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Card. Clemente: il sogno di una Gmg a Lisbona è diventato realtà

Interviste al patriarca di Lisbona Manuel José Macário do Nascimento Clemente che esprime la sua gioia per la scelta di Lisbona per la prossima Gmg nel 2022 ed a padre Awi Mello del dicastero per i laici, la famiglia e la vita

Francesca Sabatinelli - Panama

Il card. Manuel José Macário do Nascimento Clemente spiega che organizzare una Gmg a Lisbona, era sempre stato un desiderio dei vescovi e della stessa gioventù cattolica del Portogallo, “Sono molto contento perché aspettavamo da tempo questo momento” afferma il card. Manuel José Macário do Nascimento Clemente, patriarca di Lisbona. E sono contento non soltanto per Lisbona ma per tutte le diocesi portoghesi. Era un desiderio avere una Giornata Mondiale della Gioventù da noi. Adesso è possibile. Il nostro sogno è diventato realtà”.

Ascolta l'intervista al card. Clemente

R. - Nella conferenza episcopale portoghese era un desiderio che già c’era ed è rimasto nelle aspettative del Paese. Anche nella gioventù cattolica del Portogallo c’è molto movimento missionario; vanno nelle altre parti del Paese a passare la settimana con la popolazione per condividere il Vangelo, la vita cristiana e ritornano a scuola con la volontà di “fare” il vangelo e l’evangelizzazione. Durante le vacanze fanno dei campi di servizio per i poveri, hanno molta volontà… Sono mille, più di mille. Allora questo insieme della volontà della conferenza episcopale e dell’aspirazione della gioventù cattolica del Portogallo faranno questa giornata molto bella.

Qui a Panama si è vissuta una dimensione indigena, in Portogallo sarà una dimensione africana per i forti legami con i Paesi un tempo colonia, è così?

R. – Sì, Angola, Mozambico, Guinea, Capoverde … Tutti saranno là perché già sono lì, a Lisbona, vivono tutti là, in questi Paesi e saranno molto importanti queste giornate e avranno questa particolarità euro-africana fortissima… A Lisbona hanno cominciato e a Lisbona ritornano.

Si parla di Portogallo e si pensa a Fatima…

R. - Tutto in Portogallo, la pietà, la spiritualità, la sensibilità sono molto legate alla Madonna di Fatima e allora Fatima sarà presente a Lisbona.

Padre Awi Mello del dicastero per i laici, la famiglia e la vita parla della gioia di avere di nuovo una Gmg in Europa e di come sia importante il Portogallo per la sua forte tradizione evangelizzatrice.

Alla domanda di come nasca la scelta del Portogallo, padre Awi Mello del dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita risponde che è stata una scelta di Papa Francesco, che nessuno ne conosce le ragioni, ma che probabilmente nasce anche dal fatto che il Portogallo è una sorta di periferia dell'Europa, la punta. Parla della forte componente africana che animerà la Gmg 2022 e poi traccia un bilancio molto positivo della Gmg che si è appena conclusa a Panama

Ascolta l'intervista al padre Awi Mello]

R. – Per noi è davvero una gioia poter avere la Giornata di nuovo in Europa. Siamo con le braccia aperte per ricevere di nuovo in Europa la Giornata Mondiale della Gioventù. E anche noi nel Dicastero siamo molto lieti di sapere che il governo portoghese, e la Chiesa in Portogallo, che ha una tradizione evangelizzatrice, sono aperti a ricevere i giovani di tutto il mondo per questa edizione della Giornata Mondiale della Gioventù.

Come possiamo definire la scelta di Lisbona?

R. – È difficile saperlo, è una scelta personale del Santo Padre. E quindi mi sembra che soltanto lui possa dirlo. Nel suo cuore, sicuramente, ha compiuto una scelta nel senso di scegliere una periferia in Europa: il Portogallo è una punta. E in un certo senso penso che sia anche questo che lo abbia motivato, però noi non lo sappiamo, lui non dice perché ha scelto, ma dice semplicemente: “Questa è la città dove si terrà la prossima Giornata”.

Resta, come diceva lei, il grande ruolo di evangelizzazione che ha avuto il Portogallo…

R. – Sì, non era nel piano del Papa, nel nostro o in quello di Dio. Mi sembra che sia parte di una storia evangelizzatrice della Chiesa in Portogallo: è proprio da lì, dal fiume Tejo, che è partita l’evangelizzazione del nuovo mondo. E il fatto che adesso il Portogallo potrà accogliere i giovani di tutto il mondo per parlare di Gesù e annunciare il Vangelo, mi sembra sia proprio una delicatezza di Dio. C’è una storia anche di comunione tra i Paesi che parlano portoghese. Specialmente il Portogallo è molto orgoglioso di avere la possibilità di coordinare tanti Paesi che parlano portoghese: l’Africa e anche Timor Est e il Brasile. Questi ci hanno non soltanto donato il Vangelo ma anche la lingua. In questo senso siamo anche noi grati, come dicono i brasiliani, e mi sembra che sarà un’opportunità speciale quella di avere una Giornata in cui i Paesi che parlano portoghese avranno un posto speciale. Questi Paesi hanno addirittura una sigla: dicono i “P.A.L.O.P”, ovvero i Paesi di lingua ufficiale portoghese. Tanti di questi sono Paesi africani. Mi sembra che ci sarà anche un accento in questa Giornata sui Paesi africani che parlano portoghese.

Lei che sensazione ha vissuto qui a Panama?

R. – Davvero una sensazione di gioia, una gioia molto grande per quello che hanno fatto. Forse all’inizio tanti si domandavano: ce la faranno? E sì, ce l’hanno fatta, e bene, molto bene, con molto cuore, con molta accoglienza e molto senso evangelico, perché si sono affidati alla provvidenza di Dio. E hanno fatto un lavoro incredibile: era tutto ben fatto. In tutte queste giornate - noi che siamo nel backstage lo sappiamo - sono stati molto flessibili, aperti, e la Giornata è stata molto bella. Una delle cose che mi ha colpito di più è stato Mons. Ulloa, quando è finita la messa martedì, ha detto: “Dopo questa Giornata è chiaro che anche i piccoli, anche i poveri, hanno un posto nella Chiesa e possono farlo, possono essere protagonisti nella Chiesa universale”. E questo mi ha colpito molto perché il Papa sicuramente ha fatto la scelta di Panama perché è un Paese piccolo e un Paese di periferia. E loro ce l’hanno fatta.


 

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28 gennaio 2019, 12:47