Cerca

Santi Ermagora e Fortunato, Martiri di Aquileia

Ermagora e Fortunato

Fu san Marco evangelista, inviato da san Pietro ad Aquileia, a portare Ermagora – neo convertito – a Roma da san Pietro, convinto che fosse di «vir christianissimus et elegans persona» (uomo di salda fede e persona corretta). Ritornato in patria, Ermacora continuò a predicare con fervore, compiendo miracoli, battezzando, ordinando sacerdoti e diaconi, inviando missionari nelle città della regione aquileiese. Insediatosi il nuovo preside, Sebasto, i sacerdoti pagani gli chiesero di intervenire nei confronti di Ermagora, colpevole di sedurre il popolo con la nuova religione e di allontanarlo dai templi degli dei romani.

Ermagora in carcere

Ermagora venne così arrestato e invitato ad offrire agli idoli: di fronte al suo rifiuto, fu torturato a tal punto che il popolo stesso chiese di sospendere tale crudeltà. Durante la prigionia egli non smise mai di parlare di Cristo tanto che Ponziano, suo carceriere, chiese il battesimo. Considerando che ormai sentiva vicina la sua fine, indicò il suo diacono Fortunato quale suo successore, ma alla fine il preside Sebasto li martirizzò entrambi. I loro corpi furono raccolti da Ponziano, Gregorio e Alessandria e sepolti nel recinto funerario di quest’ultima, in un cimitero non lontano dalle mura della città. Tutti i malati che si recavano a venerarne la tomba riacquistavano la salute.

La narrazione nella cripta di Aquileia

Il racconto della vita dei santi Ermagora e Fortunato è oggi custodito nella cripta della basilica di Aquileia da affreschi del XII secolo, dove in venti episodi è narrata la passio dei santi martiri.