Nuova ondata di caldo, scatta il monitoraggio di “Viva gli anziani"

Quando le temperature toccano l’allerta arancione del ministero della Salute, il programma della Comunità di Sant’Egidio contatta personalmente i 14mila anziani over 80 raggiunti nelle diverse città italiane, per intervenire se necessario. La storia di Sofia, volontaria di 86 anni che aiuta chi è anche più giovane di lei

Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano

In questo weekend a Roma è previsto che la temperatura massima toccherà i 37 gradi, in piena allerta arancione per il bollettino diramato dal Ministero della Salute sulle ondate di calore in Italia. E in queste condizioni di caldo estremo gli anziani sono la categoria più a rischio, davanti a neonati e bambini, donne in gravidanza e affetti da una malattia cronica. Da 16 anni, dopo il picco di mortalità tra gli anziani dell’estate 2003, causata dalle eccezionali ondate di calore, la Comunità di sant’Egidio, in collaborazione col Ministero della Salute, ha attivato il programma “Viva gli Anziani”, per contrastare l’isolamento sociale degli ultraottantenni e contrastare gli effetti negativi di eventi critici sulla loro salute, attraverso un monitoraggio attivo.

Servizio a Roma ma anche a Napoli, Genova e in altre 6 città

Oggi il programma raggiunge più di 14mila over 80, dei quali 6500 a Roma, e gli altri a Napoli, Catania, Genova, Novara, Brindisi, Sassari, Amatrice e Civitavecchia. Questo grazie al sostegno di 40mila attivisti volontari, 25mila solo a Roma, dove il programma è presente nei quartieri di Esquilino, Monti, Testaccio e Trastevere, con reti di prossimità che coinvolgono medici, operatori sociali, negozianti, vicini di casa, volontari, di cui numerosi in età avanzata. Queste reti affiancano le risposte tradizionali come l’assistenza domiciliare e i servizi residenziali, con l’obiettivo prioritario della prevenzione degli effetti negativi delle ondate di calore, delle epidemie influenzali, delle cadute e della perdita del convivente.

Volontari di "Viva gli anziani" visitano a casa un anziano
Volontari di "Viva gli anziani" visitano a casa un anziano

Una rete che coinvolge medici, negozianti e vicini di casa

Dal 2004, solamente a Roma, anche grazie al sostegno di Enel Cuore Onlus, sono stati effettuati più di 350 mila interventi attraverso telefonate, visite domiciliari, espletamento di pratiche burocratiche ed eventi pubblici, come feste di piazza e banchetti informativi. Nelle reti di aiuto informale sono state coinvolte più di 23mila persone. Gli operatori per la maggior parte sono gli stessi anziani diventati nel tempo volontari del programma, e la presenza capillare sul territorio ha permesso il miglioramento della qualità della vita, ma anche la riduzione dei costi di assistenza socio-sanitaria.

Quando arriva l’allerta arancione e rossa

Durante l’estate il programma “Viva gli anziani!”, in rete con il Ministero della Salute, riceve quotidianamente il bollettino sulle condizioni meteo, curato dalla Regione Lazio e dalla Protezione civile, che permette di essere informati dell’arrivo di un’ondata di calore e poter tempestivamente attivare il protocollo di emergenza. Dal secondo giorno di bollettino arancione, vengono contattati personalmente tutti gli anziani in monitoraggio, partendo dai più anziani e più soli per verificarne le condizioni di salute ed intervenire se necessario, attivando anche le reti di prossimità. Durante l’emergenza si effettua il controllo porta a porta degli anziani che non hanno il telefono e di quelli che lo hanno, ma non hanno risposto alle chiamate degli operatori.

Centrale telefonica mobilitata 24 ore su 24

"Quella che sta arrivando è la terza emergenza caldo che affrontiamo quest’estate – ci dice Olga Madaro, responsabile del programma “Viva gli anziani” -  e nella nostra centrale telefonica di Roma si daranno il turno, 24 ore su 24, più di trenta volontari”. Chi non fosse ancora inserito nel programma e avesse bisogno di aiuto, può scrivere alla mail: soli.no@santegidio.org .

Sofia al telefono nella centrale operativa di "Viva gli anziani"
Sofia al telefono nella centrale operativa di "Viva gli anziani"

Sofia, 86 anni e una gran voglia di aiutare i coetanei

Tra i volontari di “Viva gli anziani” spicca Sofia Soli, una vivace e attiva vedova di 86 anni, che 25 anni fa ha assistito una figlia malata in ospedale, e in quell’occasione ha conosciuto le volontarie della comunità di Sant’Egidio, che assistevano malati e anziani soli in corsia. “Purtroppo mia figlia non c’è più – ci racconta – ma mi ha lasciato in eredità le amicizie della Sant’Egidio, che in quei giorni di grande dolore mi hanno confortato e aiutato”.

Le telefonate e le visite a 250 anziani di Testaccio

Da sette anni Sofia, due bellissimi occhi azzurri e un sorriso ancora contagioso, che è stata funzionario alla Regione Lazio, segue personalmente 252 anziani del quartiere Testaccio, che non sente tutti i giorni, “ma periodicamente, a seconda della criticità. Alcuni sono allettati, alcuni sulla sedia a rotelle. Poi vado anche a trovare alcuni di loro, che hanno bisogno di compagnia, di conforto, ed è una cosa che fa bene al cuore”.

Nadia nella centrale operativa di "Viva gli anziani"
Nadia nella centrale operativa di "Viva gli anziani"

Nadia, volontaria con lei: “L’entusiasmo di Sofia è contagioso”

Molte volte queste visite vengono fatte in coppia, un volontario anziano e uno giovane. Nel video che pubblichiamo, Sofia telefona e poi va a visitare Edda, insieme a Nadia Accarino, 30 anni, volontaria laureata in Scienze del servizio sociale. “Fare servizio con Sofia  - ci dice - e con i tanti anziani che ho incontrato in questi anni è un’esperienza bellissima. Non credevo di trovare un così grande entusiasmo e voglia di vivere. Sofia è veramente una forza della natura, io vedo, quando andiamo insieme a trovare gli anziani, vedo Sofia che riesce a trasmettere un entusiasmo, una gioia, che è molto importante per anziani che magari invece sono soli, si sentono giù, e vedere un’anziana invece gioiosa, piena di vita, questo fa loro bene e fa bene anche a me, pensando alla mia vita e al mio futuro”.

Giovani e anziani, uno scambio di doni

“E’ bello trasmettere ai giovani, anche con la memoria del vissuto, la voglia di andare avanti – le fa eco Sofia -  di fare cose buone, come quella di tener compagnia agli anziani. Perché gli anziani gradiscono questo rapporto con i giovani. A volte i giovani li fanno pure sorridere”. Replica ancora Nadia: “Noi giovani spesso siamo rassegnati, abbiamo poca fiducia nel futuro, poca speranza, anche per il problema di trovare lavoro. E guardando Sofia, e i tanti anziani che conosco, vedo che invece c’è proprio una forza, una voglia di vivere, anche probabilmente per il fatto di aver vissuto il dramma della guerra e una vita a volte molto dura. Loro ci fanno capire che è possibile cambiare le cose”.

Sofia e Nadia nella visita ad Edda
Sofia e Nadia nella visita ad Edda

Ringrazio il Signore, che mi aiuta nel servizio

Se si guarda indietro, Sofia può dire che “sono più le cose per cui devo ringraziare il Signore, come quella di avere una buona vecchiaia, per cui posso aiutare i miei coetanei, quelli che sono soli, e che non hanno molte risorse. Sono sicura che Gesù mi aiuta quando io faccio queste cose, andare incontro agli anziani e confortarli. Lo preghiamo tutti insieme perché siamo sicuri che lui ci aiuta. Aiuta me a fare questo servizio e aiuta gli altri ad essere confortati”.

Impagliazzo: unire le forze, 4 milioni di anziani vivono soli

Nel presentare a metà di luglio il servizio di “Viva gli anziani”, il presidente della Comunità di sant’Egidio Marco Impagliazzo ha sottolineato che “Le ondate di calore non sono una novità, perché si possono prevedere, ma mancano le reti a protezione dei più vulnerabili”. Ricordando che secondo l’Istat, al 1° gennaio 2019, nel nostro Paese ci sono circa 13 milioni di anziani, e di questi 4 milioni vivono da soli, Impagliazzo ha osservato: “Siamo uno dei Paesi più longevi al mondo e per far fronte all'invecchiamento della popolazione, c'è bisogno di unire le forze del welfare pubblico e privato. Sant’Egidio sta lavorando al contrasto dell’isolamento degli anziani, cercando di creare quelle reti che mancano o che si sono assottigliate, nella famiglia e nella società”.

Servono visti per formare stranieri ad assistere i nostri anziani

Se in Italia ci sono 2,5 milioni di anziani non autosufficienti, ha proseguito il presidente della Comunità di sant’Egidio, “occorre rendersi conto che il Paese non ha un numero adeguato di persone in grado di assistere gli anziani a casa o negli istituti”. E quindi è necessario investire sulla formazione di figure professionali nel campo della cura della persona. “Quando questo Paese non fa una politica di visti per motivi di lavoro, per formare le persone che assistano i nostri anziani, mi chiedo se il nostro Paese non stia veramente dimenticando i cittadini”, ha osservato Impagliazzo.

Una volontaria di "Viva gli anziani" visita a casa un'anziana
Una volontaria di "Viva gli anziani" visita a casa un'anziana

Il successo del programma “Viva gli anziani”

La forza del programma “Viva gli anziani”, ha spiegato il presidente di Sant’Egidio “è la replicabilità e i costi assai contenuti, solo 81 euro a persona all’anno”. Con queste risorse si sono avuti i risultati di “un contenimento della mortalità, anche nei mesi più caldi, riduzione dell'ospedalizzazione e dei ricoveri in istituto e casa di riposo”, e quindi un bel risparmio per i servizi pubblici di assistenza. “Mentre le politiche pubbliche non riescono a raggiungere i più isolati – ha concluso Impagliazzo - il programma si rivolge proprio a loro e aumenta la loro possibilità di sopravvivenza con una buona qualità di vita. Se la società si individualizza, la risposta è vivere insieme”.

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Photogallery

Immagini delle attività del progetto "Viva gli anziani"
09 agosto 2019, 08:30