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Mons. Nykiel: confessarsi per sentirsi amati da Dio

Si concluderà venerdì 29 marzo, con l'udienza dei partecipanti dal Papa, il 30.mo corso sul 'Foro interno' della Penitenzieria Apostolica. Mons. Nykiel, reggente del Dicastero: “Aiutiamo i sacerdoti a diventare dispensatori di misericordia”

Fabio Colagrande – Città del Vaticano

E' iniziato a Roma lo scorso 25 marzo, presso il Palazzo della Cancelleria, il 30.mo Corso sul Foro interno, organizzato dalla Penitenzieria Apostolica. L’incontro si chiuderà venerdì 29 marzo con la celebrazione penitenziale presieduta da Papa Francesco nella Basilica Vaticana, preceduta dall'udienza del Santo Padre ai partecipanti. “Vogliamo aiutare i sacerdoti ad essere buoni dispensatori” dice mons. Krzysztof Josef Nykiel, reggente del Dicastero.

Ascolta l'intervista a mons. Krzysztof Josef Nykiel

Eccellenza, qual è il significato di questo corso?

R. - Il corso sul Foro interno esprime l’impegno profuso dalla Penitenzieria Apostolica nella formazione dei sacerdoti novelli e dei seminaristi prossimi all’ordinazione. Oggi più che mai, infatti, ai ministri della misericordia è richiesta un’adeguata e aggiornata preparazione teologica, spirituale, pastorale e giuridica. Con tale iniziativa vogliamo aiutare i sacerdoti ad essere “buoni dispensatori” di misericordia, degli ottimi pedagoghi che conducono a Cristo! È un’attenzione che costituisce una costante del magistero di Papa Francesco e il trentesimo anniversario del corso, che ricorre quest’anno come anche la partecipazione di più di settecento corsisti, sono testimonianza del crescente interesse che riscuote.

Quali sono i temi trattati quest’anno?

R. - Nel corso viene privilegiato un approccio “concreto”, mirato alla retta amministrazione della Riconciliazione e alla soluzione di casi particolarmente delicati che, nel sacramento, il confessore può trovarsi di fronte. Sono illustrate inoltre tutte le informazioni necessarie per redigere e inviare le domande o i ricorsi alla Penitenzieria Apostolica per le materie di sua competenza. Ma le lezioni non vogliono comunicare semplicemente nozioni di teologia e diritto, piuttosto fornire anzitutto ai confessori validi orientamenti per accompagnare concretamente i fedeli con disponibilità, sollecitudine e tenerezza paterna all’incontro con la misericordia di Dio. Sarebbe bellissimo se ogni confessione fosse pienamente vissuta come “una grazia straordinaria, un miracolo permanente della tenerezza divina”, come ha recentemente ricordato il Papa nell’incontro con il Clero di Roma.

Qual è la sfida pastorale che i confessori si trovano a dover affrontare oggi?

R. - La grande sfida, oggi, è aiutare le persone ad aprirsi all’esperienza dell’amore di Dio! Viviamo in un contesto in cui si cerca di fare a meno di Dio, in cui l’uomo lo avverte come l’antagonista della sua felicità e perciò tenta di sbarazzarsene illudendosi di potercela fare anche senza il suo aiuto. Ma Dio non è il concorrente dell’uomo, ma il suo più grande sostenitore! E questo si sperimenta ogni volta che ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione, quando ciascuno di noi sente di essere amato incondizionatamente da Dio.

Per concludere parliamo del ruolo del sacramento della Penitenza nel cammino verso la santità…

R. - Con l’Esortazione apostolica 'Gaudete et exsultate', il Santo Padre ricorda a tutti i fedeli che la nostra vera meta è la santità. Leggendo attentamente il testo si scopre che il sacramento della Penitenza è uno strumento molto valido per sostenere il cammino dei credenti verso la santità. La Confessione può diventare un aiuto per rialzarsi sempre ogni volta che cadiamo; l’antidoto contro i veleni del neo-gnosticismo e del neo-pelagianesimo; uno strumento per accrescere l’umiltà e, al contempo, un canale di gioia per quel figlio che sperimenta l’abbraccio di tenerezza del Padre; può essere anche un luogo di verità, che alimenta la memoria grata della propria storia e il discernimento quotidiano. Riscopriamo quindi la fiducia nella misericordia di Dio accostandoci con frequenza al sacramento della Riconciliazione, dove chiunque riconosce con cuore pentito le sue colpe può sperimentare la tenerezza dell’amore del Padre. Inoltre, desidero ricordare che la Confessione sacramentale è via di santificazione non solo per il penitente, ma anche per il confessore, che ha la grazia di contemplare quotidianamente i miracoli delle conversioni che Dio opera.

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28 marzo 2019, 08:30