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Beato Giuseppe Gorastazu Labayen, padre di famiglia, martire

Giuseppe Gorastazu Labayen, padre di famiglia

Giuseppe era uno dei tanti laici che partecipava alla vita della parrocchia e traduceva i valori del vangelo nella vita familiare e sociale. Morì per il semplice fatto di essere cristiano. Dai dati in possesso, si ritiene che siano stati uccisi 6.832 persone, tra cui 4.184 appartenenti al clero diocesano, 2.365 religiosi e 283 religiose. A questo gruppo si aggiungono i laici, tra i quali Giuseppe. Alla fine dell’agosto del 1936 un alto dirigente catalano, alla domanda di una redattrice del giornale francese «L’Oeuvre» sulla possibilità di riavviare il culto cattolico in Spagna rispose: «Oh, il problema non si pone neppure, perché tutte le chiese sono state distrutte». Andrés Nin, capo del Partito operaio di unificazione marxista, in un discorso pronunciato a Barcellona l’8 agosto 1936, non esitò a dichiarare: «C’erano molti problemi in Spagna (…) Il problema della Chiesa lo abbiamo risolto completamente, andando alla radice: abbiamo soppresso i sacerdoti, le chiese e il culto». José Díaz, segretario generale della sezione spagnola della III Internazionale, il 5 marzo 1937 disse a Valencia: «Nelle province in cui dominiamo, la Chiesa non esiste più. La Spagna ha superato di molto l’opera dei Soviet, perché la Chiesa, in Spagna, è ora completamente annientata».

Una persecuzione non solo pubblica, ma anche privata: erano infatti proibiti immagini e oggetti di culto anche all’interno delle case e delle famiglie, a tal punto che qualche persona zelante cancellò con lo scalpello anche ogni scritta che richiamasse al fatto religioso, compreso le iscrizioni nelle lapidi.

Quando scoppiò la guerra civile nel 1936, erano ormai almeno cinque anni che era in atto la persecuzione contro i cristiani; 239 erano le chiese bruciate e molte di più le opere d’arte distrutte. La persecuzione infatti cominciò in modo subdolo nel maggio del 1931, con chiese e conventi dati alle fiamme; continuò con una legislazione apertamente faziosa; proseguì nell’ottobre del 1934 nelle Asturie e in altri luoghi della Spagna, e terminò con l’ecatombe di sacerdoti, religiosi e cattolici tra il 1936 e il 1939.

La memoria dei 522 martiri non ha una data unica per tutti: oggi la Chiesa ricorda il beato Giuseppe Gorastazu Labayen, padre di famiglia, martire al quale desideriamo volgere lo sguardo, per imparare a rendere radicale testimonianza anche noi oggi.