VNS – BANGLADESH Libertà di stampa. La Chiesa al fianco dei gruppi per i diritti umani

VNS – BANGLADESH Libertà di stampa. La Chiesa al fianco dei gruppi per i diritti umani 

(VNS) – 4mag21 - Padre Augustine Bulbul Rebeiro, segretario della Commissione episcopale per le comunicazioni sociali, si è unito ai gruppi per i diritti umani – riporta UCA News - nel chiedere alle Nazioni Unite di proteggere la libertà di stampa in Bangladesh, dove i media affrontano crescenti restrizioni governative e i giornalisti sono intimiditi, maltrattati e aggrediti.

Ieri, 3 maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa, otto gruppi per i diritti umani - Federazione asiatica contro le sparizioni involontarie (AFAD), Forum asiatico per i diritti umani e lo sviluppo (FORUM-ASIA), Commissione asiatica per i diritti umani (AHRC), Rete asiatica per le libere elezioni (ANFREL), Comitato per la protezione dei giornalisti, Human Rights Watch, Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH) e Robert F. Kennedy Human Rights - hanno inviato una lettera congiunta a Michelle Bachelet, l'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, esortandola ad esprimere pubblicamente e vigorosamente la preoccupazione per i continui attacchi ai media, compresi gli arresti arbitrari, la tortura e le uccisioni extragiudiziali, e ad usare tutti i mezzi possibili per sollecitare le autorità del Bangladesh a proteggere e rispettare la libertà di espressione.

Secondo Human Rights Watch, almeno 247 giornalisti sarebbero stati oggetto di attacchi, molestie e intimidazioni da parte di funzionari statali e altri affiliati al governo del Paese nel 2020, e quasi 1.000 persone sarebbero state accusate e 353 detenute ai sensi del controverso Digital Security Act (DSA) - una legge che le associazioni a tutela dei diritti umani hanno definito “draconiana”. Le autorità, infatti, continuano ad usare il Digital Security Act (DSA) per molestare e detenere indefinitamente giornalisti, attivisti e altre persone critiche nei confronti del governo, sollevando preoccupazioni per la libertà di espressione nel Paese.

"L'ONU e i finanziatori dovrebbero continuare a cogliere ogni opportunità per chiedere al governo di abrogare la legge sulla sicurezza digitale e rilasciare tutti coloro che sono detenuti in base ad essa", ha affermato Brad Adams, direttore per l'Asia di Human Rights Watch. "Chiunque prenda di mira violentemente giornalisti e attivisti dovrebbe essere chiamato a risponderne, compresi gli attivisti del partito al potere", ha aggiunto.

La Chiesa cattolica sostiene la libertà di espressione e di stampa, che sono diritti costituzionali - ha spiegato padre Rebeiro -, ma lo scenario attuale in Bangladesh sta costringendo i media ad applicare sempre più l'autocensura. "È difficile descrivere la pressione esercitata direttamente dal governo sui media in Bangladesh” ha osservato, “ma sono varie le ragioni dietro l'autocensura”. Il sacerdote ha ipotizzato l’esistenza di una pressione invisibile da parte del governo e il legame di diversi membri del governo con i gruppi editoriali. Padre Rebeiro, per concludere, ha sottolineato che la libertà di espressione e di stampa non sarà possibile se il governo non accetterà di affrontare la questione e di collaborare con i media per risolvere il problema.

Nel World Press Freedom Index 2020, pubblicato ad aprile da Reporter Senza Frontiere, il Bangladesh occupa il 152.mo posto, su un totale di 180 Paesi.

Vatican News Service - AP

 

 

 

 

 

 

04 maggio 2021, 09:49