Indonesia: un milione di euro della Cei per vittime di terremoto e tsunami

Lo stanziamento avverrà tramite Caritas Italiana e sarà coordinato dalle Caritas locali e dalle diocesi indonesiane. In corso la distribuzione degli aiuti. Medici Senza Frontiere ha raggiunto le aree rurali più remote per cure e distribuzione dell’acqua potabile

Roberto Piermarini - Città del Vaticano

“La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha stanziato un milione di euro per fornire assistenza alle vittime del terremoto e del conseguente tsunami che hanno recentemente colpito l’Indonesia. Lo stanziamento - riferisce l’Agenzia Sir - avverrà tramite Caritas Italiana, che renderà conto degli interventi effettuati al Servizio per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo”. Lo scorso 28 settembre, ricorda la Cei nel suo sito, un terremoto di 7.5 della scala Ricther ha colpito la provincia del Sulawesi Centrale. Pochi istanti dopo uno tsunami con onde alte fino a 6 metri si è abbattuto sulle medesime aree (Palu e Donggala) appena colpite dal terremoto. Un primo bilancio delle vittime (ai primi di ottobre) è di 1.407 persone, cui si aggiungono 799 feriti gravi e 99 dispersi. Queste cifre però sono destinate a crescere e in molte zone periferiche il numero dei dispersi non è ancora stato calcolato. I quasi 62 mila sfollati si trovano in 109 posti di emergenza. Le case e le abitazioni distrutte dalla furia del terremoto e dello tsunami sono più di 65 mila. Il 3 ottobre c’è stata anche l’eruzione del vulcano Soputan nel Nord Sulawesi, non lontano da Manado (800 km da Palu), con ceneri vulcaniche eruttate fino all’altezza di 4 km (un evento probabilmente collegato con in terremoto di Palu).

L’assistenza sarà coordinata da Karina/Caritas Indonesia e dalle diocesi indonesiane

“L’iniziativa di assistenza alle vittime – spiega la Cei – sarà articolata su diverse aree di intervento: la distribuzione di beni materiali, tra cui acqua, riso, cibo in scatola non deperibile, cibo per bambini, materassi e coperte, zanzariere, medicine, kit e materiale igienico-sanitario, generatori, tende, teloni di plastica, contenitori per l’acqua; la costruzione di ripari semipermanenti per la fase di emergenza, distribuzione di kit di ricostruzione per le case parzialmente distrutte; il riavvio delle attività produttive distrutte dal terremoto e dallo tsunami, in particolare per i nuclei familiari più poveri e vulnerabili; potrà essere valutato il sostegno alla riabilitazione/ricostruzione parziale di strutture sociali, assistenziali o scolastiche diocesane danneggiate dagli eventi”. Il centro di gestione per la distribuzione dei beni materiali e per la gestione della ricostruzione e riabilitazione è stato costituito presso la parrocchia di santa Maria a Palu. Sono presenti gli organismi delle diocesi attivi sull’isola di Sulawesi (Manado e Makassar) e il team di Karina/Caritas Indonesia. Tutte le realtà Caritas e le altre realtà della Chiesa locale, riferisce la Cei, sono in contatto con il governo locale e con gli altri operatori umanitari presenti in loco. Una delle preoccupazioni maggiori è quella di raggiungere tutte le zone colpite e amministrare gli aiuti disponibili in base ai bisogni. Le attività di assistenza saranno coordinate da Karina/Caritas Indonesia e dagli organismi ecclesiali diocesani.

Medici Senza Frontiere raggiunge aree rurali più remote

L'équipe indonesiana di Medici Senza Frontiere (Msf), composta da medici, logisti e specialisti in servizi igienico-sanitari, è in azione nelle aree rurali più remote dell'isola di Sulawesi in collaborazione con il Ministero della Salute locale. La risposta massiccia del governo-– riporta l’Agenzia Adnkr - si è infatti concentrata principalmente nei dintorni della città costiera colpita dal terremoto, Palu City, e di Petobo, a sud, dove si è sviluppato il fenomeno della liquefazione, a causa del quale il terreno perde consistenza o densità e si trasforma in fango, causando frane. Dopo le iniziali difficoltà di trasporto e accesso, l'équipe di Msf è riuscita a raggiungere le aree colpite attorno al distretto di South Dolo, Sigi, e più a nord, lungo la costa occidentale del distretto di Donggala, che ospita oltre 50.000 persone. Con l'aiuto delle comunità, l'équipe è riuscita ad accedere a scorte mediche conservate in una clinica danneggiata e le ha trasportate in una casa vicina per riprendere le consultazioni mediche e la somministrazione dei farmaci. "A oggi vediamo ancora pazienti con fratture causate dal terremoto. Stiamo lavorando a stretto contatto con l'Agenzia Sanitaria locale e il personale della nostra clinica mobile viaggia ogni giorno per fornire a questi pazienti l'accesso alle cure di cui hanno bisogno", dichiara il dott. Rangi Wirantika, uno dei medici sul campo.

A Palu la vita sta lentamente riprendendo. Rischi nelle aree remote

Poiché a Palu City i servizi si stanno lentamente riattivando, gli esercizi commerciali iniziano a riaprire, l'energia elettrica è stata riattivata e tutti gli ospedali sono funzionanti, la priorità principale adesso è dare supporto ai Centri sanitari nelle aree remote affinché riprendano le attività di assistenza di base e assicurino la prevenzione delle epidemie, come diarrea, malattie cutanee e morbillo. Anche le vaccinazioni routinarie, la raccolta dei dati e il monitoraggio epidemiologico per diverse malattie faranno parte del supporto fornito. Saranno inoltre installate strutture temporanee per le visite mediche e i servizi per la maternità, e verrà garantito l'accesso all'acqua pulita.

Il problema dell’acqua potabile

"Le comunità colpite hanno accesso limitato all'acqua pulita, fondamentale per ridurre il rischio di possibili epidemie. In alcune aree, le persone devono camminare fino a due chilometri solo per prendere l'acqua"; spiega Timothius SP Benu, specialista di servizi igienico-sanitari. Uno degli obiettivi principali sarà quindi assicurare che la popolazione abbia accesso all'acqua pulita, riparando o ripulendo le fonti esistenti (per esempio, pompe a mano e pozzi) o installando soluzioni temporanee come serbatoi d'acqua e sistemi di trattamento delle acque.

 

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14 ottobre 2018, 08:00