Immagine di Hiroshima colpita dalla bomba atomica Immagine di Hiroshima colpita dalla bomba atomica 

Parolin: troppi ritardi su disarmo nucleare, minaccia intollerabile

Nella Giornata Internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, si leva la voce del cardinale Pietro Parolin, intervenuto ieri all’Assemblea generale dell’Onu, per richiamare tutti gli Stati a ratificare il Trattato per la messa al bando dei test atomici, approvato oltre vent’anni fa e mai entrato in vigore

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

“Più di due decenni è un’attesa troppo lunga” per dimostrare l’impegno degli Stati verso un mondo libero dalle armi atomiche. Con queste parole il cardinale Pietro Parolin ha chiuso il suo intervento alla Conferenza, ospitata nel Palazzo di Vetro dell’Onu, per favorire l’entrata in vigore del Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT).

Appello agli Stati: ratificate il Trattato CTBC

L’accordo, approvato nel 1996, non è infatti operativo per la mancata adesione - prevista nel Trattato stesso - di 8 Paesi, tra cui le maggiori potenze nucleari o ritenute tali: India, Pakistan, Corea del Nord, non lo hanno firmato e Cina, Egitto, Iran, Israele, Stati Uniti, non lo hanno ratificato. A questi Paesi, che bloccano l’entrata in vigore del Trattato, si rivolge direttamente il segretario di Stato vaticano perché colgano “l’opportunità di dimostrare saggezza, leadership coraggiosa e impegno per la pace e il bene comune di tutti”.

Stop a test, proliferazione e modernizzazione

 “Il divieto degli esperimenti nucleari, la non proliferazione nucleare e il disarmo nucleare sono strettamente connessi e devono essere raggiunti il più rapidamente possibile sotto un efficace controllo internazionale”, ha sottolineato il porporato, rimarcando che “l'entrata in vigore del CTBT è tanto più imperativa se si considerano le minacce contemporanee alla pace”, che arrivano dalle continue sfide poste dalla “proliferazione nucleare” e dalla “grande modernizzazione degli arsenali di armi nucleari” di alcuni Stati,  che sono “contrarie ai principi fondamentali del CTBT” e “compromettono la sicurezza internazionale”.

La pace e l’ambiente fortemente minacciati

Come denunciato da Papa Francesco, l'escalation della corsa agli armamenti, non solo nucleari, che continua “senza sosta”, “rappresenta una spesa considerevole per le nazioni”, che ricade sui popoli, per cui “le vere priorità” della  famiglia umana, “come la lotta contro la povertà, la promozione della pace, la realizzazione di progetti educativi, ecologici e sanitari e lo sviluppo dei diritti umani, sono relegate in secondo piano”.

La deterrenza nucleare è illusoria

“Le armi nucleari - ha ammonito il rappresentante della Santa Sede - offrono un falso senso di sicurezza. La pace inquieta promessa dalla deterrenza nucleare si è sempre più volte rivelata illusoria. Le armi nucleari non possono creare un mondo stabile e sicuro. Una pace duratura e la sicurezza internazionale non possono fondarsi sulla distruzione reciprocamente assicurata o sulla minaccia di annientamento”.

La logica della paura è moralmente inaccettabile

Se l’escalation nucleare “è moralmente inaccettabile”, “i test atomici comportano il rilascio sostanziale e incontrollato di materiali radioattivi direttamente nell'ambiente”, “un bene collettivo, patrimonio di tutta l'umanità e responsabilità di ognuno”. Occorre quindi sostituire, ha sollecitato il cardinale Parolin, la “logica della paura e della sfiducia”, che consegue ad una sorta di pace, “instabile e falsa”, “che si basa su equilibri di potere, con minacce e contro minacce”, con “un’etica della responsabilità”, che crei “un clima di fiducia, che valorizzi il dialogo multilaterale, attraverso una cooperazione coerente tra tutti i membri della comunità internazionale”. Questo richiede da parte degli Stati, ha aggiunto il porporato, “la buona volontà e la buona fede delle parti e la loro disponibilità a trattare lealmente ed onestamente  gli uni con gli altri e la loro diponibilità ad accettare gli inevitabili compromessi derivanti dalle controversie”, come raccomandato da Francesco al Corpo diplomatico all’inizio di quest’anno.

Affermare l’etica della corresponsabilità

“In un momento di crescenti tensioni, - ha concluso il cardinale Parolin - l'entrata in vigore del CTBT costituirebbe una misura essenziale di rafforzamento della fiducia e un'importante manifestazione di un impegno verso questa etica della responsabilità”.

14 mila testate aspettano di essere dismesse

Nell’odierna Giornata Internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, istituita nel 2014, l’Onu ricorda che tutt’ora nel mondo vi sono arsenali con quasi 14 mila testate atomiche, di cui 3.750 schierate con forze operative e quasi 2.000 tenute in uno stato di massima allerta. A possederle - secondo l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (Sipri) , sarebbero nove Paesi: Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, Pakistan, Israele, Corea del Nord.

 

 



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26 settembre 2019, 14:32