Monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo al Festival della Comunicazione, ospite di Radio Vaticana Monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo al Festival della Comunicazione, ospite di Radio Vaticana 

Pinerolo, Olivero: la Chiesa deve vedere gli orizzonti di ogni innovazione

Il vescovo della diocesi piemontese, che ospita la XIX edizione del Festival della Comunicazione, racconta come il territorio vive la manifestazione e riflette sull'uso dell'intelligenza artificiale, tema dell'evento: "È uno strumento affascinante, ma va compreso. La sua gestione è una questione politica"

Michele Raviart - Pinerolo (Torino)

Quando le Paoline e i Paolini lo hanno chiamato per chiedere la disponibilità della sua diocesi ad organizzare il Festival della Comunicazione, la prima reazione di monsignor Derio Olivero è stata di sorpresa. “Perché Pinerolo? Siamo una piccola diocesi, un piccolo territorio!”, dice nel suo intervento a Radio Vaticana - Vatican News. “Ci sentivamo un po' inadeguati a un festival nazionale della comunicazione. Poi però ci abbiamo pensato e abbiamo visto che era una bella opportunità per coinvolgere persone, per provare a spendere le nostre energie su un tema sicuramente importante quale quello della comunicazione”.

Ascolta l'intervista a monsignor Derio Olivero

Un passo verso una maggiore collaborazione

Circa 95 mila abitanti, di cui quasi 81 mila cattolici, da cui è emerso un gruppo di lavoro che ha messo insieme la diocesi, la chiesa valdese – che è molto presente in questi territori – le scuole e i giornali locali. “Credo che questo sia molto importante perché di fronte alle grandi sfide”, spiega, “il lavoro in rete il lavoro di squadra è più che necessario e credo che se il festival avesse fatto fare solo un passo verso una maggiore collaborazione sarebbe già tantissimo”.

IA: essere affascinati, ma consapevoli

Il tema dell’edizione di quest’anno – il Festival è arrivato alla sua XIX edizione – è “RestIAmo connessi”, ed ha come filo conduttore quello dell’intelligenza artificiale. Uno degli obiettivi è quello di introdurre e spiegare l’utilizzo di questa nuova tecnologia a chi finora ne conosceva poco. “Io stesso”, rivela monsignor Olivero, “ho scoperto la potenzialità incredibile di questo strumento dell’intelligenza artificiale e ho scoperto anche il fatto che attualmente è in mano a pochi grandi colossi e questo è l’aspetto che più mi spaventa. Credo che il problema è come viene e verrà governato questo strumento, e anche insieme chiedersi verso dove stiamo puntando con l’AI e verso quale obiettivo”. È una questione politica, cioè una questione che riguarda tutti i cittadini, sottolinea, ma è anche un tema da cui rimanere affiscinati: “Ma che bello essere affascinati di qualcosa di bello, ma bisogna essere un po' più consapevoli e rendersi conto meglio”.

Il carisma profetico della Chiesa per le innovazioni

Da appassionato di arte e di pittura, monsignor Olivero, ha citato la pittrice Frida Kahlo, quando affermava quando disegnava non vedeva confini, ma tracciava orizzonti. “La Chiesa spesso quando ci sono stati innovazioni ha dipinto confini, dobbiamo riconoscerlo”, afferma il vescovo della diocesi piemontese, “invece noi dobbiamo avere questo carisma profetico - che non vuol dire che vada bene tutto, che sarebbe qualunquismo, ma sarebbe bello, se noi cristiani fossimo visti come coloro che in ogni situazione in ogni occasione e quindi di fronte anche ad ogni innovazione sono i primi a sforzarsi in tutti i modi di vedere gli orizzonti che può creare quell'innovazione e quella scelta. Io lo credo fortemente”.

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14 maggio 2024, 18:56