Un elettore polacco si appresta a votare al primo turno delle presidenziali (Wojtek Radwanski, Afp) Un elettore polacco si appresta a votare al primo turno delle presidenziali (Wojtek Radwanski, Afp)

Polonia: ballottaggio a luglio per le presidenziali

Alle elezioni presidenziali, svoltesi in ritardo a causa della pandemia, nessuno dei candidati, secondo gli exit poll, avrebbe raggiunto la maggioranza dei voti. I sondaggi degli ultimi giorni indicavano esattamente questo scenario, con il presidente Andrzej Duda in vantaggio di una decina di punti percentuali sul principale avversario, Rafał Trzaskowski. La nostra intervista a Marco Di Liddo, analista del Cesi

Andrea De Angelis – Città del Vaticano

Le previsioni della vigilia erano esatte: la Polonia dovrà attendere ancora due settimane per conoscere il suo nuovo presidente. Nessuno dei candidati ha ottenuto la maggioranza delle preferenze, con il presidente in carica Andrzej Duda comunque in netto vantaggio sugli altri candidati. Dietro di lui, come ampiamente pronosticato in queste settimane, Rafał Trzaskowski, esponente liberale e convinto europeista. Domenica 12 luglio, dunque, si tornerà al voto in un ballottaggio dove la partita sarà più aperta di quanto si potesse immaginare in primavera.

Il rinvio 

Il risultato, dunque, arriverà ad oltre due mesi dal giorno in cui si sarebbero dovute svolgere le presidenziali, ovvero lo scorso 10 maggio. L’appuntamento di ieri alle urne, che era stato rinviato a causa della pandemia di Covid-19 nonostante la ferma volontà del presidente in carica di svolgere già a maggio le elezioni, ha visto una buona partecipazione dei cittadini polacchi, al di là forse delle aspettative. A Varsavia ed in tutto il Paese la campagna elettorale si è prolungata di oltre un mese rispetto al previsto, con il presidente in carica Andrzej Duda, che nei sondaggi ha perso qualche punto percentuale di vantaggio rispetto ad inizio primavera, quando la sua vittoria era talvolta prevista già al primo turno. Con il ballottaggio, la partita appare aperta.

Sfida a due

Il risultato di questo primo turno sarà ufficializzato mercoledì 1° luglio, ma, salvo clamorosi colpi di scena, il ballottaggio è scontato. A sfidarsi, come detto, il candidato favorito, ovvero il presidente uscente Andrzej Duda, indipendente, ma legato a Diritto e Giustizia (PiS), il partito di destra radicale al governo dal 2015, e Rafał Trzaskowski, esponente di Piattaforma Civica, partito liberale di centrodestra, che è stato al governo dal 2007 al 2014. Tra i due, stando agli exit poll, ci sono circa 11 punti percentuali con Duda di poco sopra al 41%, mentre è intorno al 30% il risultato dello sfidante. In Polonia, va ricordato, il Presidente della Repubblica ha il potere di bloccare le leggi ritenute contrarie alla democrazia, poi il suo ruolo è prevalentemente rappresentativo. Capo del Governo è il primo ministro, il potere legislativo è del Parlamento bicamerale.

Lo scenario europeo

"Il rinvio delle elezioni ha causato, complice la pandemia, un calo del consenso nei confronti di Duda, ma il suo è comunque un vantaggio importante". Lo afferma nell'intervista a Vatican News Marco Di Liddo, analista del Cesi. "La pandemia è andata a colpire uno dei pilastri del partito al potere in Polonia, ovvero la crescita economica - aggiunge -, ma va anche detto che la risposta di Varsavia all'emergenza sanitaria è stata positiva, lodata anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità". 

Ascolta l'intervista a Marco Di Liddo

Per Di Liddo "un'eventuale conferma di Duda porterà al proseguimento di quel rapporto parzialmente conflittuale con Bruxelles. Parzialmente - spiega - perché, se è vero che per quanto concerne diritti civili e trasparenza vi sono dei conflitti, va anche detto che la Polonia è tra i maggiori beneficiari delle politiche economiche e di sviluppo dell'Unione Europea". Laddove dovesse vincere l'opposizione, secondo l'analista del Cesi, "non assisteremo di certo ad una rivoluzione: la Polonia resta un Paese profondamente conservatore, con tutto ciò che questo comporta". In tal senso, anche il cosiddetto gruppo di Visegrad (formato, oltre che dalla Polonia, anche da Repubblica Ceca, Slovacchia ed Ungheria) non dovrebbe subire particolari sconvolgimenti.

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29 giugno 2020, 11:48