Papa Francesco: i discepoli di Cristo non siano prigionieri delle differenze

Nella sala dei Papi, il Pontefice riceve in udienza una delegazione della “Apostolikì Diakonia” della Chiesa ortodossa di Grecia, ed esalta i frutti della collaborazione e del dialogo tra cattolici e ortodossi

Barbara Castelli – Città del Vaticano

“Camminare insieme”, non “ciascuno per la sua strada”, ma “come fratelli che la Provvidenza ha fatto incontrare”: in questo modo cattolici e ortodossi possono sperimentare che quello in comune è “molto più di quanto ci tiene a distanza”. E’ un abbraccio fraterno quello che Papa Francesco riserva ai membri della delegazione della “Apostolikì Diakonia” della Chiesa di Grecia, ricevuti in Vaticano. Nel discorso, il Pontefice chiede anzitutto un “favore”: trasmettere, al rientro ad Atene, “cordiali auguri” a Sua Beatitudine Ieronymos II, che lo scorso 16 febbraio ha celebrato "l’undicesimo anniversario di intronizzazione". (Ascolta il servizio con la voce del Papa).

Non essere prigionieri delle differenze

Papa Bergoglio esprime apprezzamento per la fruttuosa collaborazione tra l’Apostolikì Diakonia e il Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, che si protrae da oltre quindici anni e ha realizzato “tanti lodevoli progetti culturali e formativi”. Un esempio tangibile di come “fare insieme” aiuti “a riscoprirsi fratelli”.

“I giovani ci insegnano a non restare prigionieri dalle differenze, ma ad accendere il desiderio di camminare insieme, sognando il superamento delle difficoltà che impediscono la piena comunione. Sta a noi continuare a camminare insieme, a fare insieme, per riscoprirci fratelli”.

Di qui, l’invito a camminare “non ciascuno per la sua strada, inseguendo le proprie mete, come se l’altro fosse solo uno che la storia mi ha messo accanto, ma come fratelli che la Provvidenza ha fatto incontrare e che procedono insieme verso l’unico Signore, portando l’uno i pesi dell’altro, gioendo l’uno per i passi dell’altro”.

Alleati per la famiglia

Un ulteriore ambito di collaborazione a cui fa riferimento Papa Francesco è quello familiare. Viviamo, infatti, in una società caratterizzata “da cambiamenti molto rapidi”, che si ripercuotono in una “crescente fragilità interiore”. Scenari che investono le famiglie cristiane con diverse sfide, “pur appartenendo ad ambiti geografici e culturali diversi”.

E noi siamo chiamati a stare loro vicini, ad aiutare le famiglie a riscoprire il dono del matrimonio e la bellezza di custodire l’amore, che si rinnova ogni giorno nella condivisione paziente e sincera e nella forza mite della preghiera. Siamo chiamati ad essere vicini anche laddove la vita familiare non si realizza secondo la pienezza dell’ideale evangelico e non si svolge nella pace e nella gioia.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

Photogallery

Le foto dell'udienza nella sala dei Papi
25 febbraio 2019, 11:21