VNS - R.D. CONGO Monsignor Rusengo: la Chiesa di Bukavu vittima di persecuzioni da parte dei gruppi armati

 

VNS - R.D. CONGO Monsignor Rusengo: la Chiesa di Bukavu  vittima di persecuzioni da parte dei gruppi armati

(VNS), 17ott21 - L’arcidiocesi Bukavu continua a subire persecuzioni ad opera delle milizie armate che combattono nella regione orientale della Repubblica Democratica del Congo. A denunciarlo all’Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) è l’ordinario locale, l'arcivescovo François-Xavier Maroy Ruseng, in occasione del 25.mo anniversario dell’assassinio di monsignor Christophe Munzihirwa Mwene Ngabo.

L’allora arcivescovo di Bukavu, noto per le sue ripetute denunce dei crimini e violenze commessi da gruppi armati stranieri, era stato rapito e ucciso nel 1996 dalle forze dell'Alleanza delle forze democratiche (Adf), gruppo armato di origine ugandese che ultimante ha dichiarato la sua adesione al cosiddetto Stato Islamico.  A 25 anni dal suo assassinio, ha affermato monsignor Rusengo, la Chiesa locale continua a subire vessazioni e attacchi ad opera delle milizie armate rendendo impossibile la vita della Chiesa locale.

“Solo quest'anno ci sono stati una decina di attacchi separati da parte di uomini armati contro le nostre parrocchie, rettorie e conventi”, afferma il presule. In tutto tra marzo e ottobre 2021 sono state attaccate sette parrocchie, una scuola, un centro sanitario e un convento”. L'ultimo attacco risale al 6 ottobre.  “Le conseguenze di queste violenze sono enormi, per non parlare dei traumi e delle cicatrici fisiche e psicologiche che hanno lasciato, fortunatamente senza alcuna perdita di vite umane”, afferma il presule congolese.

Da più di due decenni ormai anni le province della parte orientale della Repubblica Democratica del Congo sono teatro di un sanguinoso conflitto tra l’esercito regolare e le milizie ribelli attirate soprattutto dalle ricche risorse minerarie della regione. A complicare lo scenario negli ultimi anni è stato l’emergere di frange islamiste. In questo contesto, in cui lo Stato centrale non riesce a garantire un minimo di sicurezza, la Chiesa è l’unica istituzione rimasta a difesa della popolazione. Per questo, spiega monsignor Rusengo, viene presa di mira dai gruppi armati: “Si tratta un tentativo di imbavagliare la Chiesa, visto che è una delle poche istituzioni ad alzare la voce per difendere la causa di questa martoriata popolazione”.

Dal presule quindi l’appello ai fedeli dell’arcidiocesi a difendere le loro chiese, ma anche l’invito a tutti i cattolici nel mondo a continuare a pregare per la popolazione civile, per la conversione dei cuori dei miliziani e perché le autorità congolesi si assumano le loro responsabilità.

Da ricordare che il 5 ottobre la Santa Sede, ha rivolto un pressante appello alle autorità congolesi e alla comunità internazionale perché venga posta fine alla crisi umanitaria e alle violazioni dei diritti umani nel Paese africano, attraverso “sforzi coordinati e costanti” a tutti i livelli. L’appello è stato lanciato alla 48.ma sessione del Consiglio dei diritti umani da monsignor John Putzer, incaricato d'affari ad interim presso la Missione di Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra che ha parlato di una situazione “allarmante” e ha condannato “fermamente tutti gli atti di violenza” perpetrati sul territorio congolese, compresa la violenza sessuale .

Vatican News Service - LZ

17 ottobre 2021, 15:21