Monsignor Gabriele Giordano Caccia, rappresentante della Santa Sede presso l'Onu a New York Monsignor Gabriele Giordano Caccia, rappresentante della Santa Sede presso l'Onu a New York

Caccia: il progresso tecnologico guardi sempre alla difesa della dignità umana

L’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di New York interviene alla Commissione disarmo Onu e ribadisce la necessità “di promuovere una pace duratura”, partendo sempre dalla “protezione dei diritti umani fondamentali” e dal “perseguimento della giustizia”’. Allarme dell'arcivescovo per "lo sviluppo e l'uso di sistemi d'arma autonomi letali"

Vatican News

Solo tenendo sempre ben presente la difesa della dignità umana e l’obiettivo del perseguimento del bene comune si potrà evitare di cadere nel rischio del ‘paradigma tecnocratico’, secondo le parole di Papa Francesco, cioè di ritenere che “ogni progresso tecnologico è di per sé legittimo e meritorio”. Monsignor Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di New York, interviene sulle tecnologie emergenti in occasione dell’apertura del gruppo di lavoro II dedicato al tema presso la Commissione disarmo dell’Onu, in occasione della 78ª Sessione dell'Assemblea Generale a New York.

Il rischio legato ai LAWS

“Il vero progresso – spiega Caccia, citando il messaggio di Francesco per la 57ª Giornata mondiale della pace - può essere trovato solo nell'applicazione delle tecnologie emergenti al perseguimento della giustizia e della pace, piuttosto che all'aggravamento delle disuguaglianze e dei conflitti”. L’arcivescovo sottolinea, quindi, come, in ambito militare, “lo sviluppo e l'uso di sistemi d'arma autonomi letali (LAWS) privi dell'appropriato controllo umano porrebbe problemi etici fondamentali, dato che i LAWS non potranno mai essere soggetti moralmente responsabili in grado di rispettare il diritto internazionale umanitario”.

Costruire una pace duratura

L'arcivescovo ribadisce quindi la preoccupazione del Papa che, sempre nel messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2024, chiedeva di “garantire una supervisione umana adeguata, significativa e coerente dei sistemi d’arma”. Senza tenere conto delle preoccupazioni legate all’esistenza umana, alla protezione dei diritti umani fondamentali e al perseguimento della giustizia, è la conclusione dell’arcivescovo, “sarà difficile costruire la fiducia in modo da promuovere una pace duratura”.

 

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04 aprile 2024, 11:35