Papa Francesco a Panama per la Gmg Papa Francesco a Panama per la Gmg 

Un Pontificato in cammino per le vie del mondo

Nel 2019 Papa Francesco ha compiuto 7 viaggi apostolici internazionali in 11 Paesi. Un “Pontificato itinerante” che mette al centro le periferie geografiche ed esistenziali

Alessandro Gisotti

“Vi farò una confidenza: a me non piace viaggiare”. Sono le parole apparentemente sorprendenti che il Papa pronunciava l’8 giugno scorso rivolgendosi ad un gruppo di giovani ricevuti in Vaticano nell’ambito dell’iniziativa Il Treno dei Bambini. In realtà, è ben noto che, quando era arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio raramente si allontanava dalla sua diocesi. Pochi i viaggi internazionali, per lo più in America Latina o a Roma per Sinodi e Concistori. Francesco ha però sempre mantenuto vivo lo spirito del viaggiatore, spirito missionario, che da giovanissimo gli faceva sognare di andare in Giappone sulle orme di San Francesco Saverio.

Desiderio che, in un modo imprevedibile per il giovane gesuita argentino, Bergoglio ha potuto esaudire quest’anno da Papa visitando il Paese del Sol Levante. A dire il vero, nella sua diocesi, l’immensa Buenos Aires, il futuro Pontefice non era mai stato fermo. Anzi, l’aveva percorsa in lungo e in largo, quasi sempre spostandosi sui mezzi pubblici. Una “cosa normale” per il vescovo e poi cardinale argentino e che, tuttavia, aveva destato una grande sensazione quando, subito dopo la sua elezione alla Cattedra di Pietro, erano state diffuse alcune foto del nuovo Papa in clergyman seduto come un comune pendolare in un bus della capitale argentina.

Dunque, un vescovo “camminatore”, callejero, in mezzo al popolo e che preferiva impiegare il tempo nelle Villas Miserias, nelle “periferie esistenziali” della metropoli, piuttosto che nel centro cittadino. Un vescovo dunque sempre in viaggio all’interno della sua diocesi. E così quando è divenuto Pastore della Chiesa Universale, Francesco ha immediatamente sentito che ora la sua diocesi era il mondo e che doveva mettersi di nuovo in cammino, con lo stesso spirito che lo aveva animato fino ad ora, ma su uno spazio molto più grande.

Del resto, nella stessa udienza al Treno dei Bambini, Francesco aggiungeva a proposito dei viaggi: “A me è successo quello che succede ai bambini capricciosi: non ti piace la minestra? Due piatti! Non ti piacciono i viaggi? Farai dei giri… È vero che nei viaggi tu trovi sempre la gente, la gente buona e impari tanto”. In questa risposta, tanto semplice e diretta, si trova in fondo la cifra del viaggiare di Papa Francesco: incontrare la gente, conoscere i contesti. In qualche modo, come ha anche notato recentemente il Washington Post in un articolo di Chico Harlan, il Papa utilizza i viaggi apostolici per “riformare la Chiesa” ponendo al centro le periferie da cui attingere linfa per avviare nuovi processi di evangelizzazione.

Un Pontificato “itinerante”, “sinodale”, come si è visto in modo eclatante in questo 2019, anno record per i viaggi apostolici internazionali. Francesco ne ha compiuti ben 7 visitando 11 Paesi in 4 continenti. Bisogna tornare al 1982 e a San Giovanni Paolo II per registrare lo stesso numero di visite del Successore di Pietro oltre i confini dell’Italia. D’altro canto, è significativo che questo anno così denso di viaggi internazionali coincida con il centenario della Maximum Illud di Benedetto XV sull’attività missionaria nel mondo. Con i suoi viaggi, Francesco sottolinea proprio la dimensione intrinsecamente missionaria del discepolo del Signore, chiamato ad essere “in uscita” per annunciare la Buona Notizia in tutto il mondo, perché nessuna terra è lontana e nessun popolo è alieno alla Parola di Dio.

“Rileggendo” i sette viaggi di quest’anno si possono inoltre ritrovare i grandi snodi dell’azione pastorale di Bergoglio: i giovani, nel viaggio a Panama per la GMG; il dialogo interreligioso, nei viaggi negli Emirati Arabi Uniti e in Marocco; il dialogo ecumenico, nelle visite in Bulgaria e Macedonia del Nord e poi in Romania. Ancora, la difesa dell’ambiente e l’attenzione per i poveri nel viaggio in Mozambico, Madagascar e Mauritius; infine, la pace e la promozione dei diritti delle donne e dei bambini come punti chiave del viaggio asiatico in due tappe in Tailandia e Giappone.

Proprio nel saluto ai giornalisti nel volo verso la Tailandia, il Papa ha osservato che “fa tanto bene alla gente essere informata e anche conoscere le culture che sono lontane dall’Occidente”. Con i suoi viaggi, Francesco porta in effetti luce in angoli del mondo dove i mass media non andrebbero mai, ma che grazie alla sua presenza diventano “visibili” alla comunità internazionale, chiamata ad occuparsi di popoli e terre altrimenti dimenticate. La “cultura dell’incontro” si fa strada anche grazie ai suoi viaggi. Viaggi che durano ben oltre il momento in cui il Papa sale sull’aereo per far ritorno a Roma. Non solo per la gente ma anche per lui che, in un’intervista, confidò di portare nel cuore le persone incontrate nei viaggi, di pregare “per loro, per le situazioni dolorose e difficili”, “perché si riducano le diseguaglianze che ho visto”.

 

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23 dicembre 2019, 12:01