La carovana dei migranti La carovana dei migranti 

Vescovi Guatemala: risolvere problemi che causano emigrazione

Continua la marcia dei migranti honduregni che avanza decisa verso il confine Usa, nonostante le minacce del Presidente Trump. La Conferenza episcopale del Guatemala rivolge un messaggio al Governo e all’intera società civile del Paese latino americano affinché “lavorino per la soluzione dei problemi che causano l’emigrazione forzata”

Emiliano Sinopoli – Città del Vaticano

Migliaia di migranti honduregni sono partiti sabato diretti verso gli Stati Uniti. Una folla enorme di persone in fuga da povertà e miseria. Il tragitto prevede di passare attraverso il Guatemala per poi dirigersi alla frontiera messicana. Nonostante gli avvertimenti delle autorità dei Paesi della regione, nessuno dei migranti è disposto a fermarsi e tornare verso una terra che non garantisce loro la possibilità di sopravvivere dignitosamente.

Una ‘carovana’ di oltre 3mila persone

Una ‘carovana’ di oltre 3mila persone, che ha già percorso centinaia di chilometri, si è riversata in Guatemala, dove è stata accolta da Chiese cattoliche e organizzazioni umanitarie, e da dove ripartirà presto, in direzione del Messico e quindi degli Stati Uniti. Partiti da Tegucigalpa, in Honduras, gli emigranti sono per lo più honduregni, ma mentre proseguono il loro cammino hanno accolto altri fratelli del Centramerica che fuggono come loro dalla povertà, dalla violenza e dalla corruzione. Uomini, donne, giovani e anziani, che marciano intonando l'inno nazionale honduregno, hanno ribadito di “voler raggiungere gli Stati Uniti per cercare di cominciare una vita degna”.

Appello dei presuli guatemaltechi

Un forte appello a superare squilibri sociali e corruzione, arriva dalla Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg), che ieri ha diffuso un comunicato firmato dal presidente, mons. Gonzalo de Villa y Vásquez, vescovo di Sololá-Chimaltenango, e dal segretario generale, mons. Domingo Buezo Leiva, vicario apostolico di Izabal. I vescovi definiscono “difficile” la situazione del Guatemala, a causa del “deterioramento della qualità della vita di gran parte dei suoi abitanti e dell’alto indice di diseguaglianza”, nonostante la ricchezza di risorse naturali di cui gode il Paese. Tutto ciò a causa della “corruzione e della poca efficienza delle istituzioni statali”. Infine auspicano che il Governo e l’intera società civile “lavorino per la soluzione dei problemi che causano l’emigrazione forzata”.

Forti tensioni nel Paese

Il Guatemala vive settimane di tensione anche per il mancato rinnovo della permanenza della Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala (Cicig) e la negazione del permesso a rientrare nel Paese per il commissario Iván Velásquez. I vescovi ricordano “ai tre poteri dello Stato del Guatemala il grave obbligo di avere il bene comune come obiettivo primario della loro responsabilità e di mettere da parte interessi economici e la difesa dei privilegi di potere, per cercare in modo autentico il bene dei poveri e delle vittime della diseguaglianza, della violenza, degli sfollamenti ingiustificati o senza alcuna pianificazione, e rispetto per gli abitanti”. E, ancora, il messaggio prosegue accennando alla polemica sulla Cigig: “Appoggiamo la lotta sostenuta contro la corruzione e l’impunità, nella quale il nostro Paese ha raggiunto risultati encomiabili”. Oltre all’invito a tutti i cittadini a operare con onestà, la Presidenza della Ceg, esprime preoccupazione per “la cancellazione del visto a funzionari chiave nelle indagini di delitti connessi a figure pubbliche; una scelta che compromette la fiducia nella lotta contro l’impunità”.

Le minacce di Donald Trump

L'azione arriva a pochi giorni dal secondo Vertice sulla sicurezza tra i leader di Stati Uniti, Messico e America Centrale. Nell'occasione, il vice Presidente americano Pence aveva proposto aiuti economici e investimenti per lo sviluppo dei Paesi centro-sudamericani in cambio di maggiori sforzi per contrastare migrazioni di massa, corruzione e violenze. Il Presidente americano Donald Trump ha minacciato l’Honduras, il Guatemala e El Salvador di “tagliare tutti gli aiuti se non riusciranno ad impedire agli emigranti di attraversare i loro confini e di raggiungere gli Usa”. Il capo della Casa Bianca ha poi ribadito, su twitter, che “chiunque entri negli Stati Uniti illegalmente sarà arrestato prima di essere rimandato indietro nel proprio Paese”.
 

 

 

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18 ottobre 2018, 12:20