Il Papa con il Consiglio delle Chiese del Sud Sudan Il Papa con il Consiglio delle Chiese del Sud Sudan

Ritiro per il Sud Sudan: evento che nasce da lontano

C'è attesa per il ritiro spirituale che si tiene oggi e domani presso la Casa Santa Marta con la partecipazione delle massime autorità civili ed ecclesiastiche del Sud Sudan, Paese da tempo nel cuore di Papa Francesco. Ripercorriamo tutti i passi che hanno portato all'evento

Isabella Piro – Città del Vaticano

“Io sto studiando, i miei collaboratori stanno studiando la possibilità di un viaggio in Sud Sudan. Perché sono venuti i vescovi, l’anglicano, il presbiteriano e il cattolico, tre insieme a dirmi: “Per favore, venga in Sud Sudan, soltanto una giornata, ma non venga solo, venga con Justin Welby”, cioè con l’arcivescovo di Canterbury. Da loro, Chiesa giovane, è venuta questa creatività. E stiamo pensando se si può fare…”. Con queste parole, pronunciate il 26 febbraio 2017 nell’incontro con la Comunità anglicana svoltosi nella Chiesa “All Saints” di Roma, Papa Francesco manifestava la sua attenzione per il Sud Sudan e per la sua Chiesa.

Una Chiesa giovane in un Paese giovane

Una Chiesa giovane in un Paese giovane, nato il 9 luglio 2011 con un referendum che ne ha sancito l’indipendenza dal Sudan. Due anni fa, dunque, il Pontefice auspicava un viaggio nel Paese africano. Al momento, esso non si è concretizzato, ma nel frattempo sono stati numerosi i momenti in cui il pensiero del Papa è tornato a Juba ed ai suoi abitanti, travolti da una guerra civile sviluppatasi nel 2013 tra le milizie guidate dall’ex-vicepresidente Riek Machar, appartenente all’etnia Nuer, e le truppe regolari fedeli al Presidente Salva Kiir, di etnia Dinka.

Nel 2018, il Papa presiede una celebrazione per la pace

Ad esempio, il 23 novembre 2017, Papa Francesco presiede in San Pietro una speciale celebrazione di preghiera per la pace in Sud Sudan. Nell’omelia, il Pontefice eleva una preghiera affinché “il Signore Risorto abbatta i muri dell’inimicizia che oggi dividono i fratelli, specialmente nel Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo. Soccorra le donne vittime di violenza nelle zone di guerra e in ogni parte del mondo. Salvi i bambini che soffrono a causa di conflitti a cui sono estranei, ma che rubano loro l’infanzia e a volte anche la vita (…) Il Signore rafforzi nei governanti e in tutti i responsabili uno spirito nobile, retto, fermo e coraggioso nella ricerca della pace, tramite il dialogo e il negoziato”.

L’iniziativa “Il Papa per il Sud Sudan”

La celebrazione è seguita, il 23 febbraio del 2018, da una speciale “Giornata di preghiera per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo”, sempre indetta da Papa Francesco. Da ricordare anche l’iniziativa lanciata nell’estate 2017 e denominata "Il Papa per il Sud Sudan”: articolata in tre aree - sanità, educazione e lavoro agricolo - per un totale di aiuti di circa mezzo milione di dollari, la proposta viene coordinata dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, e vuole esprimere la carità del Pontefice e la sua vicinanza alle popolazioni del Paese africano.

La visita ad limina dei vescovi

A settembre 2018, poi, si svolge la visita ad limina della Conferenza episcopale del Sudan, che racchiude sia l’Arcidiocesi di Khartoum che quella di Juba. Nel corso di questo incontro, Francesco chiede ai presuli di rivolgere una particolare attenzione ai milioni di profughi loro concittadini, dislocati nei Paesi confinanti o sfollati internamente. Di qui, l’invito rivolto dal Papa alla Conferenza episcopale per rendere la Chiesa viva tra quei rifugiati e a farla divenire una presenza costante in mezzo a loro.

L’impegno della Chiesa sudanese per i profughi

E i vescovi rispondono prontamente all’esortazione pontificia: il mese dopo, organizzano una visita di sei giorni al campo profughi di Bidi Bidi, il più grande insediamento al mondo. “I vescovi – dichiara a Vatican News James Oyet Latansio, segretario generale del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan - hanno risposto all’appello del Santo Padre per essere solidali con il loro popolo, che ha bisogno di pastori. E un pastore deve andare incontro al suo popolo, soprattutto se si trova in una situazione di sofferenza, per renderlo forte nella fede e nella speranza”.

L’udienza del Papa con il presidente Salva Kiir

Il 16 marzo 2019, inoltre, Papa Francesco riceve in udienza Salva Kiir Mayardit, presidente della Repubblica del Sud Sudan, che poi incontra il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede - sono state evidenziate le buone relazioni bilaterali, nonché il contributo della Chiesa cattolica nell’ambito educativo e sanitario e nel processo di riconciliazione e di ricostruzione della Nazione. Ci si è soffermati poi sulle questioni concernenti l’attuazione dell’accordo raggiunto recentemente dai diversi attori politici, in vista della soluzione definitiva dei conflitti, del ritorno dei profughi e degli sfollati nonché dello sviluppo integrale del Paese”.

La visita di mons. Gallagher a Juba

“In questo contesto – sottolinea in particolare la nota - Sua Santità ha espresso il desiderio che si verifichino le condizioni di una Sua possibile visita in Sud Sudan, come segno di vicinanza alla popolazione e di incoraggiamento al processo di pace”. Nel frattempo, però, una visita nel Paese viene compiuta da Mons. Gallagher che si reca a Juba dal 21 al 25 marzo 2019. Oltre all’incontro con le autorità locali, l’Arcivescovo si intrattiene con i vescovi del Sud Sudan per dialogare sulle sfide pastorali e sulla situazione creatasi nel Paese. Il presule si reca anche presso l’Università Cattolica del Sud Sudan, dove benedice la prima pietra dell’Istituto per gli Studi di Giustizia e Pace ed pianta un albero in ricordo del 10.mo anniversario della fondazione dell’Ateneo.

La vicinanza del Papa agli sfollati

Numerosi gli incontri che si susseguono nei giorni successivi, tutti incentrati sul tema della pace, e significativa in questo senso la visita che Mons. Gallagher compie al campo dei civili sfollati appena fuori Juba, gestito dalla missione della Nazioni Unite in Sud Sudan: nella chiesa improvvisata del campo, infatti, il presule ascolta le testimonianze e le speranze dei responsabili della comunità, assistita spiritualmente dai padri francescani e comboniani, e a tutti assicura la vicinanza e la benedizione del Pontefice.

La nomina del nunzio apostolico

Da ricordare, infine, due recenti nomine pontificie per il Sud Sudan: quella del nunzio apostolico, nella persona di Mons. Hubertus Matheus Maria van Megen, avvenuta il 19 marzo scorso, e quella del Vescovo di Torit, ovvero Mons. Stephen Ameyu Martin Mulla, nominato il 3 gennaio 2019.

 

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10 aprile 2019, 08:05