I poveri di Papa Francesco al Golden Gala di atletica

Duecento poveri, senzatetto, anziani, disabili, profughi e migranti, assistiti dall’Elemosineria Apostolica, dalla cooperativa Auxilium e da Sant’Egidio, hanno vissuto una serata allo Stadio Olimpico di Roma per assistere al Golden Gala di atletica, invitati da Papa Francesco e dalla Federazione italiana di atletica

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Gli atleti di tutto il mondo che si sfidano allo Stadio Olimpico di Roma per il Golden Gala “Pietro Mennea”, hanno quest’anno un pubblico nuovo: Duecento poveri, senzatetto, anziani, disabili, profughi e migranti, invitati da Papa Francesco e dalla Federazione italiana di atletica. Dopo le due serate al circo, la visita ai Musei Vaticani e la pizza per tutti nell’atrio dell’Aula Paolo VI, una giornata da spettatori e tifosi dell’atletica mondiale, promossa dall’Elemosineria Apostolica guidata dal prossimo cardinale Konrad Krajewski.

Tutti a guardare i velocisti Coleman, Tortu e Trost

Lo sprinter statunitense Christian Coleman, molto religioso e molto commosso mercoledì all’incontro con Papa Francesco, e i velocisti italiani Filippo Tortu e Alessia Trost, si sono esibiti davanti a Mohamed, 14 anni di Damasco, fuggito dalla Siria in fiamme un anno fa e oggi assistito nel centro di accoglienza Mondo Migliore, a Rocca di Papa, gestito dalla cooperativa Auxilium. Accanto a lui, in curva Sud, Ivano, disabile di una casa famiglia e Babatoré, migrante nigeriano del Cara di Castelnuovo di Porto, visitato dal Papa nel 2016. Fanno il tifo anche gli anziani della Comunità di Sant’Egidio e i senzatetto assistiti dall’Elemosineria Apostolica, accompagnati da alcuni podisti di Athletica Vatican, la squadra di dipendenti della Santa Sede, con le loro famiglie.

Una serata di festa e amicizia all’insegna dello sport

Una serata di festa e di amicizia, come aveva predetto l'arcivescovo Krajewski, vissuta attraverso la bellezza di uno sport universale e semplice come l’atletica. “Più volte Papa Francesco ha ricordato che i poveri hanno bisogno non solo di cibo, vestiti e un posto per dormire  - ricorda ai microfoni di Vatican News Gianpaolo Mattei, di Athletica Vaticana - ma anche di una parola amica, di un sorriso e di occasioni di svago e di sano divertimento”. I "poveri del Papa", italiani insieme a migranti e profughi siriani, pakistani, nigeriani, maliani, gambiani, senegalesi, eritrei, egiziani e ivoriani,a  fine serata consumano sugli spalti dell’Olimpico anche una cena al sacco.

 

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31 maggio 2018, 20:33