Si chiude il Salone del Libro, storie di libertà contro il regime di Hitler
Antonella Palermo - Inviata a Torino
Il Salone del Libro di Torino si è chiuso ieri, 13 maggio, con la nota amara dell’insulto subito dallo scrittore e drammaturgo Stefano Massini, durante la presentazione della sua versione del Mein Kampf, da un uomo che successivamente lo ha spintonato e strattonato. In un simile clima, il libro di Francesco Comina La lama e la croce. Storie di cattolici che si opposero a Hitler (LEV) di cui si è parlato alla fiera proprio ieri è un prezioso strumento per avere bene a mente quali e quante vittime causò quel regime.
Klingenbeck, ghigliottinato perché ascoltava radio vaticana
A Radio Vaticana – Vatican News, l’autore ricorda che la resistenza tedesca al nazionalsocialismo è stata ampia, molto più di quanto si pensa: si calcola che sono stati circa 300-350 mila i giovani che si sono rifiutati di aderire a quel sistema, ammazzati con la ghigliottina, “come dire, tagliamo le teste pensanti di un Paese”. Tra le vicende che hanno particolarmente colpito Comina c’è quella di Walter Klingenbeck, raccontata nelle pagine del libro. Era un giovane di Monaco, figlio di un sacrestano di una chiesa tenuta sotto controllo dai nazisti “perché i sacerdoti avevano dato prova di resistenza contro i nazisti. Lui cresce ascoltando Radio Vaticana, proibita a quel tempo – precisa, - e uno dei capi di imputazione che gli vennero buttati addosso durante il processo fu proprio quella di ascoltare questa emittente”. Aveva 16 anni. Era nella stessa città in cui agiva la Rosa Bianca, il gruppo di studenti storicamente noto per aver resistito al nazionalsocialismo sulla base di valori essenzialmente cristiani.
Gli studenti che sognavano la libertà
“Nelle stesse strade e nelle stesse piazze c’era questo gruppo di ragazzini delle scuole superiori che decisero di mettersi insieme facendo le stesse cose che faceva la Rosa Bianca: volantinaggio, andavano a scrivere di notte la parola ‘libertà’ sui muri, costruirono una radio clandestina, facevano un lavoro di sabotaggio dell’industria militare e finirono anche per inventarsi un aereo telecomandato che avrebbe dovuto sorvolare Monaco e gettare i volantini della Resistenza”, racconta Francesco Comina. “Vennero sorpresi perché raccontarono queste vicende a un loro amichetto, furono arrestati e tenuti in prigione per diversi mesi e poi processati. Walter fu l’unico ad essere ghigliottinato, gli altri se la cavarono perché gli avvocati riuscirono a convincere i giudici che erano stati tirati dentro dal loro leader e poi furono graziati”. Si tratta di una storia che non si conosce affatto, nemmeno in Germania, sottolinea lo storico.
L’ideale di un’Europa unita e in pace
Il valore di leggere un libro come questo in un’epoca, la nostra, in cui emerge la percezione che le democrazie siano a rischio di una deriva autoritaria, è grande. Lo conferma Comina che ricorda come “tutte queste persone avevano grandi ideali: un’Europa di pace, confederata, unita. Ideali in gran parte traditi da un’Europa che fomenta guerre, dà impulso all’industria delle armi, crea processi geopolitici per cui gli Stati siano uno contro l’altro”. Non trascura di evidenziare, inoltre, l’importanza centrale della coscienza in nome della quale questi giovani, che in qualche modo ha riportato alla luce, hanno agito e che ci riporta all’esempio di alcune figure come don Tonino Bello, Bettazzi operanti “all’interno di una Chiesa aperta alla pace”. Figure che invitano ad una forma di obiezione di coscienza e che, afferma Comina, dovrebbe essere ripresa, andando “contro corrente rispetto a un sistema di omologazione”.
I cattolici ritrovino l’impulso a costruire società libere
Bettazzi, Don Tonino, le stesse persone di cui si è parlato proprio ieri al Salone con il sociologo Franco Garelli, il quale esprimeva con rammarico un certo “adagiamento” del mondo cattolico attuale, “contaminato dalle passioni tristi” contemporanee. Che l’ardore per la difesa della libertà, ad ogni costo, sia effettivamente debole in Italia tra i cattolici? Per Comina si dovrebbe “tornare ad avere un po’ più di stimolo in queste Chiese che si sono svuotate nonostante l’azione di Papa Francesco, profetico, che continua a svegliare le coscienze atrofizzate”. Cita un altro personaggio la cui storia è raccolta nel libro, Josef Mayr-Nusser, altoatesino, beatificato nel 2017. Nelle sue lettere diceva sempre: ‘Svegliatevi, guide addormentate della Chiesa, non vi rendete conto in che razza di situazione siamo finiti? Perché non agite? Perché non andate in piazza a urlare libertà, al fianco di giovani che stanno cercando di costruire un’alternativa possibile?’. Ritornare a queste voci forse – conclude - è forse necessario per riprendere un impulso che ci rimetta in moto, ci faccia sognare”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui