San Saba, abate

Basilica di San Saba, Roma Basilica di San Saba, Roma 

Saba

Nato a Mutalasca, nei pressi di Cesarea di Cappadocia nel 439, entra ancora giovane in monastero: nel 457 si reca a Gerusalemme per entrare nel nuovo monastero fondato da Passarione, ma non trova la pace che desiderava. Si dirige così verso il mar Morto, dove chiede accoglienza all’abate Teoctisto.

Nel 473, dopo vari tentativi non andati a buon fine, decide di ritirarsi in una torre e vivere da solitario. Così fino al 478 quando si mette in cammino verso Gerusalemme. Fermandosi nella valle del Cedron, scelglie di occupare una delle grotte lì presenti, continuando la sua vita eremitica.

La grande Laura

Il suo vivere, però, cominciò ad attirare l’attenzione di altri ricercatori di Dio che cominciarono ad occupare le grotte circostanti, tanto che dovettero fondare altri “monasteri eremiti”, che prenderanno il nome di “Grande Laura” da “Cammino stretto/gola”. La forma della “laura” è tipica nella comunità monastica dell’Oriente cristiano: di dimensioni ridotte, composto da celle o grotte, una chiesa e a volte, al centro, un refettorio comune. Saba voleva esprimere un “pezzo di cielo”, riflesso della bellezza infinita che incontreremo davanti a Dio.

Le contestazioni

L’allargamento della Comunità portò con sé tensioni, a tal punto che Saba decide di allontanarsi. Infatti era “combattivo contro i demoni, ma dolce verso gli uomini”. Si ritirò così presso una grotta abitata da un leone: quando questi tornò e trovò il monaco che dormiva, cercò di trascinarlo fuori, ma Saba cominciò a pregare l’Ufficio notturno e il leone uscì. Conclusa la recita dei salmi, Saba si distese di uovo e il leone tentò nuovamente di trascinarlo all’esterno. Ad un certo punto Saba gli disse: “la caverna è vasta per contenere entrambi: siamo ambedue figli di Dio, se ti va, resta con me, se no, ciao!”. “A queste parola, colto in qualche modo da reverenza, il leone se ne andò”.

Alla sua morte, 5 dicembre 532, lasciava sette Laura, otto monasteri, tre ospizi.