La sede dell'Unrwa a Gaza La sede dell'Unrwa a Gaza  (AFP or licensors)

All'Onu il sostegno della Santa Sede alle missioni di pace e ai rifugiati palestinesi

Doppio intervento di monsignor Gabriele Caccia, rappresentante vaticano alle Nazioni Unite, durante la 77.ma assemblea generale a New York: dalle azioni di peacekeeping un "segno di speranza" nel lavoro comune tra i Paesi. Preoccupazione per la mancanza di fondi per l'Unrwa, invito al dialogo tra Isreale e Palestina

Michele Raviart - Città del Vaticano

La pace non è solamente “l’assenza di guerra” e può essere raggiunta solo raggiungendo la giustizia attraverso il dialogo, cercando la riconciliazione e lo sviluppo reciproco. In questa cornice, citando la Gaudium et spes, monsignor Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, inquadra il ruolo delle missioni di peacekeeping delle Nazioni Unite, in un intervento all’assemblea generale Onu sul tema.

Un segno di speranza

Le operazioni di peacekeeping sono, dice, “un segno di speranza”, perché solo attraverso il lavoro comune le nazioni possono superare l’”indifferenza globalizzata”. L’obiettivo primario di queste operazioni è la protezione della popolazione civile, come richiesto dagli Stati ospitanti, ma che spesso non hanno i mezzi o la volontà politica per garantirla. Solo così l’operazione avrà la legittimità e la credibilità necessaria per essere accettata dalla gente.

Il rispetto dei diritti umani 

Inoltre, i semi della pace possono crescere solo dove può fiorire la dignità della persona e per questo la Santa Sede sottolinea in maniera positiva come la maggioranza delle operazioni di peacekeeping abbia una componente specializzata nel rispetto dei diritti umani. Apprezzati anche gli sforzi nel prevenire e sradicare gli episodi di abusi e sfruttamento sessuale che si sono verificati in alcuni casi del passato. “Tali violazioni”, afferma monsignor Caccia, “non solo violano la dignità umana delle vittime, ma riduce anche la fiducia tra le missioni e le popolazioni locali”.

Preoccupazione per la mancanza di fondi all'UNRWA

In un altro intervento all’assemblea generale la Santa Sede ha manifestato il suo sostegno all’UNRWA, l’agenzia Onu di sostegno ai rifugiati palestinesi in Medio Oriente, in particolare per quanto riguarda il contributo all’istruzione dei giovani rifugiati. Monsignor Caccia ha quindi espresso “preoccupazione per la grande e crescente mancanza di fondi dell’agenzia, che minaccia di tagliare aiuti chi si trova nelle situazioni più vulnerabili”. La mancanza di fondi, poi, fa aumentare la povertà tra i rifugiati palestinesi, favorendo così una disperazione che può sfociare in fenomeni violenti.

Cordoglio per la giornalista palestinese uccisa

La Santa Sede infatti si rammarica per l’escalation di violenza in Palestina e in Israele e per la conseguente perdita di vite umane. In particolare, sofferenza è stata espressa per la morte della giornalista cattolica Shireen Abu Aqleh lo scorso maggio, insieme alla speranza che “portando la luce della verità” sulla sua morte, “la sua famiglia e chi gli era vicino” possa trovare un po’ di sollievo.

L'impegno al dialogo

L’auspicio è che i leader israeliani e palestinesi possano ascoltarsi seriamente e rispettosamente, impegnandosi nel dialogo e nella comprensione reciproca. La Santa Sede ha poi ribadito l’importanza di trovare una soluzione per la città santa di Gerusalemme, chiedendo uno statuto speciale, garantito a livello internazionale “all’interno del quale la varie aspirazioni siano composte in forma armoniosa e stabile”, in modo “che nessuna parte possa sovrastare i diritti delle altre”.

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08 novembre 2022, 13:21