Il Papa: dietro alle guerre brama di ricchezze, uno scandalo il commercio di armi

All’Angelus in Piazza San Pietro, Francesco mette in guardia dall’attaccamento al denaro e dalla cupidigia: “Una malattia pericolosa anche per la società. A causa sua, oggi, tanti paradossi: pochi hanno tanto e tanti hanno poco o niente”. Il grazie per l'accoglienza in Canada e l'appello di pace per l'Ucraina: "Fermarsi e negoziare". Un saluto ai confratelli gesuiti nella festa di Sant'Ignazio di Loyola

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Guerre, conflitti, ingiustizie, paradossi sociali. Dietro a tutto questo, un’unica matrice: “La cupidigia”. Papa Francesco all’Angelus denuncia dinanzi ai 12 mila fedeli presenti in Piazza San Pietro quella che “è una malattia pericolosa anche per la società”, la cupidigia appunto, a causa della quale “siamo arrivati oggi ad altri paradossi, a un’ingiustizia come mai prima nella storia, dove pochi hanno tanto e tanti hanno poco o niente”.

Pensiamo anche alle guerre e ai conflitti: quasi sempre c’entrano la brama di risorse e ricchezze. Quanti interessi ci sono dietro a una guerra! Di sicuro uno di questi è il commercio delle armi. Questo commercio è uno scandalo a cui non dobbiamo e non possiamo rassegnarci

(Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Tante famiglie litigano per l'eredità 

Dalla finestra del Palazzo Apostolico, il Papa commenta nella sua catechesi il Vangelo di questa domenica in cui un uomo, rivolgendosi a Gesù, dice: “Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità”. “Problemi simili sono ancora all’ordine del giorno”, afferma Francesco: “Quanti fratelli e sorelle, quanti membri della stessa famiglia purtroppo litigano, e magari non si parlano più, a causa dell’eredità!”.

La cupidigia, malattia che distrugge le persone

La risposta che Gesù offre a quell’uomo non è dettagliata, non entra nei particolari, ma va alla radice delle divisioni causate dal possesso delle cose: “Tenetevi lontani da ogni cupidigia”. “Che cos’è la cupidigia?”, domanda infatti il Pontefice.

È l’avidità sfrenata di beni, il volere sempre arricchirsi. È una malattia che distrugge le persone, perché la fame di possesso crea dipendenza. Soprattutto chi ha tanto non si accontenta mai: vuole sempre di più, e solo per sé. Ma così non è più libero: è attaccato, è schiavo di ciò che paradossalmente doveva servirgli per vivere libero e sereno

Il Papa durante l'Angelus
Il Papa durante l'Angelus

La tentazione dei soldi

Dal “servirsi del denaro” si passa infatti ad essere “servo del denaro”, sottolinea il Papa. Gesù stesso, prosegue, “oggi ci insegna che, al cuore di tutto questo, non ci sono solo alcuni potenti o certi sistemi economici: al centro c’è la cupidigia che è nel cuore di ciascuno”.

L’invito del Papa è a un personale esame di coscienza:

Come va il mio distacco dai beni, dalle ricchezze? Mi lamento per ciò che mi manca o so accontentarmi di quello che ho? Sono tentato, in nome dei soldi e delle opportunità, di sacrificare le relazioni e il tempo per gli altri? E ancora, mi capita di sacrificare sull’altare della cupidigia la legalità e l’onestà?

Culto e idolatria

“Altare”, una parola non usata casualmente da Papa Francesco: “I beni materiali, i soldi, le ricchezze possono diventare un culto, una vera e propria idolatria”, spiega infatti. Perciò Gesù usa “parole forti” e dice che “non si possono servire due padroni”. “Stiamo attenti – rimarca il Pontefice - non dice Dio e il diavolo, oppure il bene e il male, ma Dio e le ricchezze. Servirsi delle ricchezze sì; servire la ricchezza no: è idolatria, è offendere Dio".

Dio, il più ricco di tutti

Qualcuno forse potrebbe pensare che non si può desiderare di essere ricchi. “Certo che si può, anzi, è giusto desiderarlo, è bello diventare ricchi, ma ricchi secondo Dio! Dio è il più ricco di tutti: è ricco di compassione, di misericordia”, afferma Francesco.

La sua ricchezza non impoverisce nessuno, non crea litigi e divisioni. È una ricchezza che ama dare, distribuire, condividere.

“Accumulare beni materiali non basta a vivere bene”, è quindi il messaggio che il Papa vuole lasciare ai fedeli con la sua catechesi domenicale. “La vita non dipende da ciò che si possiede. Dipende invece dalle buone relazioni: con Dio, con gli altri e anche con chi ha di meno”.

I fedeli in piazza San Pietro per l'Angelus del Papa
I fedeli in piazza San Pietro per l'Angelus del Papa

Quale eredità lasciare?

Da qui, ancora, una serie di domande a cui rispondere scavando nella propria anima:

Io, come voglio arricchirmi? Secondo Dio o secondo la mia cupidigia? E tornando al tema dell’eredità, quale eredità voglio lasciare? Soldi in banca, cose materiali, o gente contenta attorno a me, opere di bene che non si dimenticano, persone che ho aiutato a crescere e maturare?

La preghiere per il popolo ucraino

Al termine dell'Angelus, il Papa ha ricordato il suo "pellegrinaggio penitenziale" compiuto in Canada e concluso ieri, ringraziando autorità civili, capi indigeni e vescovi per l'accoglienza riservatagli, ma anche tutti coloro che lo hanno accompagnato con la preghiera. "Durante il viaggio non ho mai smesso per il popolo ucraino aggredito e martoriato, chiedendo a Dio di liberarlo dal flagello della guerra", ha aggiunto il Papa, rinnovando l'appello per la pace: "Fermarsi e negoziare. Che la saggezza ispiri passi concreti di pace".

Il saluto ai confratelli gesuiti

Nell'odierna festa di Sant'Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, di cui lui stesso è membro, Jorge Mario Bergoglio ha rivolto un "saluto affettuoso ai miei confratelli gesuiti": "Continuate a camminare con zelo e con gioia nel servizio del Signore, siate coraggiosi".

Guarda il video integrale dell'Angelus del Papa in Piazza San Pietro

 

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31 luglio 2022, 12:06