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VNS – TERRA SANTA Presentato lo studio di fattibilità dei nuovi lavori di restauro al Santo Sepolcro

VNS – TERRA SANTA Presentato lo studio di fattibilità dei nuovi lavori di restauro al Santo Sepolcro

VNS – 29set21 – Ci vorranno poco più di due anni per i nuovi lavori di restauro nella Basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme, in Terra Santa. Questa volta toccherà alla pavimentazione. Lo ha reso noto lunedì il comitato tecnico scientifico incaricato degli interventi che ha presentato ai capi delle tre Chiese greco-ortodossa, cattolica ed armena che risiedono nel luogo di culto gli studi di fattibilità. Gli interventi al Santo Sepolcro iniziati nel 2016 sono frutto di un’intesa fra le tre comunità cristiane e coinvolgono la Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali "La Venaria Reale" di Torino (CCR), il Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell’Università “La Sapienza” di Roma e il Politecnico di Milano. A causa all’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19, riferisce il portale della Custodia di Terra Santa, gli studi preliminari sono stati portati avanti a distanza con la collaborazione dei tre architetti che rappresentano le comunità del Santo Sepolcro. “Architetti, ingegneri, studiosi, ricercatori hanno lavorato su diversi fronti in modo multi-interdisciplinare per rispondere alle domande che ci erano state poste dalle comunità - ha spiegato la vice-direttrice dei lavori Michela Cardinali - la stabilità dell’Edicola, l’implementazione degli impianti, il tema del restauro dell’intera pavimentazione, considerando che c’è l’interesse di condurre degli scavi e studi archeologici su tutta la superficie”. E proprio sulla pavimentazione sono stati fatti studi diagnostici e studi della documentazione esistente e sono state proposte alle comunità delle soluzioni che dovranno essere validate e approfondite nel progetto esecutivo.

 

Il custode di Terra Santa fr. Francesco Patton ha definito questa seconda fase di lavori fondamentale, perché segna un passaggio ulteriore verso un completamento dei restauri del Santo Sepolcro che ai pellegrini e a quanti celebrano nel Santo Sepolcro “di entrare in un ambiente che abbia la dignità estetica che merita”. “Il passo di oggi - ha detto il religioso francescano - segna la continuazione di una cooperazione tra le nostre tre comunità, che non è solo materiale, ma è un segno di ecumenismo, un segno straordinario per tutta la Chiesa”. “Oggi siamo contenti - ha commentato il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilo III - avevamo iniziato in passato i lavori di restauro ed eravamo un po’ preoccupati, perché volevamo continuare (…). Abbiamo anche i nostri esperti dell’Università di Atene e siamo pronti a offrire la nostra esperienza e so che cooperano già da tempo con l’Università Sapienza di Roma in diverse aree”. “La tomba di Cristo è importante per il mondo intero - ha dichiarato padre Samuel Aghoian, superiore armeno del Santo Sepolcro -. È un luogo storico, un luogo religioso, un luogo meraviglioso. È un posto che attira per varie ragioni, c’è una sorta di mistero che non so spiegare, ha un potere (…). Per secoli non sono stati fatti restauri o sono stati fatti parzialmente, senza coinvolgere le tre Chiese insieme. Sono molto felice che lavoreremo insieme”.

 

La professoressa Francesca Romana Stasolla, a capo del gruppo di lavoro delle ricerche archeologiche connesse ai lavori di restauro, ha chiarito che per supportare le attività archeologica, sono stati raccolti tutti i dati, editi e inediti, utili per ricostruire gli eventi del Santo Sepolcro, in modo da rendere significativo ogni ritrovamento durante gli scavi. È stato per questo deciso di costituire un database per integrare elementi da fonti scritte, fonti archeologiche, fonti bibliografiche, fotografiche, cartografiche. Gli studi preliminari che il gruppo di lavoro sta portando avanti, puntano a non essere invasivi e soprattutto a non intralciare le attività quotidiane che si svolgono nel Santo Sepolcro, il libero movimento dei monaci che vi risiedono e l’accesso ai pellegrini. Per questo la basilica è stata divisa idealmente in dieci zone, mentre le aree-cantiere saranno tre. Per valutare le condizioni con cui potrebbe impattare il pavimento è stato installato un sistema di monitoraggio della condizione climatica attuale del Santo Sepolcro e verrà data particolare attenzione allo studio dei materiali. “Vogliamo preservare quanto più possibile i materiali esistenti nella basilica - ha dichiarato la coordinatrice del progetto Paola Croveri -. Queste pietre hanno visto milioni di pellegrini, sono una testimonianza del passato e di questi duemila anni. Vogliamo, però, anche dare unitarietà a queste pietre rendendole più accessibili. In questo momento i nostri colleghi del Politecnico di Milano stanno documentando in maniera molto precisa ogni centimetro della superficie del pavimento - ha aggiunto la coordinatrice del progetto - e il prossimo mese cercheremo di capire cosa c’è sotto il pavimento e alcuni aspetti della struttura archeologica. Prevediamo di progettare dei percorsi per mantenere la percorribilità delle funzioni che si svolgono all’interno”.

 

Vatican News Service – TC

29 settembre 2021, 16:42