Pattuglie della sicurezza Afghana Pattuglie della sicurezza Afghana 

Afghanistan. Padre Moretti: vera pace solo con l’accordo tra talebani e governo

Il religioso barnabita, per quasi trent’anni in missione in Afghanistan, parla dei tanti punti irrisolti arrivare ad una stabile pacificazione nazionale. “Applicare completamente i diritti umani, nel rispetto delle sfumature religiose”

Marco Guerra – Città del Vaticano

“L’accordo di pace per l’Afghanistan tra talebani e il governo degli Stati Uniti è solo un primo passo”, ne è convito padre Giuseppe Moretti, missionario barnabita in Afghanistan dal tempo dell’occupazione sovietica al 2015. Il religioso auspica che nel percorso per la pacificazione sia subito coinvolto il governo afghano e che una nuova intesa possa basarsi sul rispetto dei diritti politici e sociali introdotti in questi ultimi anni:

Ascolta l'intervista a padre Moretti

R. -  L’accordo tra Usa e talebani è un primo passo perché la pace è stata concordata  solo tra due delle tanti parti in causa. Da una parte i talebani e dall’altra gli americani; però la pace vera deve essere fatta dal governo afghano con i talebani, questi sono i due soggetti maggiormente interessati. Quindi è un primo passo ma manca la voce più importante, perché l’Afghanistan è una nazione indipendente e serve l’accordo con il governo legittimo.

Quali problemi restano sul tappeto per arrivare ad una vera pace?

R. - Anzitutto, come dicevo, quale rapporto può essere costruito tra coloro che facevano parte del governo e che combattevano i talebani e i talebani stessi; poi c’è la questione dei prigionieri; poi cosa più importante bisogna decidere quale assetto dovrà assumere l’Afghanistan, sarà un emirato islamico o sarà una repubblica islamica? Un primo contatto tra talebani e governo, per discutere di tutto questo, avverrà il prossimo 10 marzo.

 

Un altro aspetto importante sarà la questione dei diritti…

R.- La pace deve essere impostata anche tenendo conto di quanto è avvenuto nella società afghana in questi anni, quindi se si parla di emirato islamico significa l'applicazione della sharia e l'applicazione della sharia in molte parti discorda dal cammino che è stato fatto nel tentativo di inserire alcuni punti fermi del diritto internazionale nella vita della società afghana: la libertà, la scuola, l'assistenza sanitaria, il rispetto delle donne. I diritti umani nella loro applicazione totale, pur nel rispetto di quelle che possono essere sfumature di natura religiosa.

Su questo fronte anche e la tutela delle minoranze religiose non è meno importante, vero?

R. - Devo dire che nella società afghana non ci sono mai state persecuzioni se non quando si manca di rispetto agli ordinamenti statali. Ad esempio i cristiani sanno che non possono fare proselitismo. Sicuramente la nuova costituzione dell’Afghanistan dovrà prevedere il rispetto per la libertà religiosa.

Nella sua esperienza pluridecennale in Afghanistan si è fatto un’idea di cosa chiede veramente il popolo afghano? Di cosa dovrà tenere conto un accordo di pace duraturo?

R.- Penso che debba tener conto di quelle che sono le basi di una democrazia, ci deve essere la scuola, ci deve essere il lavoro e la possibilità di costruire la propria esistenza con serenità e questo dovrebbe essere l'apporto della comunità internazionale. Questo vuole la gente: vivere serena, vuole vivere col lavoro e avere una prospettiva come ce l'abbiamo noi, né più né meno.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

04 marzo 2020, 12:42