Sulle orme del Santo: guida al cammino di Sant'Antonio
Luisa Urbani – Città del Vaticano
Un viaggio fisico ma anche spirituale. È quello che ogni persona potrà vivere grazie alla guida ufficiale al Cammino di Sant’Antonio. Realizzata dalle Edizioni Messaggero Padova in coedizione con Terre di Mezzo Editore, è una guida contenente tutte le informazioni per visitare luoghi di spiritualità e d’arte con spunti quotidiani anche per il “cammino interiore”.
Come nasce la guida
“La passione e l'operosità dei volontari che in questi anni hanno fatto vivere il cammino – racconta Mirco Zorzo, presidente dell’associazione Il Cammino di Sant’Antonio – ha portato anche alla pubblicazione dell'attesa guida ufficiale. Essa rappresenta un prezioso sussidio per quanti vogliono avvicinarsi all’esperienza di pellegrinaggio. La guida – prosegue Zorzo - permette di affrontare un percorso fisico, ma anche spirituale. Oltre alle semplici informazioni tecniche, contiene anche alcuni passi dei Sermoni di Sant’Antonio e note autobiografiche sulla vita del Santo”.
L’ origine del pellegrinaggio
“Il cammino – spiega padre Alberto Tortelli, frate della Basilica del Santo – si innesta su una tradizione locale che risale all’epoca di Sant’Antonio e che è rimasta viva nel tempo”. Il 13 giugno del 1231, Sant’Antonio, sentendosi prossimo alla morte, chiese di essere riportato in convento a Padova. Un gruppo di frati lo accontentò trasportandolo su un carro trainato da buoi. “Già quel giorno, in quel lungo viaggio, si accodarono contadini, frati e gente comune”. Da allora questo gesto fu ripetuto dalla gente locale che andava in pellegrinaggio a piedi verso Padova. “Sull’onda di questa lunga tradizione – prosegue – nel 2000, insieme ad un gruppo di ragazzi, abbiamo deciso di organizzare in maniera più istituzionale un pellegrinaggio. Da qui, poi, è nata l’idea di strutturare un vero e proprio percorso che ripetesse almeno un tratto dei passi del Santo”.
Il percorso
Il cammino, che collega i principali luoghi italiani di accertata presenza di Sant'Antonio, si estende dal santuario Antoniano di Camposampiero in Veneto, attraverso la Basilica di Sant'Antonio di Padova, fino al Santuario della Verna in Toscana attraversando l'Emilia Romagna e gli Appennini.
La metafora del cammino
Il Cammino di Sant'Antonio, però, non è solo un memoriale della vita del Santo, ma vuole essere anche un'esperienza che si inserisce nella tradizione del pellegrinaggio spirituale. “Il pellegrinaggio – prosegue padre Tortelli – ha un profondo significato antropologico e religioso, è una metafora del nostro cammino quotidiano, della vita. Ciascuno di noi percorre passo dopo passo la sua strada”. Ognuno, mettendosi in cammino ha la possibilità di scoprire la sua vera identità, di confrontare la propria esperienza di fede con quella di un testimone speciale come il Santo. “Grazie al pellegrinaggio, l’uomo torna alle radici della propria umanità e della propria fede. Ci si mette in movimento per trovare la propria stabilità, è questo il paradosso del cammino”.
Perché mettersi in cammino
“Sono tanti i motivi - spiega padre Tortelli – che spingono le persone a intraprendere questo percorso. A tutti, però, il cammino dona qualcosa, ciascuno riceve il regalo di cui ha bisogno. Ricordo – racconta – di una persona che si mise in cammino per cercare l’anima gemella e la trovò sul serio, oppure di una coppia di giovani sposi che, dopo aver perso il loro figlio per una grave malattia, decise di intraprendere questo pellegrinaggio per ritrovare una serenità di cuore”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui