Monsignor Aldo Giordano Monsignor Aldo Giordano 

È morto monsignor Aldo Giordano, nunzio apostolico presso l’Unione Europea

Era ricoverato a Lovanio, in Belgio, per il covid e nelle ultime settimane le sue condizioni si erano progressivamente aggravate. Aveva 67 anni. Papa Francesco lo aveva chiamato dal Venezuela nel maggio scorso per rappresentare la Santa Sede presso l’Ue. “La mia fede - aveva affermato - mi dice che il Cristo Risorto mi precede e mi aspetta a Bruxelles"

VATICAN NEWS

Un uomo mite e buono, di grande equilibrio e intelligenza, al servizio della Chiesa e della gente, pur nella difficile attività diplomatica. Monsignor Aldo Giordano, 67 anni, cuneese, si è spento oggi pomeriggio, 2 dicembre, a Lovanio, in Belgio, dove era ricoverato a causa del covid. Nelle ultime settimane le sue condizioni erano peggiorate velocemente ed era entrato in rianimazione. I funerali si svolgeranno nel Duomo di Cuneo in una data ancora da definire.

L'amore per il popolo venezuelano

Appena l’8 maggio scorso il Papa lo aveva nominato nunzio apostolico presso l’Unione Europea dopo quasi otto anni passati alla guida della rappresentanza pontificia in Venezuela. Come sempre, aveva risposto subito con il suo “eccomi”, anche se - come lui stesso confessava - si era molto affezionato al popolo venezuelano di cui ammirava la fede profonda e l’eroismo in questo periodo di grande sofferenza. In una intervista pubblicata dal Santuario piemontese di Sant’Anna di Vinadio, esprimeva la sua fiducia che in questa nuova missione avrebbe di nuovo incontrato il Signore: “La mia fede mi dice che il Cristo Risorto mi precede e mi aspetta a Bruxelles. Io conto su questo”.

Tra i tanti i messaggi di cordoglio per la sua scomparsa sono giunti subito quelli della Conferenza episcopale venezuelana (Cev) che ricorda come, appena il 30 aprile scorso, il nunzio aveva presieduto a Caracas la Messa per la beatificazione di José Gregorio Hernández, conosciuto come il medico dei poveri. Adesso - aveva detto il presule nell'omelia - Gregorio “non appartiene più solo ai venezuelani, ma dal Venezuela si dona alla Chiesa universale e al mondo intero”, suggerendoci che “il Venezuela è e sarà sempre una terra di grazia”. Fin dal suo arrivo a Caracas come nunzio apostolico - afferma una nota della Cev - mons. Giordano “aveva espresso il desiderio di partecipare alla Beatificazione”, ma “come lui stesso aveva detto, non avrebbe mai immaginato di ricevere la responsabilità di presiedere l'atto liturgico”. E la nota sottolinea come la nomina a nunzio in Venezuela coincidesse con il giorno delal nascita del beato Hernández.  

Il cordoglio dei vescovi europei

Anche la Presidenza e il Segretariato del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) hanno espresso il loro cordoglio: “I vescovi europei” – si legge in una nota – “hanno potuto conoscere la dedizione con cui ha servito la Chiesa e beneficiare della sua gioia e del suo impegno per l’evangelizzazione in tutto il continente europeo”. “Non potendo partecipare all’Assemblea Plenaria del CCEE di settembre scorso - prosegue la nota - aveva inviato un saluto ai vescovi nel quale, oltre a esprimere la sua gioia ed emozione per il ritorno a servire direttamente l’Europa" don Aldo si interrogava su "quale volto abbia oggi il nostro continente e quali siano le sue responsabilità", e indicava per la Chiesa "l’ardua responsabilità di essere uno spazio di fraternità che stia più in alto delle tensioni culturali e politiche”. 

La biografia

Nato il 20 agosto 1954 a Cuneo, ordinato sacerdote nel 1979, monsignor Giordano aveva ottenuto il Baccellierato presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano e la Licenza in Filosofia alla Pontificia Università Gregoriana. Per la ricerca di dottorato si era dedicato al pensiero di Nietzsche. Durante il periodo degli studi a Roma aveva collaborato come vice-parroco nella Parrocchia del SS. Sacramento sulla Prenestina.

Dal 1982 al 1996 è stato professore di filosofia presso lo Studio teologico interdiocesano e la Scuola Superiore di Scienze religiose di Fossano (Cuneo). A livello diocesano aveva insegnato per alcuni anni storia della filosofia nel liceo classico del seminario, tenendo corsi di etica alla scuola di teologia per laici e collaborando come vice-parroco nella parrocchia di S. Pio X a Cuneo, dove seguiva la pastorale diocesana per gli ambiti della politica, economia, medicina e cultura. Aveva dedicato ricerche e pubblicazioni in particolare alla filosofia contemporanea, all'etica e al tema Cristianesimo ed Europa.

Il 15 maggio 1995 viene eletto segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, trasferendosi nella sede del segretariato a St. Gallen, in Svizzera. Ha svolto questo incarico a servizio della comunione e collaborazione con i vescovi europei per 13 anni. Cappellano (2002) e poi prelato (2006) di Sua Santità, nel 2008 è osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa di Strasburgo e nel 2013 nunzio in Venezuela, anno in cui viene consacrato vescovo (sede titolare di Tamada e dignità di arcivescovo). Nel settembre 2013 pubblica il libro: “Un'altra Europa e possibile, Ideali cristiani e prospettive per il vecchio Continente”, in cui raccoglie le esperienze e le riflessioni dei quasi 20 anni di servizio alla Chiesa in Europa.

La visione di un'Europa unita per il bene dell'umanità

“La Chiesa – aveva sottolineato monsignor Giordano in una intervista alla Radio Vaticana - è interessata al fatto che l’Europa sia più unita” ma “sempre in una prospettiva mondiale”, perché “la Chiesa ha sempre un orizzonte molto grande, l’interesse è per tutta l’umanità e per tutti i Paesi. Desideriamo un’Europa più unita e più stabile, perché in questa maniera è più capace di contribuire alle altre regioni della terra, in uno scambio di doni”.

Nello stesso tempo rifletteva sulla questione dei valori: “Quando facciamo l’elenco dei valori noi siamo facilmente d’accordo che la dignità della persona umana, la libertà, la fraternità, l’uguaglianza, il diritto delle minoranze siano riconosciuti come valori. Ma la questione emerge nel momento in cui noi vogliamo dare un contenuto ai valori. A questo punto ci troviamo spesso a mani vuote, perché lo stesso valore noi lo possiamo usare per discorsi molto diversificati o anche contrari l’uno con l’altro. La dignità della persona umana è citata oggi in tantissimi discorsi, per discorsi che sono per la vita o discorsi che sono contro la vita. Allora, il problema è il contenuto, il problema è anche il fondamento dei valori. Credo che la Chiesa e i cristiani possano dare un grosso contributo al fondamento, all’interpretazione, al contenuto dei valori. In una prospettiva globale abbiamo un bisogno molto urgente di avere valori universali, che vadano al di là del relativismo delle singole culture o addirittura dei governi, dei legislatori o anche delle religioni. Questo - affermava - mi sembra un contributo importante della Chiesa”.

Latore di un messaggio del Papa per la pace in Venezuela

Monsignor Giordano, nell’aprile del 2014, aveva inviato un messaggio del Papa al presidente Nicolás Maduro, ai membri del governo e ai rappresentanti della Mesa de Unidad Democrática in occasione del processo di dialogo e di pace: “Sono profondamente convinto - scriveva Francesco - che la violenza non potrà mai portare pace e benessere ad un Paese, poiché essa genera sempre e solo violenza. Al contrario, attraverso il dialogo potete riscoprire la base comune e condivisa che conduce a superare il momento attuale di conflitto e di polarizzazione, che ferisce così profondamente il Venezuela, per trovare forme di collaborazione. Nel rispetto e nel riconoscimento delle differenze che esistono tra le Parti, si favorirà il bene comune”. “Al cuore di ogni dialogo sincero - affermava il Papa - c’è, anzitutto, il riconoscimento e il rispetto dell’altro. Soprattutto c’è l’eroismo del perdono e della misericordia, che ci liberano dal risentimento, dall’odio e aprono una strada veramente nuova. Si tratta di una strada lunga e difficile, che richiede pazienza e coraggio, ma è l’unica che può condurre alla pace e alla giustizia. Per il bene di tutto il popolo e per il futuro dei Vostri figli - concludeva Francesco - Vi chiedo di avere questo coraggio”.

Il 26 giugno 2017, mons. Giordano era stato ricevuto in Vaticano da Papa Francesco e, intervistato dalla Radio Vaticana dopo l’incontro, aveva sottolineato la sofferenza del popolo venezuelano e la sua aspirazione alla pace di fronte a una crisi molto grave: "Il popolo sta soffrendo - aveva affermato - Auspichiamo che il bene del popolo diventi una priorità per tutte le forze politiche. Credo che allora si potrebbero anche trovare soluzioni o iniziare dei processi anche per trattare soluzioni politiche".

Il cordoglio di Ursula von der Leyen e David Sassoli

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, si è detta profondamente addolorata per la scomparsa di mons. Giordano, sottolineando che l'Ue ha beneficiato delle sue "notevoli capacità diplomatiche". "Era un uomo buono - ha affermato - dedito alla pace e al dialogo. Un vero europeo. Onoriamo la sua memoria". Condoglianze alla famiglia del presule sono state espresse anche dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. 

Uomo del dialogo fondato sulla fede in Gesù

E un commosso ricordo è giunto da monsignor Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee dal 2008 al 2018, successore proprio di Giordano, che ha voluto sottolineare del nunzio piemontese l’indomabile volontà di promuovere il dialogo, cercando sempre di portare Cristo al vecchio continente attraverso l’incontro tra le persone. 

(Ultimo aggiornamento: ore 19.00 del 3 dicembre)

 

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02 dicembre 2021, 18:51