La nave Aquarius con 629 migranti a bordo, arriva a Valencia il 17 giugno dopo 9 giorni in mare La nave Aquarius con 629 migranti a bordo, arriva a Valencia il 17 giugno dopo 9 giorni in mare 

Consiglio Ue. Giuristi sull'immigrazione: sistema diritti umani sotto attacco

Secondo Lorenzo Trucco, presidente dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, le conclusioni del Consiglio europeo confermano come l’orologio dei diritti umani rischi di tornare indietro

Fabio Colagrande - Città del Vaticano

“Nel territorio dell'Ue coloro che vengono salvati, a norma del diritto internazionale, dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in Centri sorvegliati, istituiti negli Stati membri, unicamente su base volontaria”. La citazione proviene dal documento conclusivo della Riunione del Consiglio europeo svoltasi ieri a Bruxelles. L’accordo tra i 28 Paesi dell’Unione sulla gestione del salvataggio dei migranti – questione sollevata dalla vicenda della nave Aquarius – raggiunto dopo una elaborata mediazione è stato definito positivamente dal premier italiano Conte, secondo il quale ora “l'Italia non è più sola in Ue” mentre “da questo Consiglio europeo esce un'Europa più responsabile e più solidale'.

Centri chiusi e solidarietà solo volontaria

Preoccupato sugli esiti del Consiglio europeo è invece Lorenzo Trucco, avvocato, presidente dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione. “Ci sembra che il sistema dei diritti umani, che è forse l’unica vera ricchezza europea, sia in questo periodo sotto un attacco formidabile. E purtroppo, anche se il mio è un giudizio parziale, mi sembra che le conclusioni d questo Consiglio europeo proseguano l’erosione di questo sistema”. “Si annuncia l’istituzione di Centri chiusi – prosegue Trucco - quindi sostanzialmente degli hot-spot, mentre la redistribuzione dei migranti avverrebbe su base volontaria. Perciò, in realtà la Convenzione di Dublino non viene toccata e si apre sulla possibilità di solidarietà su base volontaria, lasciando tutto indeterminato”.

Situazione indeterminata sul fronte legislativo

“L’elemento che crea più preoccupazione – prosegue il presidente dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione - è però l’accento che viene posto sulla questione dei Centri chiusi in cui dovrebbero essere trattenute le persone, in attesa di richiedere e ottenere la protezione internazionale in quella sede. E’ tutto ciò resta ovviamente ancora da determinare dal punto di vista legislativo”.

Criminalizzazione delle Ong

“Si continua a stigmatizzare l’attività delle Ong e delle navi di salvataggio e quindi si continua sulla linea della criminalizzazione di coloro che vogliono salvare e si ribadisce l’appoggio, o perlomeno il non contrasto, nei confronti dell’attività della guardia costiera libica, con tutte le conseguenze che sono ben note”.

Nessuna strategia di accoglienza

“Anche la scelta di Malta di chiudere i porti alle Ong conferma che ci stiamo avviando verso una fase in cui i diritti e le convenzioni internazionali sembrano contare poco o nulla. Siamo in una fase in cui l’orologio dei diritti umani rischia di tornare indietro. Non ci sono segnali incoraggianti verso una strategia comune di accoglienza e redistribuzione dei migranti che è invece uno dei principi base dell’Unione Europea”.

Ascolta l'intervista a Lorenzo Trucco

 

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29 giugno 2018, 13:28