Una chiesa copta in Egitto Una chiesa copta in Egitto 

In Egitto va avanti il percorso sinodale: tappa fondamentale per essere Chiesa

Il vescovo copto di Alessandria, Bakhoum Hani Kiroulos, ha partecipato alle riunioni a Roma della Segreteria generale del Sinodo. Ci ha spiegato come nelle diverse diocesi egiziane si vivono le tappe del Sinodo avviato dal Papa: “Ci siamo preparati per tanti mesi per capire cosa vuol dire parlare insieme e ascoltarci l’un l’altro”. La guerra: “Una sfida contro la sinodalità”

Talal Yammine – Città del Vaticano

“Ascoltare insieme, discernere insieme, vivere insieme, partendo da una conversione personale e anche comunitaria”. Su queste direttrici si è mosso finora il cammino sinodale nelle diocesi in Egitto. Lo racconta monsignor Bakhoum Hani Kiroulos, vescovo di curia del patriarcato di Alessandria dei Copti, che ha partecipato in questi giorni alle riunioni a Roma della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi. In diverse parti del mondo, stanno infatti per volgere al termine le sessioni di ascolto del Popolo di Dio e le varie istanze ecclesiali si avviano a tirare le fila del loro discernimento comunitario. I membri delle quattro commissioni (Teologica, Spiritualità, Metodologica, Comunicazione) della Segreteria del Sinodo si sono quindi riuniti per approfondire alcuni aspetti della Episcopalis Communio, il documento di riferimento del cammino sinodale.

Ascolta l'intervista al vescovo Bakhoum Hani Kiroulos

Condivisione e preghiera

Cinque giorni di lavori, durante i quali i partecipanti hanno discusso alcuni punti nodali emersi durante il cammino finora svolto, in un clima di condivisione e momenti di preghiera. Tra i partecipanti, c'era appunto monsignor Bakhoum che a Vatican News spiega: “Questi giorni sono stati molto interessanti perché sono emersi alcuni argomenti importanti per il processo sinodale, soprattutto dal punto di vista del senso della fede, del magistero e della gerarchia della Chiesa. Ma anche molti punti che riguardano l’evangelizzazione e la missione”.

Lavorare insieme

Durante i lavori è stato fatto anche il punto sullo status dei lavori nelle diverse diocesi. “Ci siamo chiesti a che punto siamo arrivati, come lavoro di commissioni da ottobre a oggi, i punti da rafforzare, su cosa cominciare a lavorare insieme e in maniera interdisciplinare per trattare alcuni temi”, racconta il presule. “Abbiamo visto l’importanza non solo che ognuno faccia il proprio lavoro, ma anche di lavorare insieme. Questo dà senso e realizza lo scopo del Sinodo: collaborare, pensare, parlare insieme, ascoltarci l’un l’altro”.

Prepararsi al Sinodo

In particolare nella Chiesa in Egitto, il percorso sinodale si è suddiviso in due parti. Bakhoum, che si dice “molto contento del lavoro a livello nazionale” svolto in questi mesi, spiega che la prima tappa è stata di creare una commissione sinodale per la Chiesa copta cattolica. In ogni diocesi, il vescovo ha presentato una o due persone che fa parte dell’organismo. Poi si è proceduto alla traduzione in lingua araba dei documenti del Sinodo, offerte anche a tutte le altre Chiese orientali: “Abbiamo visto che è molto utile e importante leggere i testi nella lingua propria. Fa capire e maturare meglio i temi e i concetti”.

“Per noi come Chiesa – riferisce ancora il vescovo copto – era necessario fare un tempo di preparazione. Prima di rispondere alle domande, bisognava preparare il popolo di Dio e il clero a vivere questo momento fondamentale per la Chiesa. Siamo partiti allora ad ottobre e fino a febbraio abbiamo organizzato incontri che hanno aiutato a capire cos’è il Sinodo, come si vive il Sinodo, cosa vuol dire ascoltare, discernere, vivere insieme, partendo dalla conversione personale e anche comunitaria”.

Risposte

Dunque un primo tempo di “preparazione spirituale”, scandito da diversi appuntamenti nelle varie diocesi. “Personalmente ho visitato 5-6 diocesi per presentare il Sinodo e il processo sinodale”, dice monsignor Bakhoum. Da febbraio ad oggi, si lavora invece per una “seconda fase” che è quella di nuove riunioni delle chiese locali finalizzate a rispondere alle domande della Segreteria del Sinodo. “Il 6 e il 10 maggio avremo due incontri molto importanti in cui raccoglieremo da candidati e rappresentanti delle diocesi le varie risposte per poter fare poi una sintesi e andare avanti”.

La guerra, sfida contro la sinodalità

Sul cammino compiuto in questi mesi certamente ha influito anche quanto sta accadendo in Ucraina e a livello internazionale. Il vescovo di Alessandria non usa mezzi termini: “Questa guerra è una piaga per tutta l’umanità. È una sfida che va contro la sinodalità: se il Sinodo mira a qualcosa che è unire, la guerra divide tra chi con e chi contro. Continuiamo a pregare il Signore”.

 

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30 aprile 2022, 11:35