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Papa: se una persona si sente amata, l’ombra negativa dell’eutanasia scompare

La fiducia del paziente di poter guarire e l’attenzione al malato come ad un fratello che soffre. Su questi aspetti si sofferma il Papa nel discorso ai 70 partecipanti al IV Seminario sull'Etica nella gestione della Salute, ricevuti oggi in udienza. Serve, infatti, un legame di profonda umanità fra gli operatori sanitari e i pazienti

Debora Donnini - Città del Vaticano

Se una persona si sente amata, “l’ombra negativa dell’eutanasia” scompare o diviene quasi inesistente. Lo ha detto il Papa ai circa 70 partecipanti al IV Seminario sull’Etica nella gestione della Salute, ricevuti stamani in udienza in Vaticano. Nel discorso in spagnolo il Papa saluta mons. Alberto Bochatey, vescovo ausiliare di La Plata, presidente della Commissione Sanitaria della Conferenza episcopale argentina e direttore generale di questa attività,  Cristian Mazza, presidente della Fondazione Salute di Consenso, e gli enti che rappresentano, per l'opportunità di questo Seminario, organizzato sotto l'egida della Pontificia Accademia per la Vita. L'incontro si apre oggi in Vaticano e durerà fino al 5 ottobre. (Ascolta il servizio con la voce del Papa). 

Nel malato un volto che soffre

Tre le parole attorno a cui ruota il discorso del Papa: miracolo, cura e fiducia. Il mondo della salute in generale, e particolarmente in America Latina, vive un’epoca segnata dalla crisi economica e le difficoltà nell’accesso alle terapie e ai farmaci possono far cadere nello scoraggiamento, rileva il Papa. Ma se è vero che il rapporto costi-benefici implica una distribuzione delle risorse, il Papa invita a trovare nel malato, un fratello. Una consapevolezza che, se non può da sola sciogliere tutti i problemi, può però portare ad un cambiamento di mentalità. In questo modo, le soluzioni possono essere sviluppate attraverso una combinazione di pubblico e privato, legislazione ed etica, giustizia sociale e imprenditorialità. Il principio ispiratore “non è un ideale astratto” ma una persona concreta , un volto che spesso soffre. “Siate coraggiosi e generosi” nell'uso di mezzi economici e tecno-scientifici, esorta il Papa, perché “coloro che ne beneficiano, specialmente i più poveri, apprezzeranno i vostri sforzi e le vostre iniziative”.

Con accompagnamento, scompare ombra eutanasia

Ci vuole poi attenzione perché la cura dei malati non consiste semplicemente nell’applicazione asettica di farmaci e non si limita solo al ripristino della salute. Questo è evidente nelle cure palliative. “Stiamo vivendo quasi universalmente una forte tendenza alla legalizzazione dell'eutanasia”, evidenzia il Papa ma – prosegue – “sappiamo che quando viene fatto un accompagnamento umano sereno e partecipativo, il paziente cronico grave o il paziente malato terminale percepisce questa sollecitudine”. E quindi “anche in queste dure circostanze, se la persona si sente amata, rispettata, accettata, l'ombra negativa dell'eutanasia scompare o diventa quasi inesistente, perché il valore del suo essere si misura dalla sua capacità di dare e ricevere amore, non dalla sua produttività”. Gli operatori sanitari, quindi, si devono impegnare in un continuo aggiornamento delle competenze per poter rispondere alla loro vocazione di “ministri della salute” e in questo ambito la "Nuova Carta degli Operatori sanitari" è uno strumento utile, indica Francesco.

Fiducia del paziente di poter guarire

Serve poi la fiducia del paziente in se stesso e nella possibilità di guarire. Qui c’è gran parte del successo della terapia. Ma è anche importante che gli operatori possano svolgere il loro lavoro in un ambiente di serenità. Il Papa mette anche in guardia dal rischio che, per la complessità del sistema sanitario, i “termini del  contratto” siano quelli che stabiliscono il rapporto fra l’operatore sanitario e il paziente e così si rompa la fiducia. Il Papa chiede invece lo sforzo di mantenere questo legame di profonda umanità nella sua integrità per cui il rapporto con il paziente esige il rispetto della sua autonomia e attenzione, comprensione e dialogo per essere espressione di un impegno assunto come servizio. Il suo incoraggiamento è quello che ciascuno abbia quella prudenza, quell’amore e quella vicinanza al malato per poter compiere il proprio dovere con grande umanità.

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01 ottobre 2018, 11:30