica, ambientale, sanitaria. Ci sono tante persone di buona volontà che si stanno dando da fare, ma questo è un territorio fragile. Abbiamo bisogno di aiuto. La comunità cristiana è in prima linea con i poveri, con chi ha perso tutto. Le stesse parrocchie hanno avuto tanti danni a causa dell'alluvione. Come Chiesa, noi non stiamo 'accanto' ma 'tra' le persone in difficoltà, proprio nella prospettiva del verbo incarnato.

Che appello si sente di rivolgere agli enti locali e al governo centrale?

R. - Questo territorio non ha più bisogno di toppe. Ha bisogno di strade, di essere messo in sicurezza, ha bisogno di una prospettiva di futuro per le nuove generazioni, vuole essere protagonista dell'Italia e dell'Europa. Come Chiesa locale siamo diffusori di speranza, tuttavia avvertiamo il grande momento di prova che tutti stanno attraversando.

Come commenta l'avvicendamento dei Commissari alla Sanità?

R. - Bisognava avere persone competenti che per tempo avrebbero dovuto prendere le decisioni giuste. Noi non abbiamo, per esempio, un luogo dove trattare i tamponi. Scontiamo lentezze decisionali, scelte politiche non sempre fatte per il bene della persona. Speriamo che il governo abbia individuato persone e stretegie giuste perché questo territorio non ha più bisogno di persone che non abbiano competenze specifiche e che non amino la Regione, che con le sue forze dovrebbe avere un futuro migliore. Gli interventi qui devono tener conto della complessità, interventi ingenui che non tengano conto della complessità, rischiano di acuire la difficoltà.

Tante famiglie evacuate

A parlare di situazione disastrosa, che si innesta su un pregresso stato di emergenza, è anche il direttore della Caritas diocesana, don Rino Le Pera che parla di una città con quartieri completamenti distrutti:

Ascolta l'intervista a don Rino Le Pera

La raccolta fondi Caritas

Attraverso Caritas italiana e le Caritas sorelle è possibile dare un aiuto economico con causale 'emergenza alluvione'. "I fondi saranno usati come contributi al reddito per i privati e soprattutto per i piccoli commercianti – precisa don Rino - sennò ci ritroveremo da qui a poco con gente ridotta alla fame".

Una terra che non riesce a decollare

"Mi dispiace dirlo ma è chiaro che una situazione del genere è provocata dall'incuria atavica", dichiara ancora Le Pera. "I canaloni di scolo non sono liberi. Bisogna chiamare alla responsabilità anche gli Enti. Una città come la nostra che è sul mare, perché si allaghi, significa che non ha sbocco verso il mare. Sono molto chiaro nel denunciare questo tipo di problematica". Quanto incide l'abusivismo? "Penso che l'abusivismo edilizio degli anni '70 e '80 sia ancora la causa di cose che non vanno. Ma adesso la ragione principale è l'incuria".

Sentirsi abbandonati dalle istituzioni

"Sì, amaramente sì, ci sentiamo abbandonati", così risponde Don Rino. "Non abbiamo le strade, la zona ionica che va dal rossanese al catanzarese ha la famosa s.106, denominata la 'strada della morte'. E' l'unica strada che porta al capoluogo. L'augurio è che finalmente qualcuno si interessi della nostra situazione di grande difficoltà, che si possa arrivare ad ottenere un piano serio che ci custodisca".

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23 novembre 2020, 15:46