Donne africane al lavoro nei campi Donne africane al lavoro nei campi 

Giornata Onu donne rurali: accesso equo a opportunità e risorse

Il 15 ottobre, le Nazioni Unite celebrano la Giornata internazionale per le donne rurali. Il tema di quest'anno, “Infrastrutture sostenibili, servizi e protezione sociale per l'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne e delle ragazze rurali”, mette al centro il problema dello sfruttamento delle donne che svolgono gran parte del lavoro agricolo nei Paesi in via di sviluppo e vedono loro negato un accesso equo ad opportunità e risorse

Emiliano Sinopoli – Città del Vaticano

Nonostante i progressi su alcuni fronti, le disparità di genere rimangono pervasive in ogni dimensione dello sviluppo sostenibile; e in molti settori, i progressi sono troppo lenti per raggiungere gli Obiettivi si sviluppo sostenibile (Oss) entro il 2030. Le donne rurali costituiscono oltre un quarto la popolazione mondiale e la maggioranza del 43% delle donne nella forza lavoro agricola nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, sono colpite dalla povertà, dall'esclusione e dagli effetti dei cambiamenti ambientali e climatici

Disuguaglianze

Le lavoratrici che vivono in aree rurali, costituiscono oltre il quarto della popolazione mondiale e tra il 41 e il 61 per cento della forza lavoro agricola mondiale. Esse lavorano come agricoltrici, impiegate e imprenditrici. “Oggi in questa giornata internazionale della donna rurale– ha detto a Vatican News, Silvia Sperandini, responsabile dello sviluppo nella divisione di Politica e Consulenza Tecnica del Fondo Internazionale per l’Assistenza allo sviluppo rurale (Ifad) - l' IFAD vuole cogliere l occasione per celebrare tutte le donne incluse le più giovani che con i loro sforzi e il loro impegno danno contributo determinante alla sicurezza alimentare, allo sviluppo e allo sradicamento della povertà rurale”

Condizioni precarie di lavoro

Le lavoratrici delle zone rurali sono sovra-rappresentante nell’economia informale, sono sottopagate e prive di protezione sociale. Molte di loro lavorano senza retribuzione come coadiuvanti nell’impresa familiare, il che significa che il loro lavoro è sottovalutato. Queste donne si fanno anche carico di lavoro domestico e di cura non rimunerati. Le Nazioni Unite, stimano che circa l’80% del settore agricolo in Africa e il 60% in Asia è costituito da donne. “Le donne, – ha spiegato Silvia Sperandini -raramente, hanno accesso alle risorse alla terra, al credito, ai servizi, alla formazione, ai mezzi di produzione ne tanto meno alle innovazioni tecnologia, che renderebbero il loro lavoro più produttivo e redditizio”. Sappiamo che sostenere l'empowerment delle donne rurali, - ha aggiunto - economicamente ma anche socialmente , fa la differenze per le loro famiglie e per le loro comunità proprio perché la donna reinveste quello che ha nella famiglia, nell'educazione dei figli. Non é solo una questione di giustizia ed equità ma é fondamentale per innescare il motore dello sviluppo”.

Attenzione all’empowerment femminile e alle pari opportunitá

La lotta alle diseguaglianze e l’empowerment femminile sono alla base dell’attivitá dell’IFAD, nella convinzione che non si puó prescindere da questi aspetti se si vuole assicurare svilupposostenibile e riduzione della povertá. “Le donne sono un potente vettore di cambiamento – ha affermato la responsabile dell’Ifad - nelle aree rurali, assumono un ruolo chiave nella gestione della famiglia e contribuiscono in modo preponderante all’attività agricola e non solo. Ma le ineguaglianze tra i sessi, impedisce loro di esprimere pienamente il proprio potenziale”. “Raramente, - ha proseguito - hanno accesso alle risorse che renderebbero il loro lavoro più produttivo, alleggerendone il carico. Vantano difficoltá quali accesso alla terra, al credito, ai servizi, alla formazione, agli inputs di produzione o attrezzi o tecnologia, il tutto reso ancora piu complesso dal carico familiare”. “Dunque - ha concluso - non si puó parlare di sviluppo e di lotta alla povertá se queste disuguaglianze influenzano la capacità di incrementare il reddito Per di più, non sono solo le donne ad essere penalizzate, ma anche le loro famiglie, le loro comunità e le economie locali”. 

L'impegno del Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo

La lotta alle diseguaglianze e l’empowerment delle donne rurali sono da sempre alla base dell’attivitá dell’Ifad, nella convinzione che non si puó prescindere da questi aspetti se si vuole realmente assicurare sviluppo sostenibile e riduzione della povertà. “Nello specifico, - ha affermato la Sperandini - cerchiamo di sradicare le cause più profonde delle disuguaglianza che sono insite nel tessuto sociale e culturale - per garantire la parità di accesso delle donne alle risorse produttive e servizi, e al mondo del lavoro e le opportunità di mercato. In questo modo intendiamo lavorare per garantire una trasformazione profonda e duratura”.

Sostegno del dialogo familiare

Le dinamiche prettamente economiche e per cosi produttive si affiancano in modo integrato a quelle sociali: “iniziando, ad esempio, dalla famiglia stessa – spiega la responsabile Ifad - attraverso quelle che chiamiamo in gergo ‘house hold methodologies’ che prevedo uno sostegno al dialogo familiare proprio con l obiettivo di definire assieme gli ostacoli dello sviluppo. E' questo un modo per promuovere le complementarità positive tra uomo e donna – ha concluso - ma anche tra giovani e anziani arrivando ad ottimizzare il contributo che tutti possono dare al nucleo familiare al suo sviluppo con un equa allocazione del lavoro e delle risorse, nel rispetto della voce di tutti”.

Ascolta l'intervista a Silvia Sperandini

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

15 ottobre 2018, 14:51