Suore in preghiera nel corso di una Messa per le vittime di abusi a Quezon City Suore in preghiera nel corso di una Messa per le vittime di abusi a Quezon City 

Dichiarazione di religiose e religiosi su abusi: chiediamo perdono per i nostri fallimenti

“L'abuso di bambini è un male ovunque e in ogni tempo: questo punto non è negoziabile”. E' la convinzione delle religiose e dei religiosi che in tutto il mondo costatano la vulnerabilità dei più piccoli. E che in una loro dichiarazione si impegnano a lavorare perchè questa situazione cambi

Adriana Masotti - Città del Vaticano

“Chiediamo perdono a tutti per i nostri fallimenti e riaffermiamo di essere accanto al Santo Padre. Ci impegniamo a lavorare con lui affinché la Chiesa possa procedere in modo coerente, credibile e unificato” per una vera guarigione. A due giorni dall’inizio dell’incontro sulla Protezione dei Minori voluto da Papa Francesco, l’Unione internazionale delle Superiore generali, UISG, e l’Unione Superiori Generali, USG diffondono una dichiarazione congiunta in cui esprimono così il loro pieno sostegno all’iniziativa.

I bambini sono i più vulnerabili nelle nostre società

Mediante la loro esperienza in ogni parte del mondo sanno bene che in molte situazioni e in diverse forme “i bambini sono abusati, trascurati, maltrattati e indesiderati”, perché “i bambini sono i più vulnerabili nelle nostre società”. E scrivono: “Come adulti, come cristiani e come religiosi, vogliamo impegnarci per far sì che le loro vite possano cambiare”.

Gli abusi all'interno della Chiesa

Ma il prossimo incontro metterà a fuoco l’abuso sui minori da parte di persone che hanno autorità nella Chiesa, specialmente vescovi, sacerdoti e religiosi, una storia piena di dolore “che continua da decenni”. E che non ha trovato risposta adeguata. Così religiose e religiosi scrivono: “Abbassiamo il capo per la vergogna quando ci rendiamo conto che tali abusi si sono verificati nelle nostre Congregazioni e Ordini e nella nostra Chiesa”, e poi: “La nostra vergogna è ancora maggiore perché non ci siamo accorti di quanto stava accadendo” e coloro che avevano autorità nei nostri Ordini e Congregazioni “non hanno riconosciuto i segnali di allarme o non sono riusciti a prenderli in seria considerazione".

Avviare processi di cambiamento

I tre giorni in cui si svolgerà il prossimo incontro in Vaticano sono un tempo breve, riconoscono i religiosi, per affrontare tutti i problemi, ma confidano nella potenza dello Spirito Santo, sicuri che potranno essere avviati processi importanti, identificati nuovi passi e prese decisioni, “la cui attuazione può aver luogo rapidamente e universalmente con il giusto rispetto per le diverse culture”. E qui sottolineano che l'abuso di bambini “è un male ovunque e in ogni tempo”, in nessun caso tollerabile, "qualunque sia la cultura e il contesto".

Tre ambiti in cui impegnarsi 

Sull’esempio di Papa Francesco, nella Dichiarazione si esprime l’impegno di “riconoscere umilmente e confessare gli errori fatti; di sostenere i sopravvissuti", imparando come loro vogliono essere ascoltati. C’è bisogno di una “cultura diversa nella Chiesa e nella nostra società” che guardi in occhi diversi i bambini e sappia promuovere la loro tutela e tre sono gli ambiti individuati dalle e dai religiosi in cui agire concretamente: l’ambito dell’educazione e dell’assistenza sanitaria, tramite le scuole e gli ospedali da loro gestiti; l’ambito della formazione in cui inserire programmi di istruzione adeguati e infine l’ambito della spiritualità riguardo a cui intendono “sviluppare programmi speciali per accompagnare ogni vittima di abuso che desideri trovare aiuto nella difficoltà con la fede e col senso della vita”. La parola chiave, e più volte ripetuta, è l’umiltà con cui camminare insieme. 

E' necessaria una reale conversione

Fondamentale è il riconoscimento della necessità di conversione all’interno della Chiesa stessa. I religiosi dichiarano: “Vogliamo vedere i nostri punti ciechi. Vogliamo denunciare ogni abuso di potere. Ci impegniamo a intraprendere un percorso con coloro che serviamo, avanzando con trasparenza e fiducia, onestà e sincero pentimento”. Nella Dichiarazione si cita ancora il problema delle risorse necessarie a cui si può far fronte rafforzando la collaborazione tra la UISG e la USG e che può essere estesa nel campo della formazione e della selezione dei candidati alla vita religiosa. Collaborazione da istaurare, nella lotta contro gli abusi, anche con i genitori dei minori e soprattutto con le madri. “È giusto affermare – si legge nel documento - che se alle donne fosse stato chiesto un parere e un aiuto nella valutazione dei casi, sarebbe stata intrapresa un’azione più forte, più rapida e più efficace”.

La preoccupazione anche per gli abusi su suore e seminaristi

La dichiarazione si conclude rivolgendosi ai sopravvissuti agli abusi a cui va ancora l’offerta di “sincere scuse” e la richiesta di perdono per la “vergognosa incapacità di comprendere il vostro dolore”. E anche se l’incontro si concentrerà sulla Protezione dei Minori, le religiose e i religiosi non tacciono un’altra questione che provoca “profonda preoccupazione”, cioè i casi di “abuso e sfruttamento di suore, seminaristi e candidati nelle case di formazione”. Anche su questo chi scrive afferma di volersi impegnare “a fare tutto il possibile per trovare una risposta efficace”. Insomma per una Chiesa risanata, UISG e USG auspicano un cammino coerente “veramente rinnovato, con nuovi occhi per vedere e nuove orecchie per ascoltare”.

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19 febbraio 2019, 12:08