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A Cagliari la marcia per la pace, per dire no a guerra e armi

Oggi ultimo giorno dell’anno, il tradizionale appuntamento per la pace organizzato da Pax Christi, Cei, Azione Cattolica, Caritas, seguendo la traccia del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace, domani 1°gennaio 2020

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Si snoderà stasera, 31 dicembre, tra le strade di Cagliari la marcia per la pace di Capodanno, quest’anno  giunta alla 52ma edizione. Un appuntamento  organizzato da Pax Christi, dalla Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e da molte altre realtà che, annualmente, da quando Paolo VI nel 1967 istituì la giornata della pace che si celebra domani, ricorda la necessità di essere operatori di pace. “Vogliamo iniziare l’anno alla luce della pace” sottolinea don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi che spiega la ragione della scelta, quest’anno, della Sardegna: “E’ la regione più militarizzata di Italia, con tante basi militari, con poligoni di tiro, c’è poi la fabbrica di armi che l’Italia vende ufficialmente all’Arabia Saudita che poi utilizza per bombardare lo Yemen”.

Dal messaggio del Papa arriva il no alla guerra

Per don Sacco, l’appello di Papa Francesco alla riconciliazione e alla speranza, contenuto nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, dal titolo “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”, si deve tradurre  con un ‘no’ deciso alla guerra e alle armi, ed è proprio ciò che la marcia intende ribadire stasera a Cagliari.

La memoria come valore per le future scelte di pace

Nel suo messaggio per la giornata della pace, domani, Papa Francesco si rivolge, tra gli altri, agli artigiani di pace di cui il mondo ha bisogno, precisa, perché aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni. “Un punto importante della sua riflessione – sottolinea ancora don Sacco – è  il valore della memoria, perché la memoria ci invita a ricordare e costituisce la radice, la traccia, per le presenti e le future scelte di pace.”. Si tratta quindi di una “visione globale” dove la conversione ecologica, la riconciliazione è con tutti, “con il creato, con le persone e, per chi è credente, con il creatore”. Il Papa, conclude don Sacco, “ci chiede di disarmare le nostre mani e anche il nostro cuore, credo che di strada ce ne sia parecchia da fare”. 

Ascolta l'intervista a don Renato Sacco

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31 dicembre 2019, 07:30