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Contro la tratta misure urgenti a difesa dei più vulnerabili

Lo chiede Caritas Internationalis in occasione della Giornata mondiale del 30 luglio contro uno dei fenomeni più drammatici delle società di tutto il mondo

Isabella Piro - Città del Vaticano

I governi intensifichino gli sforzi per identificare le vittime della tratta e dello sfruttamento, soprattutto ora che, a causa della pandemia da Covid-19, i numeri crescono in modo allarmante. Questo l’appello lanciato da Caritas Internationalis in vista della Giornata mondiale contro la tratta che si celebra il 30 luglio. All’invito dell’organismo caritativo aderisce anche Coatnet, una rete di 46 organizzazioni cristiane impegnate nella lotta al traffico di esseri umani. “In questo momento di diffusione del Covid-19 - afferma il segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John - denunciamo una realtà preoccupante per le persone vulnerabili che sono maggiormente a rischio di divenire vittime della tratta”. L’attenzione alla pandemia, infatti, “non deve impedirci di prenderci cura delle persone più soggette allo sfruttamento”, fornendo loro “reti di sicurezza” e “un sostegno materiale, sanitario, legale e psicologico” per “accompagnarle nelle difficoltà”. I governi, dunque, tengano in maggior considerazione i “danni collaterali della pandemia globale, specialmente sui migranti e lavoratori informali, ora più esposti alla tratta”.

Le misure urgenti per i sogetti più a rischio

Per questo, Caritas Internationalis e Coatnet chiedono “misure urgenti e mirate per sostenere quanti lavorano in settori informali, tra cui i collaboratori domestici, gli operai agricoli e edili, i migranti privi di documenti”. “Esortiamo i governi - continua Aloysius John - a fornire a queste persone accesso alla giustizia e ai servizi di base, ad esempio centri di accoglienza e linee di supporto dedicate. Chiediamo inoltre alle istituzioni e alle organizzazioni della società civile di proteggere i bambini dagli abusi e dallo sfruttamento, che avviene anche attraverso Internet e i nuovi media, e chiediamo a tutte le persone di buona volontà di essere vigili e di denunciare simili casi”. Durante la pandemia, infatti, sono aumentati i casi di violenza ai danni dei minori e il numero di bambini vittime dello sfruttamento online. In India, ad esempio, “sono stati segnalati alle autorità 92mila casi di abusi su minori nell’arco di soli 11 giorni”, mentre molti bambini corrono il rischio di dover chiedere l’elemosina per strada.

Cifre e Paesi

Da ricordare che, secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro, oggi nel mondo vi sono più di 40 milioni di vittime della tratta di esseri umani e dello sfruttamento, al momento ancora più a rischio a causa della pandemia. “La mancanza di libertà di movimento causata dal confinamento e dalle restrizioni di viaggio adottati in molti Paesi - spiega infatti la Caritas Internationalis - si è tradotta, per le vittime della tratta, in una minore possibilità di fuggire e di trovare aiuto”. Particolarmente grave la situazione in Libano e in altri Paesi del Medio Oriente dove - denuncia Gabriel Hatti, presidente dell'ufficio Medio Oriente e Nord Africa di Caritas - “molti filippini e altri lavoratori stranieri stanno lottando per tornare a casa dopo aver perso il lavoro a causa del Covid-19 e dell'attuale crisi economica. Ora sono in fila di fronte alle loro ambasciate, senza alcun supporto sociale o protezione psicologica e molti di loro sono perfino privi di un qualunque status legale”.

La giornata del 30 luglio

La Giornata mondiale contro la tratta di persone è stata proclamata per il 30 luglio dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2013, con la Risoluzione A/RES/68/192. Lo scopo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare la comunità internazionale sulla situazione delle vittime e promuovere la difesa dei loro diritti.

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28 luglio 2020, 13:42