Il commento di padre Lombardi sulla visita di Papa Francesco a Napoli

Un discorso con una “grandissima ricchezza di orizzonti” e di grande efficacia sui “temi della teologia, come ricerca e come insegnamento”: le impressioni sulle parole del Pontefice del gesuita padre Federico Lombardi

Gabriella Ceraso - Napoli

Molto soddisfatto della partecipazione di Papa Francesco all’Incontro promosso dalla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sul tema: “La teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del Mediterraneo”, si dichiara ai nostri microfoni, padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Ratzinger-Benedetto XVI. Ecco il suo commento:

 

"Sono stato estremamente ammirato del fatto che il Papa abbia partecipato questa mattina a questo convegno, e a lungo. Questa volta lui è stato a sentire e quindi ha dato anche l’esempio della partecipazione alla riflessione teologica e culturale, prima di dire la sua parola. Questo l’ho trovato un fatto estremamente significativo, perché è anche abbastanza raro. Questa è una prima considerazione. La seconda è che la parola che lui ha detto è una parola di grandissima portata per tutte le facoltà teologiche del mondo sul modo di fare teologia e naturalmente partendo da una situazione concreta come è questa di Napoli e dalla considerazione della collocazione nel Mediterraneo e delle possibilità di riflessione e i problemi che pone l’essere sulle sponde del Mediterraneo, però dà dei principi di carattere assolutamente generale che riguardano l’inserimento nella realtà, il contesto in cui si fa teologia e la si insegna, e la interdisciplinarità in cui vengono portati a dialogo e a costruzione di un discorso sempre più ricco e sempre più ampio anche i contributi delle diverse competenze e delle diverse discipline".

Ascolta il commento di padre Federico Lombardi

Il caso specifico di Napoli

"E, nel caso specifico, poi, di Napoli e del Mediterraneo - prosegue padre Lombardi - il riferimento al dialogo interreligioso, in particolare, naturalmente, con l’ebraismo e con l’islam, che sono religioni caratteristiche dell’ambito mediterraneo, anche se ci sono pure in diverse altre parti del mondo, ma in fondo sono nate in quest’area geografica. Allora, il discorso del Papa è diventato un po’ un discorso programmatico e di modello per le facoltà teologiche, per il modo di fare teologia e anche l’atteggiamento con cui farlo; infatti, lui ha sviluppato il discorso anche sulla compassione dei teologi, cioè sulla loro partecipazione come credenti al mistero della misericordia di Dio e al fatto che questa non è un’espressione astratta, ma dev’essere vissuta perché è proprio con questa compassione e partecipazione che si diventa capaci di ascolto e di dialogo con gli altri. E poi ha parlato anche dell’ascolto dei giovani, per esempio. Ora, qui si tratta di insegnamento, nelle facoltà di teologia, quindi la teologia si insegna in dialogo con dei giovani, con delle persone che desiderano imparare ma che non sono passivi, sono soggetti di un dialogo dell’apprendimento che va tenuto in conto. Ha parlato anche della presenza e della partecipazione delle donne all’insegnamento della teologia e allo studio della teologia. E’ stato un discorso estremamente ampio: mi ha molto toccato".

L'accento sulla teologia come ricerca e insegnamento

"Certamente - osserva Padre Lombardi - potevamo aspettarci, trattandosi di Mediterraneo, i riferimenti all’accoglienza, alla pace, al non avere paura dell’altro, al vivere una realtà come quella del Mediterraneo come anche quella di tutti i confini, non come qualcosa che separa da qualcuno di cui si ha paura, ma come qualche cosa attraverso cui si può entrare in contatto e in dialogo per costruire insieme. Quindi, una grandissima ricchezza di orizzonti ma quello che mi ha colpito di questo discorso – perché l’ho trovato più specifico – è l’ampiezza di orizzonti e l’efficacia con cui ha descritto i temi della teologia, come ricerca e come insegnamento. Attenzione che – bisogna sempre ricordare – questo è un viaggio a Napoli, ma a Napoli lui è già venuto e ha già visitato la città, ha già dato espressione a tutto il suo sentire pastorale per i problemi pastorali, sociali, umani della città e molti altri aspetti. Quindi questo è in qualche modo un viaggio complementare a quello già fatto a Napoli, nella direzione specifica della dimensione culturale dell’approfondimento, dello studio che non va mai disgiunta dalle altre dimensioni della vita della Chiesa ma è importante per capire, per approfondire, perché la fede non va senza la ragione".

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21 giugno 2019, 14:53