Il Perdono di Assisi continua nel cuore dei giovani

Molte le celebrazioni, la recita del Rosario, i Vespri e tante manifestazioni nel nome della Misericordia. Il Perdono 2019 di Assisi prosegue ancora nel ricordo della notte di oltre 800 anni fa, quando in Porziuncola Francesco chiese il Paradiso per tutti

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Un Perdono che non smette di accarezzare la vita di molti, che diventa esperienza da ricordare perché cambia il destino, che trasforma il cuore confuso in cuore pieno di speranza. E’ quanto è accaduto in questi giorni ad Assisi, in occasione della Solennità del Perdono, nel Santuario della Porziuncola, luogo dove Francesco chiese con audacia al Signore il Paradiso per tutti. Migliaia di giovani hanno scoperto la grazia della misericordia, giungendo nella cittadina umbra dopo ore di cammino, concludendo così proprio alla Porziuncola l’esperienza della Marcia francescana.

Fra Emanuele: il Perdono è vivere l’oggi seguendo Dio

Fra Emanuele Gelmi è uno dei frati francescani che si occupa del servizio della  comunicazione, così racconta la sua esperienza in questi giorni di Perdono, vissuti al fianco dei pellegrini e dei giovani, la speranza dell’oggi:

Ascolta l'intervista a Fra Emanuele Gelmi

R. – Io da ormai cinque anni vivo in Porziuncola e dò una mano ad accogliere i pellegrini e a gestire tutto questo grande mondo che in questi due giorni ruota intorno alla Porziuncola, quindi ho avuto già modo negli anni scorsi di gustare e anche di faticare tanto. E quest’anno si è un po’ inserito nella scia degli anni scorsi. La prima giornata, il primo di agosto che vede l’apertura della Solennità del Perdono con la Messa delle 11, c’è stata gente, molto movimento ma abbastanza gestibile. Il vero boom è stato il 2 di agosto quando, già alle 7 all’apertura della Basilica, davanti ai confessionali c’erano delle file piuttosto lunghe, non riuscivi a spostarti una volta entrati in chiesa. Ed è proprio quello il bello del Perdono di Assisi: la folla che viene per incontrare il Signore attraverso questo dono semplice ma anche tanto bello dell’indulgenza che Francesco ha chiesto qui nella Porziuncola.

Più di 800 anni in cui si ripete il Perdono di Assisi, un’effusione di grazia, di gioia, di misericordia: parole che al giorno d’oggi sono difficili da dire…

R. – Parlare di perdono è sempre molto delicato però bisogna osare, bisogna parlare di questo perdono e di questo amore. Qui già tutto l’anno la gente può venire, confessarsi e ricevere il perdono poi soprattutto in questi due giorni, in cui cade la memoria del 2 agosto di più di 800 anni fa, con l’indulgenza si chiede una grazia in più. Attingendo alla bellezza e alla grazia di questo luogo, si chiede al Signore: “aiutami non solo a sentirmi perdonato”, già con la Confessione il perdono arriva non c’è bisogno di ricorrere all’indulgenza per il perdono, ma “aiutami a staccarmi sempre di più da quegli errori, da quei fardelli che mi portano sempre a ripetere gli stessi peccati”. Ecco l’indulgenza è questo…

Per cosa ricorderai questo Perdono 2019?

R. – Per me il Perdono di quest’anno ha il volto di un mio confratello che per la prima volta era molto coinvolto nell’accoglienza, nella gestione dei pellegrini e dei volontari della Porziuncola. Ho visto in lui la gioia di accogliere queste persone e la fatica bella però di stare al 100% in questo luogo di misericordia. Ho visto anche tanti volti di giovani della Marcia francescana che si sono commossi, entrando in Porziuncola, e mi hanno toccato il cuore. Per me il Perdono di quest’anno ha però il volto di questo mio confratello che si è speso così tanto dall’altra parte, mi ha dato tanta gioia.

Guardare questi giovani con il cuore cambiato che speranza offre a voi frati francescani?

R. – E’ la speranza di un mondo migliore ma non chissà quando, oggi! Perché se continuiamo a rimpiangere il passato che ormai non c’è più, e speriamo in un futuro che ancora non esiste, non riusciremo a costruire nulla nell’oggi. Il Perdono della Porziuncola così come tutte le altre occasioni di portare in giro il Signore per il mondo sono proprio questo: vivere l’oggi e darci una possibilità in questo momento, quindi sono contento di aver visto tutti questi giovani che dopo tanti giorni di cammino sono arrivati qui in Porziuncola con tutte le difese abbassate, per ascoltare la Parola di Dio che è l’unica che ti salva. Non per ascoltare le parole dei frati o le parole di chi ti vuole portare chissà dove ma la Parola di Dio. Questo per me è segno di speranza ma già adesso e non solo una speranza che dovrà venire.


Padre Simone: il volto del Perdono è un sacerdote che ho confessato

“I bilanci sono freddi, è un dare e avere mentre la misericordia ha bilanci tutti suoi, è solo un dare”: così padre Simone Ceccobao, santuarista della Porziuncola, spiega i giorni del Perdono di Assisi:

Ascolta l'intervista a padre Simone Ceccobao

R. – Qui sono passate migliaia di persone, i nostri confessionali sono stati presi d’assedio fin dalle prime ore del mattino. Ci sono stati sacerdoti, frati che hanno confessato anche per dieci ore in un solo giorno. Ieri sera parlavo con un mio confratello e dicevo che abbiamo tanto da sperare, tanta bellezza che abbiamo visto, tanta sete di misericordia che non si è mai sopita perché è l’anelito presente nel cuore di ogni uomo quello del perdono, della misericordia. Io ho constatato con i miei occhi un miracolo che si è rinnovato.

Tanti giovani come sempre, volti e cuori che si trasformano, nei loro occhi si vede quanto bene fa il perdono…

R. – Io personalmente guardo gli occhi delle persone perché sono lo specchio della loro interiorità ma anche il luogo che testimonia l’incontro con Dio. Tanti occhi bagnati di lacrime ma lacrime di un sapore di festa non di mestizia, di dolore. Lacrime che parlavano di un ritorno a casa, un ritorno nell’abbraccio di Dio, di una vita rinnovata. Volti luminosissimi, splendenti di gioia ma soprattutto ho visto migliaia di giovani che hanno ripreso a camminare, hanno ripreso un cammino di fede. Vederli arrivare da ogni parte d’Europa qui è stata veramente una boccata di aria buona. Laddove un giovane si mette in cammino, lì Dio può fare cose enormi può continuare a fare meraviglie. E’ questo quello che ho letto nei loro volti.

Nell’omelia di fra Perry, ministro generale dell'Ordine dei frati minori, nella Messa di apertura del Perdono, c’è un passaggio nel quale dice che quando si arriva al perdono le paure si trasformano in speranza e fiducia. Questo nel cuore di un giovane risuona molto forte…

R. – Io credo che quando nel cuore di un giovane arriva il perdono sono tanti gli aspetti che si rimettono in moto, che riprendono vita. Innanzitutto la capacità di amare perché il perdono ci offre la maturità dell’amore e il perdono ha in sé la forza di toglierci dalla solitudine, dalla paura, ci ridona fiducia e speranza. Il perdono ci mette nel cuore il desiderio della Chiesa, della comunione, della fraternità: è questo l’insegnamento di Francesco che esce dalla paura per incontrare i fratelli. Questo è uno degli effetti sananti del perdono: esci dalla solitudine, dalla paura e scopri i fratelli.  

C’è una storia emblematica di questo Perdono? Un racconto, un volto, uno sguardo che hai incontrato?

R. – Sì una persona che ho confessato io, ho confessato un sacerdote. Tante volte abbiamo l’idea che noi sacerdoti siamo ministri del perdono per gli altri e si pensa che non ne abbiamo bisogno. Questo è un falso. Nella confessione questo sacerdote ha detto i suoi peccati con tante lacrime, ha chiesto perdono al Signore ma  ho visto rifiorire sul suo volto, in quegli occhi, nelle mani consacrate la gioia di spendersi per il regno di Dio, di dare la vita, di scommettere su questa vocazione bellissima che ha ricevuto. Quest’anno il volto del Perdono per me è il volto di questo sacerdote che ha incontrato l’amore di Dio ancora una volta nella sua vita. 

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03 agosto 2019, 19:46