VNS – ITALIA Monsignor Nosiglia celebra la memoria della Sindone e nomina un cappellano per la Cappella del Guarini che un tempo la custodiva

VNS – ITALIA Monsignor Nosiglia celebra la memoria della Sindone e nomina un cappellano per la Cappella del Guarini che un tempo la custodiva

 

VNS – 4mag21 – Questo pomeriggio l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, ha celebrato nel capoluogo piemontese la memoria liturgica della Sindone presiedendo una Messa nel duomo. La celebrazione si è svolta nella Cappella del Guarini, restaurata dopo l’incendio del 1997 che l’aveva gravemente danneggiata e dove un tempo era custodito il Sacro Lino. Nella sua omelia il presule ha evidenziato l’importanza della Cappella nella struttura architettonica del duomo e ha aggiunto che il luogo di culto ora torna ad essere come era stato pensato dal suo autore. “Auspico e mi auguro che questa Cappella possa ritrovare il suo pregnante contenuto spirituale che il Guarini ha voluto darle e che anche oggi siamo chiamati a rispettare” ha affermato monsignor Nosiglia che ha deciso di nominare un sacerdote cappellano in modo che, in particolari date o momenti che richiamano la Sindone, possa celebrarvi la Messa o altre funzioni liturgiche. “Siamo qui anche per impetrare dal Signore la grazia di liberarci da tante difficoltà che assillano oggi la nostra vita e quella del nostro prossimo” ha detto poi il presule precisando che ci sono difficoltà che abbattono ed impediscono di credere in Cristo e nel Vangelo della sua croce.

 

“Abbiamo a volte la presunzione di gestire al meglio la nostra vita ignorando che solo con l’aiuto di Dio e del suo amore possiamo affrontare serenamente anche le nostre prove e difficoltà familiari e sociali” ha rimarcato l’arcivescovo di Torino. Riflettendo poi sull’attuale pandemia il presule ha esortato “a vincere lo scoraggiamento che ci prende il cuore e la vita quando la vediamo sfuggire a causa del coronavirus che porta in tutti tanta preoccupazione e angoscia”. Monsignor Nosiglia ha sottolineato che “la Sindone infonde in chi la contempla con fede una grande speranza, ma non umana, che spesso è illusoria, bensì una speranza forte che dica veramente che si può vincere il male, che c’è qualcosa oltre”. “Perché il Telo - ha proseguito l’arcivescovo di Torino - presenta la Passione di Gesù che è il segno più grande dell’amore, e non è solo sofferenza. Certo, la via è quella del dolore, ma apre a una dimensione più alta: la consapevolezza che dove c’è la strada apparentemente più difficile - ha osservato il presule - esiste uno sbocco positivo derivante dalla speranza certa della vittoria finale”. L’arcivescovo di Torino ha poi spiegato che “la Sindone ci rivela quanto il Signore ci ha amato e ci rende partecipi della intensità di questo Amore, l’Amore più grande che è quello di dare vita a chi non ha vita, amicizia a chi è solo e scartato, perdono a chi ci ha offeso, conforto e coraggio a chi vive nella prova e nel dolore”. Per il presule “questa è la nostra certezza; questa è la nostra vittoria, perché l'Amore che viene da Dio non passa con noi, e mai avrà fine”.

 

Vatican News Service – TC

04 maggio 2021, 20:22