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Covid-19. Non dimentichiamo migranti, rifugiati e sfollati

Appello dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati e dell’Unicef ai Paesi colpiti dalla pandemia perché non siano discriminate le fasce più deboli delle società e dimenticati gli ultimi. Si chiede particolare attenzione per i bambini e gli anziani. Lanciata una raccolta urgente di fondi.

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

Rifugiati, sfollati e migranti, specie gli anziani e poi le famiglie disagiate e i loro bambini: non dimentichiamo di proteggere anche loro nei piani di lotta per contrastare la pandemia del Covid19. E’ questo l’appello lanciato da due agenzie delle Nazioni Unite, che operano sul campo in tutti i Paesi del mondo in difesa dei diritti dei più deboli.

Unicef: preoccupati per bambini e famiglie

Siamo “molto preoccupati – scrive l’Unicef-Fondo dell’Onu per l’infanzia - per gli impatti secondari del COVID-19 e delle relative misure di controllo sui bambini, tra cui l'onere che grava sui sistemi sanitari locali per la fornitura di cure primarie, i rischi sulla protezione, la chiusura delle scuole e le pressioni economiche avvertite da alcune famiglie”.

Unhcr: solidarietà su scala internazionale

“L’epidemia rappresenta – sottolinea l’Unhcr-Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati - una sfida globale, da affrontare assicurando solidarietà e cooperazione su scala internazionale”. Per questo la risposta “deve includere e concentrarsi sulle esigenze di ogni singolo individuo, compresi quanti sono costretti a fuggire dalle proprie case”, specie “le persone anziane”, che “sono in condizione di particolare vulnerabilità”.

70 milioni i fuggitivi e 20 milioni i rifugiati

Attualmente sono oltre 70 milioni i fuggitivi nel mondo a causa di persecuzioni, conflitti, violenze e violazioni di diritti umani. Di questi, “più di 20 milioni – ricorda l’Unhcr - sono rifugiati”, oltre l’80 per cento accolti da Paesi a basso o medio reddito, con “sistemi di assistenza medica, di approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari meno efficienti”.

Raccolta urgente di fondi

Da qui l’impegno dell’Alto Commissariato per rafforzare “su scala mondiale le misure di preparazione, prevenzione e risposta alla pandemia Covid-19”. “La salute e il benessere dei rifugiati e degli operatori umanitari impegnati per assisterli in oltre 130 Paesi sono obiettivi essenziali di tali sforzi”. Da qui la prima raccolta urgente di fondi per 33 milioni di dollari da destinare alle attività di prevenzione e risposta al Covid-19.

Grandi: assicurare risposta ad ogni individuo

Allo stato attuale, fra gli oltre 100 Paesi che hanno registrato casi di trasmissione del virus Covid 19, 34 accolgono rifugiati e richiedenti asilo, finora esclusi da contagi. “Tuttavia - ammonisce Filippo Grandi, Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati - il virus può contagiare chiunque ed è responsabilità di noi tutti assicurare che la risposta mondiale includa ogni singolo individuo”. “A chiunque, compresi rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni, deve essere garantito l’accesso alle strutture e ai servizi sanitari”. E’ “il modo migliore - spiega Grandi - di proteggere la salute di tutti noi”. L’Unhcr fa quindi appello agli Stati perché “continuino a rispettare” i diritti di rifugiati  e richiedenti asilo “in caso di restrizioni a ingressi, viaggi e libertà di circolazione”.

Solidarietà e concreto sostegno

Unicef e Unhcr esprimono tutta la loro vicinanza alle popolazioni più colpite dalla pandemia e si pongono a disposizione delle autorità nazionali per collaborare nelle strategie e nei piani di contrasto alla diffusione del Covid-19. L’Unicef-Italia, per voce del suo presidente Francesco Samengo si dice pronto “per dare un concreto sostegno” a chi sta soffrendo, in contatto con la presidenza del Consiglio dei ministri, la Protezione civile, i ministeri dell’Interno, della Sanità, dell’Istruzione e del neo Commissario Arcuri.

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13 marzo 2020, 16:03