Campagna di sensibilizzazione europea contro lo spreco del cibo

Presentata oggi in conferenza stampa a Roma, la IX edizione della Campagna europea di sensibilizzazione di Last minute markets: "Spreco zero 2018/2019, realizzata in partnership con Anci e ministero dell'Ambiente. Illustrati anche i dati sullo spreco domestico in Italia

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

“"Sappiamo che si spreca approssimativamente un terzo degli alimenti che si producono, e il cibo che si butta via è come se lo si rubasse dalla mensa del povero" - Laudato sì di Papa Francesco ”

E' possibile vivere a spreco zero o è un'utopia? A Vatican News ne ha parlato Andrea Segrè, ideatore della Campagna europea di sensibilizzazione "Spreco zero 2018/2019", quest'anno arrivata alla IX edizione (Ascolta l'intervista integrale). Alla conferenza stampa di presentazione che si è tenuta oggi nella sede nazionale dell'Anci - Associazione Nazionale dei Comuni Italiani - sono state illustrati progetti, cifre e i nuovi dati sullo spreco domestico in Italia:

R. - "Come Last Minute Market, un progetto di ricerca applicato all’Università di Bologna, abbiamo iniziato 20 anni fa recuperando il cibo a fini solidali. Quello del dono è un meccanismo straordinario: da un’eccedenza vai a riempire una carenza attraverso la gratuità e la relazione. E' l’ ”economia del dono”, che sembra un ossimoro. Inoltre dieci anni fa esatti ci siamo domandati: ma perché sprechiamo, e dove sprechiamo? E abbiamo capito che seguendo la filiera dalla produzione agricola fino al consumo domestico ed extra-domestico, cioè i ristoranti, più della metà di ciò che si getta via sta proprio a casa nostra,  e non è recuperabile.

Cosa si intende con "prevenire" quando si parla di cibo?

R. - E' la parola d’ordine, la parola chiave. Fare “prevenzione” significa agire prima che il danno sia fatto; perché lo spreco è un danno, da tutti i punti di vista. E come si fa prevenzione? Facendo educazione alimentare. Da anni insistiamo sul fatto che dobbiamo partire dalle scuole, in particolare da quelle primarie, in modo che ogni iniziativa riconfermi la centralità de valore del cibo. Cibo significa non solo nutrirsi per poter vivere, ma significa anche salute: mangiare bene fa stare bene. Significa ambiente, perché a monte c’è una produzione agricola che deve essere sostenibile. Ci sono tanti valori. E quindi la parola 'prevenzione' significa letteralmente 'educazione'.

E' utopico pensare di poter vivere a spreco zero?

R. - Forse è un'utopia, però esistono anche le utopie concrete. Anche questo sembra un ossimoro, come l’economia del dono: è economia o è gratis? Penso alla bellissima frase di Eduardo Galeano:  "L’utopia è come l’orizzonte: faccio due passi, e si allontana di due passi. Ne faccio dieci, e si allontana di dieci. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare". Ed è un po’ quello che noi stiamo facendo.

La vostra è una campagna europea: come si comporta l'Italia rispetto agli altri Paesi dell'Ue, cosa deve imparare e cosa, eventualmente ha da insegnare?

R. - Intanto, noi siamo nella media dal punto di vista dello spreco domestico, non siamo né più virtuosi né meno virtuosi degli altri; ma questa non è una nota di merito, perché dobbiamo dire che il problema dello spreco è globale, anche se in proporrzioni diverse. A livello europeo noi ci troviamo a metà. Forse, però, possiamo insegnare qualcosa riguardo al recupero. Un paio di anni fa in Italia è stata approvata una normativa per contrastare lo spreco attraverso il recupero facilitato. Così, gli enti caritativi che raccolgono il cibo sono agevolati con incentivi e non sanzionati come prevede per esempio la legislazione francese.

Che tipo di incentivi?

R. - L'incentivo, per esempio, consiste in uno sconto sulla tariffa dei rifiuti, in modo da evitare che si crei ulteriore materiale di scarto. Mi pare che questo stia funzionando. Dovremmo fare di più, e per questo il 5 febbraio abbiamo dedicato la Giornata nazionale per la prevenzione degli sprechi alimentari – il prossimo sarà il quinto anno di seguito – così da proporre comportamenti virtuosi. Lo spreco alimentare domestico è un comportamento sbagliato: significa non dare valore al cibo e non rispettare il Creato. In questo, è illuminante l'Enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco. Per concludere, direi che non possiamo permetterci questo spreco, né dal punto di vista economico né ecologico.

 

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26 luglio 2018, 10:28