Giornata internazionale dell'infermiere 2023 Giornata internazionale dell'infermiere 2023

Giornata dell'infermiere, al primo posto sempre i bisogni dei pazienti

Ogni 12 maggio si ricorda una professione dedicata al sostegno e al supporto dei malati e delle loro famiglie. Martina Tofani del Bambino Gesù di Roma: “È un mestiere favoloso che ti permette di aiutare gli altri e di creare dei grandi rapporti di fiducia reciproca"

Layla Perroni – Città del Vaticano

Empatia, sensibilità, impegno e volontà di aiutare il prossimo. Sono queste le qualità richieste agli infermieri e alle infermiere, il cui compito è pieno di rischi ed imprevedibilità, come dimostrato dalla pandemia di Covid-19. A ricordare e celebrare la figura dell'infermiere è, ogni 12 maggio, la Giornata internazionale dedicata a questa figura professionale sanitaria e che, nel caso del Bambino Gesù, ospedale pediatrico della Santa Sede, rappresenta il fulcro del servizio assistenziale. "È un lavoro fondamentale - spiega Martina Tofani, infermiera di nefrologia e clinica del trapianto del rene presso l’ospedale del Vaticano - e solo stando in una realtà come quella del Bambino Gesù che ti rendi conto di quanto sia importante il nostro ruolo per i più piccoli e per le loro famiglie". 

Ascolta l'intervista con Martina Tofani

I "santi della porta accanto"

L’infermiere prende parte a un processo di cura e collabora per il recupero e per il mantenimento dello stato di salute dei pazienti, mettendo al primo posto i loro bisogni e quelli dei loro cari. L’importanza di questo mestiere talvolta viene erroneamente sottovalutata. "A volte - spiega Tofani - anche presi da altre necessità lavorative e personali, ci si dimentica il ruolo fondamentale dell'infermiere che è un professionista".  Fu Papa Francesco, in occasione della Giornata del 2020, a definire gli infermieri "santi della porta accanto" e "buoni samaritani che si fanno carico della vita e delle ferite del prossimo". “Essere un’infermiera pediatrica rappresenta un qualcosa di molto forte - prosegue Martina Tofani  -  arricchisce tanto perchè ti permette di capire quali siano davvero le cose importanti. Noi siamo a contatto con bambini malati e con le loro famiglie. Di fronte a questo, le discussioni con un’amica ed altro diventano una banalità”.

Un dramma nel dramma: i bambini

Nei suoi 150 di vita, il Bambino Gesù è diventato il più grande policlinico e centro di ricerca pediatrico in Europa, punto di riferimento per la salute di minori provenienti da tutta Italia e dall'estero. I bambini sono i pazienti più fragili e vulnerabili e garantire un’assistenza di alta qualità è il costante impegno del personale socio sanitario. Nel 2021, secondo anno dell'emergenza Covid, il Bambino Gesù è stato il centro di riferimento pediatrico per la gestione della pandemia e nel medesimo anno ha contato 936 minori ricoverati, di cui 18 in terapia intensiva. La fine dell’emergenza sanitaria dichiarata dall’Oms ha rassicurato Martina e tanti suoi colleghi. “Indubbiamente l'emergenza ci ha cambiato – commenta l’infermiera dell’ospedale pediatrico - è stata una dura prova perché ci ha portato a fare turni di lavoro estenuanti. Vivevamo nella paura di ammalarci e di mettere in pericolo le nostre famiglie. Ci hanno chiamati eroi, poi in realtà la verità è che noi eroi lo siamo sempre”.

Un lavoro dalle forti motivazioni

“È un mestiere favoloso – conclude Martina Tofani – Una professione che ti permette di aiutare gli altri e di creare dei grandi rapporti di fiducia reciproca. Fare l’infermiere è una responsabilità che ti fa crescere tanto perché aiuta anche la propria autostima. Lo consiglio vivamente perché è una professione che ti restituisce indietro tanto”.

 

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12 maggio 2023, 13:41