Card. Pietro Parolin Card. Pietro Parolin 

Card. Parolin ai Nunzi: “incatenati” al Vangelo, “prigionieri” dell’amore di Dio

Nell’omelia della Messa celebrata stamani nella Basilica di San Pietro, il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha disegnato il ministero dei Rappresentati Pontifici. La celebrazione ha dato il via alla riunione convocata dal Papa fino a sabato prossimo, alla quale partecipano 103 Rappresentanti Pontifici, di cui 98 Nunzi Apostolici e 5 Osservatori Permanenti

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Una condotta esemplare e cristallina nel servizio all’umanità, un amore appassionato per la Chiesa e per gli uomini, un ministero altissimo svolto con umiltà autentica. Sono le caratteristiche dei Rappresentati Pontifici messe in luce dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nell’omelia della Messa celebrata stamani nella Basilica di San Pietro.

Esemplari nella condotta

Ispirandosi alle letture dell’odierna liturgia, il porporato evidenza come Gesù con il suo insegnamento e la sua condotta restituisca alla Legge “il movimento, la leggerezza”, liberandola da “ingessature sclerotizzanti”, da “armature esteriori”, facendone esplodere le contraddizioni ma ritrovandone “il senso, l’anima, la logica di fondo”. “Siamo costantemente invitati a vigilare sul nostro rapporto con la legge”: afferma il card. Parolin riferendosi alla legge canonica senza escludere quella civile:

Da una parte ne dobbiamo essere i primi custodi e osservanti: il nostro operato di Rappresentanti della Santa Sede deve essere sempre esemplare e la nostra condotta cristallina. Il nostro servizio e tutti i sistemi giuridici presenti nel mondo sono (o dovrebbero essere) indirizzati al bene dell’uomo e di ogni uomo: al rispetto dei suoi diritti, alla costruzione di una società più giusta, ad una convivenza nella pace. Questo, tra l’altro è l’ambito dell’azione diplomatica della Santa Sede. La legge deve essere sempre e solo a servizio dell’umanità!

La legge dell’amore

Amorevolezza è la parola chiave per il servizio da svolgere in diverse condizioni.

L’azione della Chiesa potrà essere favorita in qualche parte, oppure fortemente contrastata in altre. Ma niente e nessuno potrà impedirci di amare. Un amore appassionato per Cristo e per la sua Chiesa, un amore generoso per gli uomini, per le popolazioni presso cui siamo inviati e, soprattutto, per i poveri.

La diplomazia del Vangelo

Il cardinale segretario di Stato, prendendo spunto dalla Lettera di san Paolo, ricorda “l’altezza smisurata del ministero e, contemporaneamente, la relativizzazione del ministro”.

Ogni ministero nella Chiesa, compreso quello della rappresentanza pontificia, non gode di una gloria pro-pria, ma deve riflettere unicamente quella della Nuova Alleanza in Cristo. Ogni giorno nella Santa Messa celebriamo il memoriale eucaristico con le parole stesse di Paolo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue» cercando costantemente di costruire con tutti rapporti di stima e fraternità, servendo alla «diplomazia del Vangelo».

Trasformati nel cuore

Restare segnati “dalla povertà e dal limite”: è l’indicazione di Parolin perché si può essere rappresentanti Pontifici “solo nella stima del compito affidato e, contemporaneamente, nell’umiltà sincera circa la propria persona”. Questo significa diventare specchio della gloria del Signore.

Lasciamoci, dunque, trasformare dal nostro compito: se i messaggeri devono fare corpo unico col messaggio che annunciano, anche i Rappresentanti Pontifici sono chiamati in qualche modo a lasciarsi trasfigurare dall’annuncio che recano. Non solo deve rendersi presente in noi lo stile pastorale del Santo Padre, che rappresentiamo e negli Stati presso i quali siamo accreditati, ma il nostro cuore di pastori e di vescovi deve immedesimarsi sempre più con il Vangelo stesso e con la Nuova Alleanza di Gesù.

Le autentiche credenziali

Una trasformazione che, spiega il cardinale Parolin, “farà di noi uomini di grande fede, di umiltà autentica, di amore appassionato per il Signore e per gli uomini e di dedizione incondizionata per la Chiesa, sposa di Cristo”.

Preghiamo fratelli, perché il nostro servizio di Rappresentati Pontifici, ci tenga “incatenati” al Van-gelo di Gesù in modo irreversibile, così da diventare an-che noi gioiosi e coraggiosi “ambasciatori in catene”, “prigionieri” per sempre della legge dell’amore.

Tre giorni con il Papa

La celebrazione di stamani ha di fatto aperto la riunione dei Rappresentanti Pontifici, convocata da Papa Francesco fino a sabato. Un’assemblea, a cadenza triennale, che segue quelle del 2103 e del 2016. Prendono parte alla Riunione 103 Rappresentanti Pontifici, di cui 98 Nunzi Apostolici e 5 Osservatori Permanenti. Alla giornata conclusiva del 15 giugno sono stati invitati inoltre 46 Nunzi Apostolici in pensione. Domani è in programma l’udienza con il Papa e nei prossimi giorni incontri con i Capi Dicastero della Curia Romana e con gli Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, residenti a Roma. Sabato mattina la Messa a Casa Santa Marta e un momento di preghiera dei partecipanti nella Cappella Sistina.

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12 giugno 2019, 12:37