Ouellet: ritrovare l’orizzonte sacerdotale offuscato dagli abusi

Nel suo intervento al simposio internazionale sul sacerdozio in corso in Vaticano, Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, chiede perdono, a nome di tutta la Chiesa, alle vittime di abusi: “La loro vita distrutta da comportamenti abusanti e criminali, rimasti per troppo tempo nascosti". Il Concilio Vaticano II è una bussola per riscoprire i tratti fondamentali dell’essere sacerdoti oggi

Federico Piana e Eugenio Bonanata - Città del Vaticano

“Cosa ci si può attendere da una ‘teologia fondamentale del sacerdozio’ nell’attuale contesto storico, dominato dal dramma degli abusi sessuali perpetrati da chierici? Non bisognerebbe piuttosto astenersi dal parlare del sacerdozio, quando peccati e crimini di ministri indegni sono sulle prime pagine della stampa internazionale, per aver tradito il loro impegno o per aver vergognosamente coperto i colpevoli di simili depravazioni? Non bisognerebbe piuttosto tacere, pentirsi e cercare le cause di tali misfatti? ”. Il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, ha posto queste dolorose e difficili domande nel suo intervento al Simposio internazionale intitolato Per una teologia fondamentale del sacerdozio, in corso nell’Aula Paolo VI in Vaticano e aperto questa mattina da una riflessione di Papa Francesco.

Domande che trovano risposta

Le domande del cardinale Ouellett non sono, però, senza risposta. Innanzitutto, ha affermato il prefetto della Congregazione dei vescovi, “siamo tutti lacerati e umiliati da queste domande cruciali, che ogni giorno ci interrogano come membri della Chiesa di Gesù Cristo”. Poi, il cardinale ha indicato una strada necessaria da percorrere se si vuole raggiungere l’obiettivo: continuare a chiedere perdono: “Questa occasione è propizia per esprimere il nostro sincero rammarico e per domandare ancora perdono alle vittime, che soffrono per la loro vita distrutta da comportamenti abusanti e criminali, rimasti per troppo tempo nascosti e trattati con leggerezza, per la volontà di proteggere l’Istituzione e i colpevoli in luogo delle vittime”.

Due forme di partecipazione: battesimale e ministeriale

Nel suo intervento, il cardinale Ouellet ha indicato anche un’altra priorità, essenziale per tutta la Chiesa: “Ritrovare l’orizzonte globale del sacerdozio nelle sue due forme di partecipazione, battesimale e ministeriale, all’unico sacerdozio di Cristo”. Una condizione preliminare, ha sostenuto il prefetto, “per una completa analisi teologica del dramma degli abusi; ciò consente anche di riprendere la questione del ruolo della donna nella Chiesa in un modo più aperto e più sensibile alla dimensione carismatica della comunità; ciò dovrebbe inoltre incoraggiare e sostenere l’entusiasmo per tutte le vocazioni mediante un’attraente visione della loro comunione”.

Grazie al Papa per l’attenzione ai sacerdoti

Il cardinale Ouellet ha ringraziato Papa Francesco per l’impulso che ha dato in apertura del simposio: ”E’ stata una bella e lunga conferenza con la quale ha espresso attenzione per il sacerdote tramite la sua dottrina abituale che è rappresentata dalla condivisione della sua esperienza personale. Il Papa ci ha ricordato che, prima di tutto, il sacerdote deve ottenere la vicinanza di Dio”.

I lavori della mattinata

In mattinata, i lavori del simposio si sono incentrati su due tematiche fondamentali: lo stato di salute attuale della fede e del sacerdozio e i fondamenti biblici del rapporto tra il sacerdozio dei battezzati ed il ministero apostolico. “Perché lo scopo di questo incontro è proprio quello di recuperare la coscienza della Chiesa come popolo sacerdotale a servizio della quale esistono i ministri ordinati” spiega ai microfoni di Radio Vaticana/Vatican News padre Gabriel Richi Alberti, relatore nell'evento e decano della Facoltà di teologia dell’Università ecclesiastica San Damaso di Madrid. “E le giornate di riflessione che stiamo vivendo - aggiunge- assumono ancora più rilevanza nel nostro travagliato momento storico”.

Ascolta l'intervista a padre Gabriel Richi Alberti

Padre Gabriel Richi Alberti: guardare al Concilio Vaticano II

Secondo padre Alberti, per ottenere un vero rinnovamento sacerdotale si dovrebbe tornare ad approfondire meglio il Concilio Vaticano II: “Sinteticamente, potremmo dire che il Concilio ci offre quattro indicazioni: partire sempre dall’unicità della mediazione e del sacerdozio di Cristo. Secondo: domandarsi come il sacerdozio, offerta di salvezza, rimane presente lungo la strada della storia per essere offerto alla libertà degli uomini. Poi, rendersi conto che questa possibilità della permanenza del sacerdozio di Cristo lungo la storia è legata alla permanenza della Chiesa come sacramento universale di salvezza. Infine, considerare meglio il sacramento dell'ordine, che garantisce l'essere sacerdotale di tutto il popolo di Dio, affinché la Chiesa possa restare sempre come sacramento di salvezza".

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17 febbraio 2022, 16:37