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Per l'internet Watch Foundation un bambino su cinque è vittima di violenza sessuale Per l'internet Watch Foundation un bambino su cinque è vittima di violenza sessuale  (AFP or licensors)

Minori e abusi, l'intelligenza artificiale adesso è la grande sfida

A Palazzo Borromeo a Roma il convegno "la dignità dei bambini nel mondo digitale”, organizzato dalla Fondazione Sos Telefono Azzurro in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Caffo: l'IA fa "saltare tutti quei sistemi di controllo che avevamo attivato in questi anni". Il cardinale O'Malley: la Chiesa ribadisce l'importanza di uso responsabile degli algoritmi "in linea con i valori umani e gli standard etici"

Michele Raviart - Città del Vaticano

Con l’intelligenza artificiale anche un innocuo video di un bambino che spegne una torta di compleanno o un minore seduto in classe possono diventare immagini da cui un algoritmo può generare materiale pedopornografico. L’aumento delle immagini di abusi realizzati dall’AI è infatti, assieme a quello dell’adescamento online, una delle nuove forme assunte da questo fenomeno che seppure difficilmente quantificabile in maniera specifica - nel 2023 le pagine web con materiale pedopornografico erano oltre 275 mila, 11 mila le foto generate dall’Ai solo in un mese - nella sua accezione più ampia riguarda un bambino su cinque, vittima di qualsiasi forma di abuso a sfondo sessuale. Il tema è stato affrontato nel convegno “La dignità dei bambini nel mondo digitale”, organizzato dalla Fondazione Sos Telefono Azzurro in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, che ha anche ospitato l’evento.

Rischi e opportunità delle AI

“Le nuove tecnologie sono diventate un alto elemento di rischio nel mondo delle persone fragili, dei bambini e degli adolescenti, che hanno sempre più frequentemente accesso a piattaforme che al proprio interno hanno strumenti che possono in un portare a comportamenti a rischio”, spiega ai media vaticani Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. L’IA, aggiunge, “è una grande sfida, perché fa saltare tutte quei sistemi di controllo che avevamo attivato in questi anni. È una bellissima opportunità, ma è un’area nella quale le fragilità possono essere fonte di un rischio sempre maggiore per le nuove generazioni”. In questo senso, spiega Caffo, l’imminente G7 che si svolgerà a metà giugno in Puglia può essere l’occasione per presentare proposte sul tema, “che può essere risolto solo a livello internazionale, anche grazie al contributo di Papa Francesco, “che in quell’occasione potrà affrontare la dignità della persona come elemento chiave su cui dobbiamo tutti impegnarci”.

Ascolta l'intervista a Ernesto Caffo

O'Malley: tecnologia deve servire a migliorare la vita umana

“Il potere degli algoritmi pone sia opportunità che sfide, richiedendo un equilibrio tra il progresso tecnologico e i valori umani”, ha ribadito in un messaggio il cardinale Patrick O'Malley, presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori - istituzione che sarà coinvolta nei vari approfondimenti, studi e nuove iniziative che scaturiranno da questa giornata di convegno. “Come il Santo Padre ha ricordato in diverse occasioni”, scrive ancora il porporato, “la tecnologia dovrebbe servire a migliorare la vita umana, non il contrario. L'impegno della Chiesa nei confronti delle nuove tecnologie, in particolare dell'IA, è radicato nella sua missione di tutela delle persone, in linea con il Vangelo” e sta “contribuendo attivamente alla conversazione globale sull'uso responsabile dell'IA, in linea con i valori umani e gli standard etici".

Creare un identificativo digitale per i minori

“I bambini hanno bisogno di adulti credibili che siano in grado di far rispettare i loro diritti. Diritti che le carte internazionali riconoscono pienamente”, ha sottolineato Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, intervenuta su delega della presidenza del Consiglio italiano. Tra le iniziative possibili da attuare, ha affermato Carla Garlatti, autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, quella di introdurre una sorta di “SPID”, l’identificativo digitale per i minori, in modo da tutelare quanto più possibile l’accesso nelle varie piattaforme, limitando l’accesso a quelle con contenuti non adatti e prevenendo i tentativi di adescamento. “Pensare che il minorenne non usi la rete”, aggiunge, “vuol dire essere fuori dal tempo”.

Il diritto alla privacy non può essere un alibi

Una verifica “difficile da attuare al momento”, ha spiegato il giurista Guido Scorza, componente del Collegio del garante per la protezione dei dati personali, anche perché ogni minore ha la tendenza ad usufruire di contenuti pensati per età superiori. “L’algoritmo quanto più lo conosciamo tanto più è utile, tanto meno lo conosciamo tanto più è pericoloso”, ha ribadito Scorza, sottolineando come non si possa utilizzare il diritto alla privacy come un alibi quanto in gioco c’è la sicurezza dei bambini.

Verso la giornata mondiale dei bambini

“Crediamo che gli smartphone ci facciano tenere tutto sotto controllo, ma non è così”, ha commentato invece padre Hans Zollner, preside dell’istituto di Antropologia alla Pontificia Università Gregoriana. Come ha detto Papa Francesco, bisogna “creare e adottare un trattato internazionale sulle AI”, anche per che per rispondere alla domanda su che essere umani vogliamo essere in futuro. Padre Marco Vianelli, direttore dell'Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della Cei ha ricordato quanto realizzato con i punti d’ascolto, mentre padre Enzo Fortunato, coordinatore della Giornata Mondiale dei Bambini ha ricordato l’evento che si svolgerà il 25 e 26 maggio 2024 allo Stadio Olimpico di Roma e a Piazza San Pietro, in cui parteciperanno oltre 100 mila minori da 102 Paesi.

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03 maggio 2024, 17:22