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Brasile: aborto indotto su bambina di 10 anni. Appello dei vescovi

Riferendosi al caso della bambina rimasta incinta dopo un abuso subíto in famiglia, i vescovi del Brasile chiedono che “chiesa, famiglia e società siano alleate nella tutela dei minori”

Isabella Piro – Città del Vaticano

Torna a far sentire la sua voce la Conferenza episcopale del Brasile (Cnbb) sul caso della bambina di 10 dieci, rimasta incinta dopo un abuso subíto in famiglia, e per la quale il Tribunale ha autorizzato l’aborto alla 22.ma settimana di gestazione. In un’intervista radiofonica con l’emittente “Rede Aparecida”, il presidente della Commissione episcopale per la vita e la famiglia, Monsignor Ricardo Hoepers lancia un forte appello alla difesa dei minori, richiamando l’importanza di un’alleanza tra Chiesa, famiglia e società nella tutela dei bambini da ogni tipo di abuso. “La maggior parte delle violenze avviene tra le mura domestiche - dice il presule - e questo rende i minori molto vulnerabili. Dobbiamo, quindi, aiutare i genitori a stare accanto ai propri figli e mobilitare gli insegnanti affinché sappiano cogliere, nei loro alunni, eventuali segni di depressione o di aggressività”. Dietro ad essi, infatti, “potrebbero esserci episodi di maltrattamenti domestici”. La stessa attenzione Monsignor Hoepers la richiede “ai catechisti” e “a tutta la società, la quale deve impegnarsi in favore della salvaguardia dei minori”. “Nessuno è esente da questo compito”, ribadisce il vescovo brasiliano, auspicando che il governo attui “con urgenza, progetti specifici”.

Si salvaguardi la vita familiare

"È bene che cominciamo a riflettere sull'importanza della famiglia - aggiunge il presule - e sulla necessità che tutte le forze politiche comincino a investire di più su di essa, in quanto elemento di equilibrio sociale". Non spetta, infatti, “solo alla Chiesa, bensì a tutta la società salvaguardare i valori e l'importanza della vita familiare” per il bene comune e di ciascuno. Riferendosi, poi, al caso della bambina di 10 anni, Monsignor Hoepers definisce l’aborto che le è stato indotto come "un atto criminale, un atto orrendo, un atto abominevole: abbiamo inflitto la pena di morte a un bambino innocente che è diventato un capro espiatorio e questo è inaccettabile”. Senza negare le oggettive difficoltà che un caso simile comporta, “soprattutto per la madre-bambina”, il presule afferma: “L’aborto non è l’unica soluzione”, ci sono altre possibilità in favore della vita. “Oggi infatti - spiega - la scienza, la psicologia, la medicina offrono molte soluzioni per accompagnare una gravidanza”, senza dimenticare l’eventualità di dare il bambino in adozione. “Perché, allora, scegliere la morte e non la vita? È questa la società che vogliamo costruire, una società che uccide i suoi figli?” domanda Monsignor Hoepers. L’esponente della Cnbb rende noto, poi, che intende avanzare una proposta, ovvero che l’Ufficio del Difensore civico abbia, al suo interno, un gruppo di lavoro specifico per la tutela del nascituro e per la protezione della famiglia. “Lo Stato deve salvaguardare la vita – sottolinea – perché pensare che l’aborto sia una soluzione normale è irrazionale. Non si protegge la vita scegliendo la morte”. Infine, Monsignor Hoepers specifica che salvaguardare la vita “non è fondamentalismo o fanatismo religioso”, bensì tutela dei minori e, con essi, del futuro del Paese.

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19 agosto 2020, 14:49