La disperazione di una parente delle vittime della strage La disperazione di una parente delle vittime della strage

Vescovi Sri Lanka: i politici non strumentalizzino l'attuale situazione

Il presidente dei vescovi dello Sri Lanka mons. Winston Fernando racconta come i fedeli sono provati e sofferenti ma guardando alla vita di Gesù sono disposti ad accettare questi momenti difficili. Il presule mette in guardia i politici a non strumentalizzare questa situazione anche alla luce dell’inefficienza dei servizi segreti srilankesi che erano stati informati sul pericolo di attentati

Roberto Piermarini - Città del Vaticano

In seguito alle stragi di Pasqua in tre chiese e tre hotel dello Sri Lanka, il Presidente Maithripala Sirisena annuncia una rapida ristrutturazione dell’apparato d’intelligence del Paese, accusando che nessuno lo aveva informato del pericolo di attentati. Dal canto loro i servizi d’intelligence indiani fanno sapere di aver diramato tre allerte terrorismo nelle settimane precedenti gli attentati, rimaste ignorate dai vertici dello Sri Lanka. Il primo avvertimento risalirebbe al 4 aprile; l’ultimo a poche ore prima delle esplosioni. Le informative indiane mettevano in guardia Colombo per le attività di Maulvi Zahran Bin Hashim, leader del Ntj, che avrebbe sondato la possibilità di creare una fazione dell’Is tra India del sud e Sri Lanka. In un’intervista televisiva, il primo ministro Ranil Wickremesinghe ha ammesso che “l’India ci ha fornito le informazioni, ma poi c’è stato un vuoto nel modo di agire…e le informazioni non sono state trasmesse”. Per questo i partiti d’opposizione accusano l’attuale governo di inefficienza.

Nel Paese intanto si svolgono i funerali dei fedeli uccisi a Pasqua nelle chiese a cui ha partecipato anche il presidente della Conferenza episcopale dello Sri Lanka, mons. Winston Sebastian Fernando che al microfono di Robin Gomes della sezione inglese di Vatican News, parla del clima che si respira in queste ore in Sri Lanka

R. – Sono appena tornato da due funerali nella mia diocesi, a sei ore di macchina da Colombo, e domani ce ne sarà un altro: tre cattolici nella stessa chiesa. Devo dire che ringrazio Dio che la gente ha risposto alla grazia di Dio ed è rimasta calma. E appena passata la Pasqua e credo che siano per questo motivati ad accettare la sofferenza. Ovviamente, sono tutti molto provati e sofferenti, ma penso che la vita di Gesù e i suoi insegnamenti che aiutano la nostra Chiesa ad affrontare questo momento veramente difficile. Alcuni hanno detto che sarebbero stati contenti di morire nel giorno di Pasqua, e questo ci mostra il livello di fede di alcuni fedeli. Ma, ovviamente, non possiamo negare che ci sono alcuni che sono molto arrabbiati: per fortuna i sacerdoti e i religiosi e anche molti fedeli laici sono riusciti a motivarli affinché accettassero con calma questa situazione, senza reagire.

Cosa si aspetta la Chiesa cattolica dello Sri Lanka dal governo?

R. – In realtà, siamo molto scontenti dell’operato del governo, al momento, perché c’erano state delle avvisaglie ma credo che i servizi segreti abbiano fallito. Devo dire che abbiamo proprio bisogno di una buona guida per il Paese, perché non è giusto che vogliano trarre vantaggi politici in questi anni in cui ci saranno le elezioni, da questo fatto. Tutti cercano di guadagnare punti, mentre criticano il passato dicendo che con loro tutto questo non sarebbe successo, poi si criticano gli uni gli altri invece di lavorare insieme per cambiare la situazione. Quindi, noi ci aspettiamo una buona guida: non è giusto né corretto volere trarre vantaggi politici dalla situazione attuale.
 

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24 aprile 2019, 11:58