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Coronavirus, rafforzare la cooperazione Ue. I medici: non intasare i pronto soccorso

A Bruxelles, il Consiglio Ue Salute straordinario convocato per discutere sull'evoluzione della situazione legata al Covid-19. I responsabili della medicina d'urgenza consigliano di rimanere a casa se si ha tosse e febbre e di chiamare il numero 1500. Il Forum delle Famiglie: "La spina dorsale del nostro Paese, i nuclei familiari, vengono per l'ennesima volta messi a dura prova"

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

I ministri della Salute dell’Unione Europea stanno cercando modi per produrre più medicinali e mettere a punto nuove strategie contro il coronavirus Covid-19. Molti dei componenti dei farmaci sono prodotti in Cina, dove è scoppiata l’epidemia, e la produzione è ora in crisi. L’Agenzia europea del farmaco è in contatto con le aziende per supportare e guidare lo sviluppo iniziale di nuove terapie e vaccini.

La Ue fa il punto della situazione sulle strategie 

Il ministro italiano, Roberto Speranza, è intervenuto al Consiglio Ue Salute straordinario convocato per discutere sull'evoluzione della situazione legata al Covid-19. Speranza ha detto che "i contatti fra noi ministri europei in questi ultimi giorni hanno evidenziato che, nonostante una forte volontà politica di collaborazione, vi è la necessità di un ancora più significativo e veloce coordinamento europeo". La Commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides ha detto che "questo è il momento della solidarità globale".

Scuole chiuse in Francia e Germania

In Francia e in Germania vengono prese nuove misure. Chiusura di un centinaio di scuole nel dipartimento dell'Alto-Reno, nell'est del Paese, in seguito al boom di casi di coronavirus, con 81 contagi confermati in appena 48 ore: è quanto annunciato dalle autorità di zona.  Nel dipartimento dell'est della Francia viene inoltre decretato il divieto di contatti "tra giovani e persone anziane" nonché il divieto di "raduni di oltre 50 persone". In Germania, le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse nel distretto di Heinsberg, nel Nordreno-Vestfalia, almeno fino al 15 marzo. In Germania sono 534 i casi di contagio.

In Iran aumentano i morti

Si aggrava ancora il bilancio dell'epidemia di coronavirus in Iran. Il ministero della Salute di Teheran ha comunicato stamani altri 17 decessi nelle ultime 24 ore, che portano il totale a 124. Il numero dei contagiati è salito a 4.747, con oltre 1.200 nuovi casi in un giorno. Tra le persone decedute, anche l'ex vice ministro degli Esteri  iraniano, Hossein Sheikholeslam. Teheran potrebbe "usare la forza" per far rispettare le limitazioni agli spostamenti tra le città, imposte per arginare la diffusione del nuovo virus.

Se si ha tosse e febbre stare a casa e chiamare il numero 1500

Il responsabile di Medicina d’urgenza e del pronto soccorso del Gemelli di Roma, Francesco Franceschi, dice che “i cittadini non devono venire in pronto soccorso, devono stare a casa, a meno che non si abbia un'insufficienza respiratoria. Noi dobbiamo centralizzare sul pronto soccorso solo i malati che hanno complicanze perché altrimenti intasiamo l'ospedale, intasiamo i pronto soccorso, e noi non riusciamo più ad assistere i pazienti che stanno realmente male. Quindi la raccomandazione è che chi ha tosse e febbre deve stare a casa, deve chiamare il numero verde 1500, il medico di medicina generale, o il 112 e restare a casa e lì verrà organizzato eventualmente il tampone a domicilio”.

Ascolta l'intervista con Francesco Franceschi

I pronto soccoroso siano messi in condizione di lavorare

“Il problema è che stanno arrivando in pronto soccorso pazienti che hanno necessità di ventilazione, che però ovviamente noi non sappiamo subito se possono essere positivi o negativi al coronavirus, perché esistono anche altri agenti infettivi – afferma Franceschi -. Questo è il problema, allora noi ci dobbiamo concentrare su questa popolazione, questo significa che dobbiamo evitare che gente che ha solo i sintomi di tosse e febbre intasi i pronto soccorso. Differentemente noi non riusciremo più a gestire i casi che meritano un'attenzione particolare”.

In Italia il governo lavora a misure per le famiglie

Il premier Giuseppe Conte afferma che il governo sta lavorando a un decreto per dare aiuti alle famiglie, dopo la chiusura delle scuole.  Per il presidente del Forum delle Famiglie Gianluigi De Palo “quello che noi chiediamo al governo è fare un ragionamento serio relativamente al fatto che una famiglia, se le scuole chiuderanno per 10 giorni, spenderà per quanto concerne la baby-sitter circa 700-800 euro. Se poi le scuole dovessero chiudersi per molto più tempo, diventa un costo insostenibile per le famiglie italiane che sono chiamate, non solo a tirare fuori le risorse migliori per trovare soluzioni per far stare giustamente i figli a casa in questo momento di difficoltà, ma anche a continuare a lavorare altrimenti si ferma il Paese”.

Ascolta l'intervista a Gianluigi De Palo

Per il Forum delle Famiglie servono politiche di lungo corso

Per De Palo servono misure stabili. “Quello che colpisce - dice - è che la spina dorsale del nostro Paese, ovvero le famiglie, vengano per l'ennesima volta messe a dura prova. Questa situazione purtroppo se si fossero fatte politiche familiari, penso prima fra tutti l’assegno unico nei mesi precedenti, oggi avremmo 200 euro al mese per ogni bambino. Così non si dovrebbero richiedere risorse emergenziali in questa fase, ma ci sarebbe un tesoretto da cui partire per fare piccoli accorgimenti. Ma non essendoci  quello, oggi mettiamo a dura prova le famiglie, soprattutto quelle con contratti atipici perché se non vai a lavorare non porti a casa lo stipendio, ma nel mentre devi comunque preoccuparti di dare una risposta ai tuoi figli con baby-sitter o con soluzioni alternative”.

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06 marzo 2020, 13:23