VNS – HONDURAS Verso le elezioni. Vescovi: votare con coscienza e libertà per rafforzare democrazia e sviluppo

VNS – HONDURAS Verso le elezioni. Vescovi: votare con coscienza e libertà per rafforzare democrazia e sviluppo 

(VNS) – 11giu21 – Urne aperte, il 28 novembre, in Honduras, per le elezioni generali: oltre 6 milioni i cittadini chiamati al voto per eleggere il presidente e il vicepresidente, 128 deputati del Congresso e 298 sindaci. La tornata elettorale cade in un anno particolare, ovvero nel bicentenario dell’indipendenza del Paese, conquistata nel 1821. E proprio al bicentenario è intitolato il messaggio che la Conferenza episcopale nazionale (Ceh) ha diffuso ieri, al termine della sua Assemblea Plenaria. Partendo da “Le elezioni del bicentenario”, infatti, i presuli svolgono un’analisi approfondita delle luci e delle ombre del Paese, non risparmiando critiche alla classe politica attuale, ma esortando al contempo a non perdere mai la speranza che deriva dalla fede. Le prossime votazioni, si legge nel messaggio, saranno “atipiche”, perché “si svolgeranno in un contesto molto critico, sia a causa di una politica statale carente e frustrante, sia a causa della pandemia Covid-19”, che in tutta la nazione ha provocato oltre 240mila contagi e più di 6.500 decessi.

Vittime che si vanno ad aggiungere a quelle lasciate dal “passaggio degli uragani Eta e Iota” che, a novembre 2020, hanno colpito tutta l’America centrale in rapida sequenza. L’Honduras ha pagato il prezzo più alto: le inondazioni hanno provocato più di 90 morti e dispersi; la valle di San Pedro Sula, capitale industriale del Paese, che è stata sommersa dall'acqua; quasi 4 milioni di persone sono rimaste colpite, e 154 mila tra loro hanno dovuto lasciare oltre 70mila case abbattute o inabitabili. Danneggiati o distrutti anche 48 ponti e 300 strade. Tutto questo, affermano i presuli, fa sì che il processo elettorale vada vissuto “con maggiore impegno, consapevolezza e responsabilità in favore del bene comune, della vita umana, della salute e della famiglia”.

Il messaggio episcopale lancia, poi, quattro appelli specifici: il primo è rivolto agli elettori, ai quali la Ceh chiede innanzitutto di andare a votare, perché “l'astensionismo non serve a niente”. “Siamo di fronte a un'opportunità imbattibile per cambiare la situazione e la direzione del nostro Paese – rimarcano i vescovi - Compiere il proprio dovere di elettore è una responsabilità etica, civile e storica che va ben oltre il momento del voto, poiché implica conoscenza dei candidati, discernimento e decisione personale”. In quest’ottica, la Ceh ribadisce che “non si tratta di votare, bensì di scegliere” e di farlo “in coscienza e in libertà”, senza accettare “false agende politiche”, “manipolazioni” o compravendita di voti, perché “vendere il proprio voto equivale a vendere la propria coscienza e la propria dignità”. “L'Honduras non merita che voi vendiate il vostro voto – sottolineano ancora i presuli – ma merita che lottiate e vi sforziate per un futuro migliore”.

Un secondo appello la Ceh lo rivolge ai candidati, esortandoli a “guidare l’Honduras sui sentieri dello sviluppo sostenibile nella pace e nella giustizia”, avendo “la capacità e la volontà di costruire il bene comune e di difenderlo”. “Oggi più che mai – incalza il messaggio episcopale - abbiamo bisogno di candidati dal comportamento etico riconosciuto da tutti, candidati che non siano segnati dalla piaga della corruzione o del traffico di droga, che hanno fatto tanti danni al Paese”. Da loro ci si aspetta “il vero rispetto per la dignità della persona umana, per la sua vita, le sue libertà, i suoi diritti, le sue legittime aspirazioni e la sua piena realizzazione – afferma la Chiesa di Tegucigalpa – non l’adattamento ad interessi particolari, bensì a quelli di tutto il popolo”.

Quindi, i vescovi chiamano in causa il governo, ribadendo che le elezioni del 28 novembre “devono rafforzare la democrazia e ad elevare ad una vita più dignitosa, anche per le generazioni future” perché “i governanti sono servitori pubblici, chiamati a lavorare sempre per il bene comune”. “Non possiamo permettere – afferma la Ceh - che la classe politica continui a giocare con il popolo, sfruttando e beneficiando perversamente della sua condizione di vulnerabilità, invece di preoccuparsi delle cause più profonde della migrazione, della delinquenza, della mancanza di salute, della carenza di educazione e dell’aumento preoccupante e doloroso del tasso di povertà estrema”. Secondo gli ultimi dati della Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi (Eclac), infatti, circa il 40 per cento della sua popolazione vive in povertà estrema e il 67,4 per cento in povertà relativa, soprattutto concentrata nelle aree rurali, dove il 73,5 per cento delle famiglie vive nell’indigenza.

Guardando, inoltre, al contesto generato dalla pandemia, i vescovi ne denunciano “con profonda tristezza”, una gestione “irresponsabile”, dovuta ad “autorità indolenti e incompetenti”. “Non è possibile che continuiamo ad aspettare l'elemosina di altri Paesi per avere accesso al vaccino anti-Covid”, sottolineano ancora i presuli, esigendo al contempo “maggiore impegno e migliori risultati” sia da parte del governo attuale, sia da quello futuro, i cui candidati devono essere sin da ora ben consapevoli “di ciò che li aspetta”. Forte, inoltre, il dolore dei vescovi di fronte a quanto accaduto durante le elezioni primarie svoltesi a marzo: “Senza l’approvazione di una nuova legge elettorale”, infatti, non sono mancati casi di “abusi di potere e di corruzione”.

Un ultimo appello, la Ceh lo lancia in favore di un Piano nazionale: nessuno dei 14 partiti politici in lizza, infatti, è stato in grado di “progettare un Piano nazionale consensuale, solido e realistico”, preferendo piuttosto “salvaguardare i propri interessi”. E invece, un Piano nazionale a medio termine è “urgente – spiegano i presuli – per garantire un autentico sviluppo e benessere per tutti gli honduregni, con priorità per i più poveri, molti dei quali sono costretti ad emigrare, e per rendere veramente il Paese indipendente dal punto di vista economico, politico e sociale”.  

Pur tra tante difficoltà, tuttavia, il messaggio episcopale si conclude con un incoraggiamento ai fedeli, chiamati a “mantenere viva la pace e la speranza”. “La nostra fede rimanga ferma e sia sempre accompagnata da buone opere”, perché “una fede senza opere è una fede morta”, conclude la Ceh, affidando l’Honduras alla sua Patrona, la Vergine di Suyapa.  

Vatican News Service – IP

11 giugno 2021, 13:37