Tratta di esseri umani Tratta di esseri umani 

Santa Sede: contro la tratta, rafforzare partenariato e cooperazione

Le “armi” più efficaci per combattere una piaga atroce che trasforma l'essere umano in merce: questo al centro dell' intervento di monsignor Janusz Urbańczyk, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione per la Sicurezza e cooperazione in Europa (Osce) alla 1.277° riunione del Consiglio permanente dell’Osce stessa, conclusasi oggi. Nelle parole del presule anche possibili azioni sugggerite nei termini di prevenzione, protezione e persecuzione

Isabella Piro - Città del Vaticano 

Rafforzare il partenariato e la cooperazione tra gli Stati: è questa una delle “armi” più efficaci per combattere la tratta di esseri umani. Lo ha affermato monsignor Janusz Urbańczyk, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione per la Sicurezza e cooperazione in Europa (Osce), intervenuto alla 1.277° riunione del Consiglio permanente dell’Osce stessa. Svoltosi a Vienna nell’arco di un mese – dal 30 luglio al 31 agosto – l’incontro ha dedicato una sessione di lavori alla riflessione sulla “Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani”, celebrata il 30 luglio. Un tema particolarmente importante per la Santa Sede, ha detto monsignor Urbańczyk, evidenziando come le vittime della tratta siano “tra le persone più disumanizzate e scartate nel mondo di oggi, in ogni angolo della terra”. Il traffico di esseri umani “è una piaga atroce, una peste aberrante, una ferita aperta sul corpo della società contemporanea”, ha continuato l’Osservatore permanente, facendo eco alle parole spesso pronunciate da papa Francesco; essa trasforma le persone in “merci comprate, vendute e sfruttate in modo diversi e inimmaginabili”. Inoltre, c’è “una diffusa ignoranza” sulla natura del problema che è avvertito come “spinoso e vergognoso”. Eppure – ha ricordato monsignor Urbańczyk – “nel mondo ci sono più di 40 milioni di vittime della tratta o dello sfruttamento, di cui un quarto, 10 milioni, ha meno di 18 anni, mentre un bambino su venti vittima dello sfruttamento sessuale nel mondo ha meno di otto anni”.

Gli effetti della pandemia

Non solo: la pandemia da Covid-19 “ha cambiato i modelli abituali di tratta e sfruttamento”, intensificando l’uso della comunicazione e della manipolazione on line, ed “ha anche esacerbato e portato in primo piano le disuguaglianze economiche e sociali sistemiche e profondamente radicate che sono tra le cause del traffico di esseri umani”. Cosa fare, dunque? Il Rappresentante della Santa Sede ha ricordato che “la lotta alla tratta è stata spesso descritta sotto forma di tre P: prevenzione, protezione e persecuzione”. Tuttavia, c’è anche una una quarta "P", ovvero il partenariato, “che non è meno importante e dovrebbe essere rafforzato”, ha sottolineato monsignor Urbańczyk, perché “la mancanza di cooperazione tra i vari attori statali spesso rende inefficaci le politiche e i programmi animati da buone intenzioni”.

Il richiamo agli Stati

Di qui, l’auspicio che gli Stati condividano tra loro “informazioni rilevanti sulla tratta di esseri umani” e sviluppino “risposte comuni”. “È necessaria una maggiore cooperazione – ha ribadito l’Osservatore permanente - così come la fornitura di assistenza ai Paesi posti lungo le rotte della tratta di esseri umani”. Il richiamo è valido per tutti: “Per essere efficaci, la cooperazione e il coordinamento - ha concluso il presule - dovrebbero coinvolgere anche la società civile, le organizzazioni religiose e i leader religiosi, nonché il settore economico e i media”, esattamente come avviene – ha concluso - per il Gruppo Santa Marta. Istituito nel 2014 per volere di Papa Francesco, infatti, il Gruppo Santa Marta comprende un centinaio di delegati provenienti da 30 Paesi del mondo con l’obiettivo di combattere “la piaga sociale della tratta di persone, legata a nuove forme di schiavitù”. L’organismo riunisce vescovi, responsabili delle forze dell’ordine, sacerdoti, religiose, rappresentanti di organizzazioni che lottano contro la tratta, soprattutto prestando ascolto alle voci delle vittime.

 

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31 agosto 2020, 12:31