VNS REGNO UNITO Gruppo Santa Marta: Nuovo Piano per l’Immigrazione rischia di favorire la tratta. No a criminalizzazione delle vittime

VNS - REGNO UNITO Gruppo Santa Marta: Nuovo Piano per l’Immigrazione rischia di favorire la tratta. No a criminalizzazione delle vittime

(VNS), 8mag21 Criminalizzare i richiedenti asilo rischia di favorire, anziché contrastare il traffico di esseri umani. Anche il Gruppo Santa Marta - l’alleanza di responsabili di polizia e vescovi di diversi Paesi del mondo creata nel 2014 da Papa Francesco per coordinare la lotta alla tratta e alle moderne forme di schiavitù - esprime forti riserve sul Nuovo Piano per l’Immigrazione del Governo Johnson.

Il piano, presentato il 24 marzo al Parlamento Westminster, prevede che le persone che entreranno nel Paese illegalmente e faranno richiesta di asilo non avranno più gli stessi diritti di chi arriverà legalmente. In pratica, chi arriverà nel Regno Unito con mezzi illegali potrebbe rischiare di vedere respinta la sua domanda di asilo, mentre, nel caso in cui un immigrato entrato illegalmente vedesse accolta la sua richiesta, otterrebbe uno status di protezione temporanea in cui sarebbe comunque escluso da una serie di benefici riconosciuti dalla legge, con limitazioni ai ricongiungimenti familiari.

Secondo l’Esecutivo, il provvedimento servirà a rendere il sistema “più veloce e più equo” e permetterà al Regno Unito di aiutare le persone fragili reprimendo al contempo la criminalità.  Obiettivi senz’altro condivisibili, ma che rischiano di essere ostacolati proprio dal provvedimento. In questo senso si esprime una lettera indirizzata al Ministro degli Interni Priti Patel da monsignor William Kenney CP, membro del Gruppo Santa Marta.

"La politica annunciata fa ampio riferimento agli abusi dei meccanismi di protezione, dando un'enfasi sproporzionata a un numero molto limitato di casi e proponendo criteri più restrittivi per il sostegno (alle vittime), trascurando le vere carenze nella risposta del Regno Unito alla tratta e alla schiavitù moderna”, osserva la missiva. Secondo il Gruppo Santa Marta, in realtà, “una percentuale significativa di vittime di non viene mai identificata”, quelle che lo sono non ricevono sostegni adeguati, mentre raramente i criminali responsabili della tratta vengono perseguiti.

Di qui l’invito al Governo a modificare questo approccio, focalizzando l’attenzione su tre priorità: la promozione di un più efficace meccanismo nazionale di riferimento capace di identificare e supportare in modo efficiente le vittime della tratta; il riconoscimento che la schiavitù moderna non è un reato di immigrazione e la persecuzione penale dei responsabili della tratta, anziché la criminalizzazione delle vittime.

Inoltre la lettera evidenzia come l'introduzione di nuove barriere all'ingresso e alle richieste di asilo nel Regno Unito rischia di spingere più persone nelle mani dei trafficanti: “In tutto il mondo è stato ampiamente dimostrato che le politiche che criminalizzano chi cerca asilo e che introducono nuove misure di sicurezza alle frontiere non salvano vite, ma sono semplicemente un lasciapassare per la tratta”.

Per il Gruppo Santa Marta occorre invece combinare sanzioni severe contro i trafficanti con la promozione di canali legali e sicuri per chi necessita di protezione. Iniziative come l’attribuzione di più poteri alla Polizia di frontiera e il respingimento delle imbarcazioni, insieme alle carenze del programma di redistribuzione dei migranti nel Regno Unito, serviranno solo a compromettere il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato dal Governo di fermare i trafficanti e di proteggere le vittime.

Di qui, in conclusione, l’invito al Ministro Patel a rivedere il piano in collaborazione con le organizzazioni religiose e della società civile perché il Regno Unito "adempia ai suoi obblighi morali e legali per porre fine alla schiavitù moderna”.

Vatican News Service - LZ

08 maggio 2021, 13:35