Papa: la “maternità” della Lettonia è aiuto alle famiglie e sguardo al futuro

Papa Francesco, nella prima tappa del suo viaggio in Lettonia, nel Palazzo presidenziale di Riga, chiede alle autorità e la società civile di “puntare più in alto” dei nostri interessi particolari “per trasformare in solidarietà la comprensione”. L’omaggio floreale al Monumento alla Libertà

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Imparare a “puntare più in alto di noi stessi e dei nostri interessi particolari” per trasformare in solidarietà la comprensione e l’impegno reciproci. Così si fa la storia, e i conflitti e le tensioni “possono raggiungere un’unità multiforme che genera nuova vita”: Così, citando la sua esortazione apostolica Evangelii gaudium, Papa Francesco si rivolge alle autorità politiche, alla società civile e al Corpo diplomatico della Lettonia, nel palazzo presidenziale di Riga, il castello sul fiume Daugaya. (Ascolta la voce del Papa)

Appello alla capacità spirituale di guardare oltre

Al suo arrivo nella capitale lettone, il Papa fa appello alla “capacità spirituale di guardare oltre, che si fa concreta in piccoli gesti quotidiani di solidarietà, di compassione e di aiuto reciproco”, che ha sostenuto il popolo della Lettonia nella ricostruzione della Nazione, segnata in passato da “dure prove sociali, politiche, economiche e anche spirituali, dovute a divisioni e conflitti”. Questa, spiega “vi ha dato la creatività necessaria per dar vita a nuove dinamiche sociali di fronte a tutti i tentativi riduzionisti e di esclusione che minacciano sempre il tessuto sociale”.

La Lettonia, terra dei “dainas”, ha saputo cambiare il suo lamento e il suo dolore in canto e danza e si è sforzata di trasformarsi in un luogo di dialogo e di incontro, di convivenza pacifica che cerca di guardare avanti.

Una libertà resa possibile da radici che "sono in cielo"

Nel centenario dell’indipendenza della Lettonia, Francesco ricorda che la libertà conquistata e riconquistata è “resa possibile grazie alle radici che vi costituiscono”.

Sono lieto di sapere che nel cuore delle radici che costituiscono questa terra si trova la Chiesa Cattolica, in un’opera di piena collaborazione con le altre Chiese cristiane, il che è segno di come sia possibile sviluppare una comunione nelle differenze. Realtà che si verifica quando le persone hanno il coraggio di andare al di là della superficie conflittuale e si guardano nella loro dignità più profonda.

Libertà è impegnarsi nello sviluppo integrale delle persone

La libertà e l’indipendenza della Lettonia, prosegue Papa Francesco, “sono un dono, ma sono anche un compito che coinvolge tutti”.

Lavorare per la libertà significa impegnarsi in uno sviluppo integrale e integrante delle persone e della comunità. Se oggi si può fare festa è grazie a tanti che hanno aperto strade, porte, futuro, e vi hanno lasciato in eredità la stessa responsabilità: aprire futuro avendo di mira che tutto sia al servizio della vita, generi vita.

L' omaggio al Monumento della Libertà a Riga

Al Monumento alla Libertà, con giovani e famiglie

E ricorda che al termine dell’incontro nel Palazzo Presidenziale, con il presidente lettone Raimonds Vējonis, “ci recheremo al Monumento alla Libertà, dove saranno presenti bambini, giovani e famiglie”.

Essi ci ricordano che la “maternità” della Lettonia – analogia suggerita dal motto di questo viaggio – trova eco nella capacità di promuovere strategie che siano veramente efficaci e focalizzate sui volti concreti di queste famiglie, di questi anziani, bambini e giovani, più che sul primato dell’economia sopra la vita.

Maternità è creare lavoro, perche nessuno debba sradicarsi

Una “maternità”, conclude il Papa, ricordando il motto della visita “Dimostra di esser madre”, che “si manifesta anche nella capacità di creare opportunità di lavoro, in modo che nessuno debba sradicarsi per costruire il proprio futuro. L’ indice di sviluppo umano si misura anche dalla capacità di crescere e moltiplicarsi”. Perché una comunità si sviluppa non solo se possiede più beni e risorse, ma “per il desiderio che si ha di generare vita e creare futuro”.

Questo è possibile solo nella misura in cui ci sono radicamento nel passato, creatività nel presente e fiducia e speranza nel domani. E si misura dalla capacità di spendersi e di scommettere così come le generazioni passate ci hanno saputo testimoniare.

Il presidente: sogno una Lettonia senza orfanatrofi

Nel suo saluto, il presidente lettone Raimonds Vējonis sottolinea che “non è immaginabile uno Stato forte senza famiglie forti. Fede, speranza e amore sono le basi solide sulle quali edificare la famiglia”. Nella famiglia, prosegue il capo di Stato della Lettonia, “inizia l’amore ed il rispetto per la propria terra. Proprio per questo è importante che ogni bambino cresca in un ambiente amorevole e familiare. Spero – è l’auspicio del presidente - che fra poco potremo vedere la Lettonia senza orfanotrofi”. Anche se la Lettonia si è sviluppata rapidamente, ricorda, ci sono ancora molti poveri e molti decidono di emigrare. Per questo “dobbiamo non solo creare una società più giusta, ma anche rivedere i nostri valori nell'insieme”.

La divisione dell'Europa porta solo sofferenze

Vējonis ringrazia poi Papa Francesco per il suo impegno a favore di un Europa “unita nella sua diversità”, perché “il destino dei Paesi baltici nel XX secolo è una testimonianza vivente del fatto che la divisione dell'Europa porta solo sofferenze”. Il futuro “è in un'unione basata sui diritti umani, democrazia e solidarietà, piuttosto che su interessi e benefici egoistici”. È un’esperienza dolorosa, conclude il presidente lettone, “vedere i cambiamenti nel Mar Baltico. I problemi della giustizia sociale sono direttamente legati alla sostenibilità dell’ambiente ed al cambiamento climatico. E si dice convinto che la visita di Papa Francesco “toccherà molti cuori, stimolando un cambiamento positivo in ciascuno di noi ed in tutto il mondo”.

Il benvenuto con la musica dei kokles

L' arrivo a Riga e l'accoglienza in aeroporto

Papa Francesco arriva in Lettonia puntuale, alle 8,20 locali, 7,20 in Italia, all'aeroporto internazionale di Riga, dopo un volo di un'ora da Vilnius. Con il Pontefice viaggia il nunzio apostolico neri Paesi Baltici mons. Pedro Lopez Quintana. Il presidente della Repubblica Vējonis lo accoglie ai piedi della scaletta dell'aereo AirBaltic, insiema due bambini, in abito tradizionale, che gli offrono dei fiori. Salutano Francesco anche l'ambasciatore lettone presso la Santa Sede, Veronika Erte, il presidente della Conferenza episcopale mons. Janis Bulis, l'arcivescovo di Riga Zbignevs Stankevics e il coordinatore locale della visita. Il Papa e il presidente passano poi davanti al picchetto d'onore, mentre un gruppo di ragazze in costume tipico esegue musiche con il kanclés, il tipico strumento a corde dei baltici.

Il benvenuto in Lettonia al castello di Riga

Il corteo di auto con Papa Francesco raggiunge il castello di Riga, fondato nel 1330, residenza ufficiale del presidente della Lettonia. Raimonds Vējonis, 52 anni, che è alla guida della Lettonia dal 2015, accoglie il Pontefice nel cortile del castello, e dopo la cerimonia di benvenuto, lo accompagna nel Salone Bianco, per la foto ufficiale e la firma del libro d'onore. Il Papa, in inglese, scrive: "Sono grato a Lei e ai suoi compatrioti per il generoso benvenuto nel vostro Paese, e prego Dio Onnipotente perché benedica in abbondanza il popolo lettone". Quindi dona al suo ospite un quadro a mosaico raffiguarnte la “Mater Ecclesiae”, copia dell’immagine musiva che San Giovanni Paolo II, nel 1981, dopo l’attentato del 13 maggio, volle far collocare su di una parete dei Palazzi Apostolici, visibile da Piazza San Pietro, a testimonianza e pegno della materna protezione celeste sul Papa e sulla Chiesa. Segue l'incontro privato, al termine del quale il presidente Vējonis presenta a Papa Francesco la moglie e i due figli. Quindi il Capo di Stato accompagna il Pontefice nel Salone degli Ambasciatori, dove li attendono 500 persone tra autorità politiche, rappresentanti della società civile e membri del corpo diplomatico. 

I fiori al monumento "per la patria e la libertà"

Come annunciato nel suo discorso alle autorità del Paese, al termine il Papa e il presidente si trasferiscono al Monumento della LIbertà, altro 42 metri, eretto nel 1935, dove sorgeva , fino al 1910, una satua equestre dello zar Pietro il Grande. Sulla sommità di un obelisco si leva una figura femminile in rame, rappresentazione della libertà, che i lettoni chiamano affettuosamente Milda, che solleva con le braccia tre stelle d'oro, simbolegginati le regioni di Curlandia, Livonia e Letgallia. Ai biedi dell'obelisco ci sono sculture dedicate ai fucilieri lettoni, al lavoro, ai cantanti, ai guardiani della madrepatria e agli studenti. La dedica sulla base è del poeta Karlis Skalbe: "Per la patria e la libertà". Dopo gli onori alle bandiere, Francesco riceve da una guardia d'onore una corona di fiori, che poi depone al monumento. Quindi il Papa e il presidente si soffermano alcuni istanti in silenzio, prima che Francesco saluti una decina di persone, bambini, giovani e famiglie.

 

 

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Il benvenuto in Lettonia e l'incontro con le autorità
24 settembre 2018, 09:18