Veglia per uno dei leader sociali uccisi a Medellin Veglia per uno dei leader sociali uccisi a Medellin 

Colombia: appello vescovo di Cali dopo uccisioni leader sociali

Nel 2018 sono stati assassinati ben 172 leader sociali e difensori dei diritti umani assassinati nel territorio colombiano, 431 nell’ultimo triennio, con un incremento considerevole dopo a firma degli accordi di pace con le Farc. In questo inizio di 2019, già sette omicidi nei primi dieci giorni dell’anno

Mons. Darío de Jesús Monsalve Mejia, arcivescovo di Cali, commentando il tragico bilancio relativo alle uccisioni dei leader sociali nel 2018 afferma che “L’assassinio sempre più frequente di leader sociali in Colombia corrisponde a una scelta sistematica, una strategia per consolidare un potere esistente e frenare lo sviluppo di forze sociali in grado di incidere sul tessuto sociale ed economico. Centrale è anche la dimensione socio-ambientale, collegata alle cosiddette consulte popolari, i referendum previsti tra la popolazione di fronte a grandi progetti idroelettrici e minerari”. 

La popolazione deve essere protetta

Nelle regioni periferiche più interessate, “lo Stato colombiano non ha una chiara presenza istituzionale – spiega all’Agenzia Sir mons. Monsalve – e di accompagnamento alla popolazione. Quella pacifica è una costa molto lunga, abitata in gran parte da afro e indigeni, ma finora è stata una zona dimenticata, preda dei nuovi colonizzatori, di coloro che cercano risorse e nuove miniere. Il narcotraffico è figlio di un’economia senza vie d’uscita legali, la coltivazione della coca e di altre sostanze resta l’unica risorsa per i coltivatori più poveri, il piano di eradicazione volontaria e manuale, sostenuto dal precedente Governo, è fallito, anche per le pressioni degli Stati Uniti e il poco entusiasmo politico, qui in Colombia”. Così, il territorio “è preda di bande vecchie e nuove che lottano per il dominio, la gente sente il bisogno di protezione. Non si va da nessuna parte se lo Stato non include e coinvolge seriamente la popolazione, con l’aiuto della Comunità internazionale”.

La crisi del Venezuela influisce politicamente sulla Colombia

“È in pericolo l’applicazione dell’accordo con le Farc, la congiuntura politica è difficile. Speriamo che si risolva la situazione in Venezuela - conclude mons. Monsalve - che influisce non poco sul dibattito politico in Colombia. In questo contesto rischia di passare in secondo piano il dialogo con l’Eln (l’arcivescovo di Cali è l’incaricato della Conferenza episcopale colombiana per seguire tale dialogo, ndr.). Speriamo che il Presidente faccia chiarezza e che si ritorni al tavolo delle trattative”.

Le difficoltà nascono dalla mancata realizzazione degli accordi pace

Dal canto suo Luis Guillermo Guerrero Guevara, direttore del Cinep (Centro de investigación y educación popular), istituto di ricerca sui temi della pace promosso dai gesuiti, commentando all’Agenzia Sir il tragico bilancio relativo alle uccisioni dei leader sociali, sottolinea che le difficoltà sul territorio in Colombia nascono anche “da una reale mancata realizzazione degli accordi di pace. I problemi mi sembrano soprattutto due: il mancato reinserimento nella vita sociale e civile degli ex guerriglieri delle Farc e il ritmo molto lento con il quale si potranno avere risultati sulla riforma agraria, sulla partecipazione politica, sulla riparazione delle vittime. Questo accade anche perché il Governo attuale è contrario all’accordo di pace”.

L’origine dei problemi non è in Colombia ma è globale

“Il fenomeno – spiega Guerrero – rappresenta purtroppo una nuova dinamica sociale e politica del Paese ed è legata a varie questioni, alcune di carattere globale. Tra queste, la restituzione delle terre, la questione estrattiva e mineraria, a cominciare dai bacini auriferi, il narcotraffico, le esigenze di partecipazione politica che entrano in conflitto con gruppi e mafie molto potenti. I motivi sono diversi per le varie regioni: le estrazioni di nichel e ferro nei dipartimenti di Cordoba e di La Guajira, i bacini auriferi nel Magdalena medio, l’aumento vertiginoso delle coltivazioni di coca nel sud del Paese. Certo, il processo di pace ha paradossalmente aperto nuovi spazi, quelli prima controllati dalle Farc, che lo Stato non ha riempito”. Possibili soluzioni? “Non è semplice, variano da regione a regione, ma in molti casi l’origine dei problemi non sta in Colombia, le dinamiche sono globali. Per fare la cocaina, mica basta la foglia di coca… ci vogliono i riduttori chimici, gli ingegneri specializzati… E quelli chi li fornisce? E il traffico d’armi chi lo gestisce? Così è anche per gli interessi minerari e idroelettrici delle multinazionali”.

Importanza della formazione etica, sociale e politica della popolazione

Quello che si può fare, secondo Guerrero, “è un lavoro di accompagnamento delle comunità. Anche per l’azione della Chiesa accompagnare è decisivo, così come saper fare formazione dal punto di vista etico, sociale e politico, anche se questo tipo di formazione sta causando morti. Devo dire che non siamo all’anno zero, ci sono molte iniziative, molti progetti… solo che il bene fa meno rumore del male. (Agenzia Sir)
 

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14 gennaio 2019, 12:36